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PrIMO 2017, le nostre pagelle

By: Jun. 06, 2017
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Domenica 4 giugno il teatro Brancaccino ha ospitato la premiazione dell'edizione 2017 di "PrIMO", il "Premio Italiano del Musical Originale". Ecco il podio:

Primo premio: "70 VOLTE 7" di Maurizio Desinan e Marisa Della Pasqua
Secondo classificato: "LE RAGAZZE DI VIA SAVOIA" di Elisabetta Tulli e Andrea Calandrini
Terzo classificato: "PIRATI E PIRATI" di Alberto Manini e Stefano Calabrese
Premio della critica: "LE RAGAZZE DI VIA SAVOIA"

Come l'anno scorso, noi di BWW Italia abbiamo deciso di pubblicare le nostre osservazioni. Naturalmente abbiamo aspettato la premiazione ufficiale.

"UNA STORIA SENZA TEMPO" di Alex Gasparotto e Patrizia Magnani

Cogliamo l'occasione per ribadire una cosa che abbiamo scritto nell'articolo dell'anno scorso: è difficilissimo giudicare uno spettacolo solo da una sinossi (spesso neanche scritta benissimo) e da tre canzoni. Ciò appare evidente soprattutto in uno spettacolo come questo, che racconta di quattro bambini che si ritrovano a vivere in un mondo incantato un'avventura nel corso della quale dovranno affrontare le proprie paure.
Così a naso, sembrerebbe rifarsi allo stile di film per ragazzi quali "La storia infinita", "Pagemaster" e "Le cronache di Narnia", e come idea non è malaccio; solo che nessuno di questi film si può giudicare semplicemente da una breve sinossi! Dal momento che parlano del viaggio di uno o più eroi in un mondo incantato, sarebbe il caso di vederlo più da vicino questo mondo incantato e di conoscerli un po' meglio questi eroi (per dire, "La storia infinita" ha avuto dei sequel che avevano la stessa trama del primo film ma erano inguardabili).
Le canzoni sono di buon livello, senza grandi lampi di genio (ma con alcuni momenti belli) ma senza nulla che rimanga impresso in negativo. "Il libro dello zio Ernesto" è senza dubbio la migliore di quelle che ho ascoltato, mentre con le altre due si scade un po' nel poppettaro.

"PIRATI E PIRATI" Alberto Manini e Stefano Calabrese

Questo l'abbiamo già recensito nella rubrica "Non solo Arcimboldi".

"HANSEL E GRETEL" di Antonio Lanzillotti, Luca Lovato, Chiara Santagiuliana e Laura Benetti

La storia ha subito dei cambiamenti ma tutti abbastanza rispettosi. Le canzoni fanno molto Max Pezzali per quanto riguarda la musica (il che non è necessariamente un male) ma al livello di testo non sono all'altezza. La scelta dello stile pseudorock per la canzone della strega è di una banalità tale da ispirare violenza.

"70 VOLTE 7" di Maurizio Desinan e Marisa Della Pasqua

Che dire? Vittoria meritata. Tra gli spettacoli in gara, "70 Volte 7" è concettualmente il più interessante. La trama, per lo meno da quanto si evince dalla sinossi, scorre fluidamente e senza forzature o colpi di scena inutili. L'alternanza tra presente e passato non sembra intaccare la chiarezza della trama. Per quanto riguarda le canzoni: "Carcere a vita" avrebbe del potenziale se privato di tutte le sfumature pop: dovrebbe essere una canzone molto più cruda dato il suo intento, ovvero introdurre alla vita dei carcerati. Ora come ora suona come suonerebbe l'inizio di "Les Miserables" rifatto dal cast di Glee (se non peggio); "Alleluia" è stata definita da una redazionaria di cui non farò il nome con le parole "bianchi che provano a fare gospel"; "Creatura stupenda" sembra la canzone più riuscita. Peccato che non ci sia dato da ascoltare il preannunciato tango "dal sapore brechtiano", ma forse è meglio così, che nominare Brecht è come nominare Dio invano (per rimanere in tema).

"LE RAGAZZE DI VIA SAVOIA" di Elisabetta Tulli e Andrea Calandrini

Le canzoni e l'idea di base sono meglio di tante altre cose viste finora in "PrIMO", ma per il resto abbiamo semplicemente una versione de "I monologhi della vagina" con sfondo storico. Nulla di nuovo. Normalmente non facciamo molto caso all'arrangiamento, trattandosi di un concorso per spettacoli inediti. Dal momento che, tuttavia, ci è parso che questo spettacolo in particolare abbia già avuto una rappresentazione, si poteva forse fare qualcosa di meglio.

"ANIMALI DELLA FATTORIA" di Alberto Manini e Stefano Calabrese

La trama sembra essere fedele quella del romanzo di Orwell, quindi non c'è molto da dire a riguardo. Rimangono da giudicare le canzoni, che sono un po' poppettare ("Mannoia in chiave marxista" le ha definite qualcuno qui in redazione) ma buone.

"LICANTROPIA" di Francesco Ranieri

La trama è un guazzabuglio totale. Le canzoni hanno uno stile allegrone anni '80 con un pizzico di gotico e il risultato finale è interessante. Però i testi dal punto di vista tecnico sono un po' scarsini.



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