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Come sapete è attualmente in scena al Teatro della Luna di Milano "GREASE". E ci resterà fino al 3 maggio.
"Grease" è senza dubbio uno degli spettacoli più amati dagli italiani. Ogni anno, o giù di lì, salta fuori una grossa produzione di questo musical e almeno un centinaio di produzioni piccole. E ogni volta la gente è estasiata all'idea di risentire per la millesima volta "Summer nights" o "You're the one that I want".
Sarà che come spettacolo non mi è mai piaciuto, e se qualche volta riesco a sopportare il film è solo grazie a un formidabile John Travolta (o a un formidabile Flavio Bucci?), ma non ho mai capito le ragioni di questo amore viscerale.
Non lo capirei nemmeno se stessimo parlando di un prodotto validissimo. Io amo molto "Il Signore degli Anelli" per esempio, ma non li capisco quelli che ogni anno - o addirittura più volte all'anno - devono rivedersi tutta la trilogia! Come non capisco quelli che si vedono tutte le puntate di "Star Trek" e quando hanno finito ricominciano da capo!
Non è neanche un atteggiamento da veri appassionati, secondo me. Dopotutto come diceva Philippe Noriet in quel film? "Anche l'idea più sublime, se la senti troppe volte, diventa una stupidaggine.".
Il sito dell'edizione italiana di "Grease" lo pubblicizza come "lo spettacolo che ha dato vita alla musical-mania in Italia". Siamo sicuri che sia così?
Io personalmente non conosco nessuno che si sia appassionato al Musical dopo aver visto "Grease". Al contrario credo che "Grease" abbia contribuito a creare lo stereotipo del musical. Parecchie persone faticano a considerare spettacoli come "I Miserabili" come "musical" perché hanno in mente lo stereotipo del musical frivolo dove tutti ballano e l'atmosfera è da "Happy Days".
Né mi viene in mente qualche spettacolo nuovo nato sull'onda di "Grease". Non si arriva casualmente a "Grease" e, a spettacolo finito, non c'è spazio per nient'altro che non sia "Grease". "Grease" è un culto, e il culto si alimenta solo di sé stesso. (Per correttezza devo informarvi che quest'ultimo periodo cita quasi parola per parola un discorso che ho letto in un altro articolo ma che si adatta perfettamente a questo caso)
Che poi a uno possa piacere "Grease" è sacrosanto. Non sono poi così intollerante da volervi impedire di guardarvi ogni anno dal vivo il vostro spettacolo preferito. Quello che io contesto è la posizione che occupa "Grease" all'interno del nostro panorama teatral-musicale. Il fatto che per ogni nuova produzione di "Grease" gli italiani vadano in brodo di giuggiole. E più in generale il fatto che in Italia si riesca a fare "boom" solo con spettacoli molto classici, come dimostra il successo di produzioni come "Sister Act" o "Dirty Dancing". Successi come quello di "Sping Awakening", musical più recente e più lontano da certi stereotipi, nel nostro paese rappresentano un unicum.
Un po' come se ogni volta che viene riprogrammato "Un poltrona per due" a Natale se ne parlasse come "il film dell'anno", quel film da solo facesse più ascolti di tutti gli altri film programmati lo stesso anno messi insieme e tutti ne parlassero come una pietra miliare del cinema moderno.
Detto questo, lo spettacolo attualmente in scena a Milano sarà probabilmente bellissimo.
E ci mancherebbe altro! Non facciamo altro da vent'anni, se ancora non abbiamo imparato a farlo decentemente significa che abbiamo dei problemi.
Anche gli attori saranno sicuramente bravissimi. E ci mancherebbe che fossero cani. Siamo un paese in cui ogni anno si fanno un miliardo di masterclass e workshop: se poi per la principale produzione italiana venissero scelti degli attori cani sarebbe davvero il caso di lasciar perdere il teatro musicale. E che tutti noi che lavoriamo in quest'ambito ci mettessimo a vendere pizzette.
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