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PrIMO 2016: le nostre pagelle

By: Apr. 27, 2016
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Si è svolta il 19 aprile la cerimonia di premiazione della terza edizione di PrIMO, il Premio Italiano del Musical Originale (trovate tutti i dettagli in questo articolo). Noi di BWW vorremmo approfittarne per fare un rapido excursus delle opere in gara, accompagnate dalle nostre impressioni che per ovvi motivi possiamo pubblicare solo ora.

Ci teniamo a precisare che (tranne che in un caso) le nostre impressioni si basano sul poco che è stato messo a disposizione dagli organizzatori del concorso. E a questo proposito vorremmo anche far loro presente - con la massima delicatezza possibile - che questo poco era davvero troppo poco. Avremmo preferito avere a disposizione qualcosa di più, come un progetto di regia, dei bozzetti (o almeno delle descrizioni) di scene e costumi, un estratto del copione... o quantomeno qualche brano in più.

"IL GIUDIZIO UNIVERSALE" di Stefano Sauro e Filippo Paternò

La storia è bella, anche se la trama è un tantinello ingarbugliata (abbiamo dovuto rileggerla varie volte prima di capirla bene) e priva di grandi trovate. Il finale, però, promette di essere davvero spettacolare. Soggetto non certo nuovo per il teatro di prosa regionale, ma abbastanza originale per quello nazionale e per quello musicale, e con un tocco di melodrammaticità che nell'era della leggerezza a tutti i costi non guasta. Per quanto riguarda i testi e le musiche, pensiamo che si potesse osare di più.
Comunque una delle due migliori opere in gara.

"LA SPADA NELLA ROCCIA" di Andrea Cecchi, Alessio Fusi e Andrea Sardi

Questo l'abbiamo già recensito. E... sì, è brutto come sembra. La storia, tolto il fatto che i protagonisti sono Artù, Merlino e Ginevra, e la loro caratterizzazione in stile fiabesco (merito non degli autori dello spettacolo bensì di T. H. White), non vale niente. Una maga vuole uccidere l'allievo di un mago (e, per qualche motivo, la sua fidanzata) perché non diventi re ma non ci riesce. Perché non ci riesce? Perché il suo aiutante si rifiuta di aiutarla. Un po' poco, non trovate?
Le canzoni avranno anche un bell'arrangiamento e dei testi non obbrobriosi ma non dicono nulla di che e di certo non salvano lo spettacolo da sole.

A questo proposito, notiamo che gli autori degli spettacoli hanno puntato molto sull'arrangiamento dei brani. Cosa lodevole, per carità, ma quando si sentono versi scialbi in un brano con un arrangiamento astronomico, la cosa fa incacchiare ancora di più l'ascoltatore, che pensa che forse i soldi spesi per l'arrangiamento si sarebbero potuti utilizzare per pagare un buon liricista. Tanto stiamo parlando di una giuria di qualità, dubito che si faccia impressionare da un vestito sontuoso, se poi manca la sostanza.

"ALICE" di Leonardo Abbate e Ilaria Fontana

Il soggetto di questo musical - "Alice nel paese delle meraviglie" - lo conosciamo tutti: un romanzo audace e coraggioso che a lungo andare si è trasformato in una bandiera del più becero conformismo finto-alternativo. Sapere che ne era stato tratto l'ennesimo spettacolo non ci ha entusiasmato per niente.
Quella di Abbate e Fontana, però, sembra una lettura personale dell'opera, e a giudicare dalle informazioni in nostro possesso potrebbe essere una lettura interessante... come non esserlo (è a titoli come questo che ci riferivamo all'inizio dell'articolo, quando abbiamo detto che non c'era abbastanza materiale per dare un giudizio serio). Purtroppo dalle canzoni non emerge nulla di particolarmente profondo o originale.

"ANNA DEI SENTIERI" di Simone Oliva e Cristian Cattini

Di sicuro un tema originale - quello della Resistenza - per il genere Musical. I personaggi sono tanti e la vicenda è un po' intricata. Sembra che gli autori abbiano anche tirato via il finale in fretta e furia.
I brani, purtroppo, fanno cadere le braccia. Per citare una delle autrici di questo articolo, "fanno pensare a un inno di Estate Ragazzi". Uno stile adottato nel tentativo di rendere lo spettacolo più appetibile per i giovani? Sarà... A noi è sembrato solo fuori luogo.

"COOKIES" di Lorenzo Vacchi e Stefano Bonsi

Decisamente la migliore opera in gara (insieme a - o forse seguita a ruota da - quella di Sauro e Paternò). Le canzoni reggono, la trama pure.
Anche se, a dirla tutta, quando nella presentazione del musical abbiamo letto che gli autori avevano scelto questo soggetto perché (parafrasiamo andando a memoria) "nessuno ha mai scritto un musical sulla vita della tizia che ha inventato i biscotti 'cookie'", abbiamo pensato: "Ci sarà il suo motivo!".

"ORFEO ED EURIDICE" di Gianfranco Salvio e Nicola Salvio

Quando abbiamo saputo di questo musical, il soggetto ci ha incuriosito. Un grande classico della tradizione teatral-musicale italiana riproposto al pubblico di oggi! Cosa ne sarebbe venuto fuori?
Nulla di particolarmente interessante, temo. A parte il fatto che le canzoni non sono un granché, quello che manca è proprio un approccio interessante al mito. Gli autori raccontano la storia di Orfeo ma non sembra che abbiano cercato di appropriarsene, o di capire cosa abbia da dire alla gente del nostro secolo. Viene quasi da chiedersi perché abbiano scelto proprio questo soggetto e non un altro.

"CASANOVA" di Anna Hurkmans e Raffaele Paglione

Canzoni blandissime con testi dilettanteschi, trama banale e che dal riassunto risulta spesso incomprensibile. Si poteva fare di meglio. O forse no, perché a onor del vero non è che il soggetto sia chissà cosa.

E queste erano le nostre impressioni riguardo agli spettacoli finalisti di questa terza edizione di PrIMO. Come vedete, alcuni ci sono piaciuti di più e altri di meno, ma in ogni caso è sempre interessate scoprire quali sono le idee che ronzano in testa agli autori di musical italiani. Aspettiamo la prossima edizione del concorso per scoprirne altre.



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