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Review: RAPUNZEL al TEATRO BRANCACCIO

Grande successo di pubblico per il musical ispirato alla favola dei fratelli Grimm in scena fino all'8 gennaio

By: Jan. 02, 2024
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La storia di Rapunzel narra di un fiore luminoso dai poteri di guarigione ed eterna giovinezza. Forse per questo è una storia per tutti, o perlomeno per tutti quelli che sono diventati grandi ma rimpiangono il loro essere bambini. Adulti mai davvero cresciuti, diciamo. Ecco, in questo senso, si potrebbe dire che Rapunzel è un musical molto meno per bambini di quanto non si possa immaginare. In particolar modo nell’adattamento di Maurizio Colombi, che in questa versione vede diventare protagonista la strega, anziché la principessa.

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Questo perché ci racconta di una Gothel pre-Rapunzel, mette in scena il background di un personaggio che è sempre stato stereotipato come “villain”, senza che si conoscesse altro. Gothel, in quanto sorella della regina Gretel, faceva in tutto e per tutto parte della corte. Soltanto che (come spesso succede) cresce all’ombra della sorella. Fino a che, sentendosi rifiutata, viene dominata dall'ossessione per la bellezza e si dedica alla stregoneria e allo studio delle erbe officinali. Ora, poiché la regina non riesce ad avere figli, come da favola tradizionale, Gothel ha una scelta: può svanire col suo fiore, o può salvare la sorella morente. E (a dispetto di qualsiasi villain) decide di salvarla. Soltanto che non riesce ad esimersi totalmente dall’esigere qualcosa per sé. E, poiché ferita, decide anche lei di ferire, domandando quello che –da manuale- tutti i cattivi firmati Grimm (Tremotino docet) chiedono: la futura nascitura/erede al trono. Da qui è ben facile avvalorare la speculazione che Gothel faccia questo perché rapire la principessa è il modo più diretto per avere, di fatto, il potere regale. È facile pensare che Gothel, resasi conto che la magia del fiore si era trasferita nei capelli della piccola, rapisca Rapunzel e la rinchiuda in una torre, per continuare ad essere giovane e bella per sempre, conservando a riparo dal mondo la fonte della propria giovinezza.  Ma se pensassimo, per un istante, che in quanto sorella della regina avrebbe potuto avere pari occasioni di regnare su un regno tutto suo, sposando il sovrano di un altro paese? E se pensassimo che voglia tenere Rapunzel distante dalla corte perché proprio la corte potrebbe non accettare una donna dotata di tali poteri, esattamente come non è stata accettata lei? Ecco che allora la prospettiva si ribalta. E sarà anche molto più semplice comprendere la scelta di Lorella Cuccarini per vestire i seducenti panni di questa donna senza età, emblema del “girl power” che vince al di là di ogni sortilegio.

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E intorno a Lorella Cuccarini, che ci regala una performance a 360 gradi (abilissima in tutte e tre le arti: danza, canto, recitazione) un ensemble di attori capaci di calarsi nei loro ruoli (in alcuni casi più di uno) senza rimanere schiavi dei cliché.

E così il Phil di Renato Crudo non è soltanto un ladro con velleità di principe, ma un ragazzo di oggi che si innamora della ragazza della porta accanto (o, e qui sarebbe più pertinente, “del piano di sopra”) e lo fa con tutta la dolcezza e la goffaggine di un giovane innamorato. E la Rapunzel di  Silvia Scartozzoni riesce ad esprimere quello che a tante altre interpreti nel musical italiano manca, visto che peccano di over-acting: la leggerezza di una ragazza che entra, in punta di piedi, nell’età adulta.

In questa versione ci sono, inoltre, alcuni personaggi assolutamente inediti, come “Rosa e Spina”, i due fiori parlanti che chiacchierano con Rapunzel nella torre; Segugio”, la guardia reale con sembianze canine che si esprime solo in “Grammelot” (interpretato da Mattia Inverni) e lo specchio “Spiegel”, che riflette (letteralmente) la coscienza di Rapunzel.

