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Review: VAN GOGH CAFE Al Teatro Ambra Jovinelli

TERMINA A ROMA IL TOUR DELLA COMMEDIA MUSICALE ISPIRATA DALLE OPERE DEL CELEBRE PITTORE

By: Feb. 28, 2023
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Una produzione tutta italiana con un respiro internazionale ha chiuso il suo tour al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. La MIC International Company, con la produzione esecutiva di Lara Carissimi, ha messo in scena un testo scritto e diretto da Andrea Ortis, intitolato Van Gogh Café.

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Prendendo spunto dalla parentesi parigina del celebre pittore Vincent Van Gogh, la trama vede un complicato intreccio tra le vite di un gruppo di artisti impegnati nella riapertura di un classico Café Chantant della Parigi della Belle Epoque e l'arrivo di un antiquario venuto in possesso di un volume contenente disegni del famosissimo pittore alternati alla sua corrispondenza con il fratello Theo. Leggendo brani di queste lettere, i giovani artisti scopriranno le loro debolezze, i loro limiti e le loro potenzialità, acquistando una maggiore conoscenza del proprio io. L'antiquario funge da narratore trasportando il pubblico nella comprensione e apprezzamento di alcune delle più famose opere del periodo francese di Van Gogh qui presentate con molto garbo. Lo spettatore viene trasportato in una dimensione quasi cinematografica con la proiezione dei dipinti sul gigante schermo trasparente: alle spalle dello schermo si intravedono i delicati movimenti coreografici creati da Marco Bebbu, alternati ad interventi recitativi che ben si integrano con le meravigliose pennellate dei più rappresentativi quadri di Monsieur Vincent.

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Questi bei momenti poetici sono intervallati dalle prestazioni canore delle artiste impegnate nelle prove del loro spettacolo e dalle rivalità interne tra la primadonna e una giovane emergente. Ascoltiamo brani storici della chanson française come La Vie En Rose, Milord, Padam Padam (brani del dopoguerra) e altri come Ne Me Quitte Pas (1959), La Bohème (1966) o Je Ne Veux Pas Travailler (del 1997) che però hanno poco a che fare con il Café Chantant. Va bene il musical Juke Box ma forse sarebbe stato più opportuno scegliere brani dell'epoca in cui si svolge la storia. Si ha infatti la sensazione di assistere a tre diversi spettacoli in una sola serata. Prevale una strana sensazione che manchi un efficace filo conduttore tra queste tre dimensioni, quella che possiamo denominare la parte storico-artistica, quella musicale e quella della storia vera e propria. La descrizione visuale delle opere porta lo spettatore verso un momento di alta poesia, densa di significato per poi lasciarlo ricadere in momenti che non eguagliano o proseguano in quella direzione. È mancata una stabilizzazione in questa alternanza tra alti e bassi senza raggiungere quella media che avrebbe reso più fluido e comprensibile l'intero svolgimento dello spettacolo.

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Anche nel cast si è potuta rilevare questa alternanza: Andrea Ortis offre una recitazione coinvolgente e molto sentita con la sua calda voce, perfetta dizione e una padronanza della scena non indifferente. Per quanto Floriana Monici, nel ruolo di Madame Odille e Giulio Maroncelli in quello di Luc siano spontanei e ben calati nei loro ruoli, non raggiungono i livelli di Ortis. Ottimi tutti i componenti della band che meritano di essere nominati singolarmente: alla chitarra Antonello Capuano (in questo lavoro anche ottimo arrangiatore dei brani), al violino Matteo Iannaccio, al pianoforte/musette Angelo Miele, alle percussioni Marco Molino e al contrabbasso Lorenzo Mastrogiuseppe. I bravi musicisti, presenti sulla scena, hanno suonato tutti i brani dal vivo, ben integrandosi nella piacevole atmosfera parisienne. Atmosfera ricreata con attenzione dalle scenografie di Gabriele Moreschi, dai giochi di luci di Virginio Levrio e i bei costumi di Marisa Vecchierelli in alcuni casi ispirati a quelli dipinti da Vincent Van Gogh. Le 5 ragazze del corpo di ballo, Chiara Di Loreto, Lavinia Scott, Rebecca Erroi, Lara Ferrari e Lucrezia Zizzo hanno eseguito con precisione le già citate efficaci coreografie soprattutto nelle trasparenze, strizzando l'occhio ad uno stile vicino a quello dei Momix. La Di Loreto assieme a Floriana Monici hanno assicurato gli assolo con le loro possenti voci, purtroppo perdendosi a volte in dizione o pronuncia (e qualche errore) in una lingua come il francese che non ammette esitazioni, soprattutto in brani così famosi e ben conosciuti in particolare da un pubblico di una certa età.

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Van Gogh Café è un buon prodotto, tutto italiano ma necessita di un maggiore studio per dargli più fluidità e spessore, esaltando maggiormente la parte più poetica e artistica (quella che ha regalato i momenti più incantevoli), lasciando indietro quelli meno raffinati che lo hanno invece sminuito.

MIC International Company

presenta

VAN GOGH CAFÉ
Commedia musicale

Testi e Regia di Andrea Ortis

Produttore esecutivo Lara Carissimi

Arrangiamento musicale di Antonello Capuano

Coreografie di Marco Bebbu

Scene di Gabriele Moreschi

Sound Designer Francesco Iannotta

Light-video Designer Virginio Levrio

Direzione Vocale Elisa Dal Corso

Costumi di Marisa Vecchiarelli

Orchestra:

Chitarra Antonello Capuano

Violino Matteo Iannaccio

Pianoforte/Musette Angelo Miele

Percussioni Marco Molino

Contrabbasso Lorenzo Mastrogiuseppe

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Cast

Andrea Ortis

Floriana Monici

Chiara Di Loreto

Giulio Maroncelli

Lavinia Scott

Rebecca Erroi

Lara Ferrari

Lucrezia Zizzo

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