LA COMMEDIA GOLDONIANA IN UN ADATTAMENTO INTELLIGENTE E DI GRANDE ATMOSFERA. IN SCENA FINO AL 23 APRILE
I grandi classici non finiscono mai di stupire e quando si vuole riprenderne uno così noto come La Locandiera di Carlo Goldoni, il rischio di commettere errori è dietro l'angolo. Soprattutto quando si ha a disposizione un piccolo palcoscenico e non le pompose scenografie e allestimenti che le commedie di Goldoni hanno sempre avuto. Caterina Costantini ha accettato la sfida e ha provato che, con un condensato ma intelligente adattamento del testo, badandosi sulla bravura di un ristretto gruppo di attori, si può lasciare intatto il piacere e la inimitabile ironia descritta da uno dei più celebri veneziani al mondo. I personaggi da lui creati furono numerosi ma sua peculiarità fu di donare ad ognuno una spiccata personalità, frutto di un attento esame dell'animo umano, delle sue debolezze, delle sue certezze.
Mirandolina si ispira al personaggio di Colombina, la arguta ragazza che sa quello che vuole ed è capace di raggirare gli uomini a suo piacimento. Una donna moderna e certamente molto più avanti delle donne della sua epoca. Rappresenta il simbolo dell'emancipazione di una classe sociale che ripose la sua forza nel lavoro e nella propria indipendenza economica. In un arguto gioco delle parti, Mirandolina capovolge la classica situazione dell'uomo cacciatore e della donna preda, divenendo lei la mattatrice di un gioco al massacro dell'uomo misogino e prepotente, quel Cavaliere di Ripafratta giunto come cliente nella sua locanda. La sua non è vendetta, è solo affermazione del rispetto reciproco che deve esserci tra uomo e donna. Una volta fatto capitolare il maschio arrogante, lo rifiuterà per unirsi al suo vero amore, il cameriere Fabrizio, quello che lei stessa aveva "tenuto in caldo" aspettando il momento giusto per assicurarselo per sempre.
Questa trama così semplice e al tempo stesso così complessa necessitava di un delicato approccio per non sfuggire di mano. A Caterina Costantini è stato possibile con l'aiuto di un gruppo di quattro attori ben affiatati sia nella recitazione che nella movimentazione sul piccolo palcoscenico del Teatro Planet. Maria Cristina Gionta incarna il suo personaggio con ben calcolati piglio ed ironia: la sua Mirandolina è divertente, precisa, molto moderna pur recitando in versi d'altri tempi. Al suo fianco Emiliano Ottaviani interpreta lo spocchioso Cavaliere: l'attore ha ben mantenuto la rigidità richiesta dal ruolo senza lasciarsi sfuggire l'occasione di strappare risate nella pur continua serietà del suo personaggio. Il cameriere Fabrizio ha il volto di Giuseppe Renzo, anche lui preciso nei suoi interventi e spassoso nei suoi scambi con il servitore del Cavaliere interpretato da Vincenzo Pellicanò a cui il ruolo di narratore e filo conduttore della pièce, ha calzato a pennello.
Semplice la scenografia, ma ben studiata per consentire le continue entrate ed uscite di scena tipiche della commedia goldoniana: la regia è stata studiata in maniera da non lasciare tempo allo spettatore di rendersi conto che la scena non si sta svolgendo in un palazzo veneziano ma in un piccolo palcoscenico. Adeguati i bei costumi forniti dalla Estro e di atmosfera i brevi sottofondi musicali creati da Eugenio Tassitano. Perché di questo si è avuta la netta sensazione durante la rappresentazione, quella di un'atmosfera piacevole, adeguata, quell'atmosfera che porta lo spettatore ad uscire da un teatro con la certezza di aver passato una serata di cui valeva la pena. E non è sempre così.
Teatro Planet
presenta
MIRANDOLINA
Regia ed adattamento
Caterina Costantini
Musiche
Eugenio Tassitano
Scene
G&P
Costumi
Estro Roma
Organizzazione
Gabriele Pianese
Assistente comagnia
Manuela Barzagli
Foto di Andrea Cavazzini
Cast:
Maria Cristina Gionta (Mirandolina)
Emiliano Ottaviani (Cavaliere di Ripafratta)
Giuseppe Renzo (Fabrizio)
Vincenzo Pellicanò (Servitore)
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