Ruoli, decisamente, non semplici. Il cast artistico è, infatti, uno dei punti forti dello show: formato da 19 attori-performer, fra ballerini, acrobati, cantanti e attori. E, a differenza di altri musical made in Italy, riusciamo ad apprezzare quella che a Broadway chiamano: ‘Triple Threat’, e tutti risultano assolutamente perfetti nelle coreografie firmate da Rita Pivano.

Tra tutti spicca Maurizio Semeraro, talento poliedrico, e qui interprete dei personaggi del Re e di Polifemo, il capo dei briganti.

Per quanto riguarda la parte in prosa, i movimenti dei personaggi ed il ritmo dei dialoghi sono caratterizzati dallo stile registico di Colombi, che utilizza anche particolari effetti audio, come rumori e sottofondi, per dare un effetto cinematografico ed un ritmo alla recitazione che, per alcuni versi, richiama lo stile cartoon.

Le musiche, tutte inedite e originali, sono firmate da Davide Magnabosco, Alessandro Procacci e Paolo Barillari. Pur richiamando alcune “situazioni” del classico Disney (“Una suite a cinque stelle” ricorda la canzone disney di Rapunzel nella torre, e lo stesso è per il brano di Madre Gothel che scoraggia la figlia dall’uscire dalla torre), ci sono anche dei brani corali che richiamano lo schema delle overtures dei musical anglo-americani.

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Le scenografie di Alessandro Chiti  vogliono rappresentare una rilettura in chiave moderna dei luoghi e delle ambientazioni classiche, e riescono a trasportare il pubblico in un universo magico.

Interessante l’idea dell’uso del  “double fiction” in teatro, dove spesso i personaggi reali sul palco si trasformano in disegni animati in video; tuttavia, in alcuni momenti, il racconto reso tramite video-proiezione fa sembrare le scene parte di un grande video-game più che di un libro di fiabe.

E così pure le suggestive lanterne che volano sul pubblico non riescono fino in fondo a creare lo stesso clima delle “luci fluttuanti”, ma ricordano dei grandi pixel che fluttuano verso l’alto.

I costumi, ideati da Francesca Grossi , tramite la sartoria in-house del Teatro Brancaccio, non tradiscono la versione disneyana, rendendo perfettamente l’atmosfera da fiaba medioevale.

Produzione VIOLA PRODUZIONI CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE

ALESSANDRO LONGOBARDI

Presenta

RAPUNZEL

musiche originali DAVIDE MAGNABOSCO, ALEX PROCACCI, PAOLO BARILLARI

scritto e diretto da MAURIZIO COLOMBI

scene ALESSANDRO CHITI
costumi FRANCESCA GROSSI
direzione musicale e arrangiamenti DAVIDE MAGNABOSCO
coreografie RITA PIVANO
direttore di produzione CARLO BUTTÒ
supervisione artistica ALESSANDRO LONGOBARDI

CAST

LORELLA CUCCARINI Gothel

SILVIA SCARTOZZONI Rapunzel | RENATO CRUDO Fil
e con

 Maurizio Semeraro Re/Polifemo/Popolano | ROSITA DENTI Regina/Guardia | MATTIA INVERNI Segugio/Macellaio/Popolano | GIACOMO MARCHESCHI Cantastorie/Igor/Popolano/Guardia | ALEX BOTTA Capitano/Milord/Popolano | MARTINA LUNGHI Rosa/ Locandiera/Popolana/Guardia | MATILDE PELLEGRI Spina/Nutrice/Popolana | LUCA SPADARO Nobile/Popolano/ Guardia/Brigante | JONATHAN GUERRERO Bambino/Gamba Di Legno/Ciambellano/Popolano | ELEONORA PELUSO Bambino/Popolana/Guardia | CARLOTTA SIBILLA Bambina/Popolana/ Brigante/Guardia | YLENIA TOCCO Bambina/Popolana/Guardia | ERIKA MARINIELLO Popolana | VITTORIO SCHIAVONE Druido/Popolano/Guardia | ELEONORA SEGALUSCIO Nobile/Popolana



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