IL MITO DI MARIA CALLAS RIVIVE IN UNA DRAMMATURGIA AMBIZIOSA E UMILE AL TEMPO STESSO
A chiudere la stagione del Teatrosophia (direzione artistica di Guido Lomoro) è stato presentato uno spettacolo ambizioso e al tempo stesso umile: Medea la divina scritto e diretto da Massimiliano Auci. Non è facile concentrare in un'ora di spettacolo la vita di una leggenda come Maria Callas: non basterebbe una serie tv di dieci puntate per raccontare le incredibili vicende che l'hanno resa immortale. Tuttavia Massimiliano Auci è riuscito a dare un senso compiuto alla sua pièce mettendoci poco ma mettendoci l'essenziale per rendere credibile la rappresentazione di una personalità così immensa.
GIOVANNA CAPPUCCIO NEL RUOLO DI MARIA CALLAS
Maria Callas, interpretata da Giovanna Cappuccio,è già alla fine della sua carriera di cantante lirica e la troviamo nel suo camerino intenta a prepararsi per recitare nel film Medea diretta da Pier Paolo Pasolini, il terzo uomo più importante della sua vita dopo il primo marito Giovanni Battista Meneghini e il suo amante di lungo tempo Aristotele Onassis. La divina si confessa, racconta la sua infanzia, i suoi primi passi nel canto spinta da una madre anaffettiva. Ricorda l'incontro con il primo marito di 20 anni più anziano di lei e di come lui lasciò tutto per occuparsi di lei. In un susseguirsi di alti e bassi emozionali "Maria" si concede al pubblico in sala a cuore aperto così come la "Callas" era solita fare sul palcoscenico. Nonostante i suoi rinomati capricci da diva, più o meno romanzati, più o meno fondati, lei si difende raccontando la sua maniacale ricerca della perfezione. Meglio non andare in scena che dare una performance non alla sua altezza. Rivive la sua storia d'amore con Onassis che alla fine le preferì Jacky Kennedy spezzandole il cuore. Tradita e delusa dagli uomini si rifugia nelle braccia di Pasolini per trovare un briciolo di un amore forte, l'unico che non poteva farla soffrire. A farle da controparte sulla scena appaiono una giovanissima attrice, Ginevra Genna, nel ruolo di lei bambina mentre innocentemente lancia il suo sassolino per il gioco della campana e un'altra attrice Giorgia Serrao che, senza trucchi, si trasforma in vari personaggi che hanno avuto rilevanza nella sua vita, dalla madre al primo marito alla moglie di Onassis e altri, come a rappresentare il suo subconscio, la sua coscienza che le ricorda quei momenti belli e brutti della sua vita.
GIORGIA SERRAO
Giovanna Cappuccio affronta questo difficile personaggio di petto, senza timore di confronto. La sua recitazione è passionale e spontanea. A tratti è forse troppo veloce dove dovrebbe essere invece più riflessiva ma è sembrata più una scelta registica che non della sua interpretazione. Accompagnata da un buon gioco di luci creato da Matteo Fasanella, attira su di se tutta l'attenzione del pubblico nel suo racconto reso moderno e interessante nonostante siano fatti ben noti e accaduti decenni fa. Giorgia Serrao dovrebbe farle da spalla ma il suo ruolo pur minore è altrettanto importante ed incisivo. L'attrice mantiene la sua femminilità anche quando recita le parti degli uomini della Callas. A primo acchito potrebbe sembrare una scelta registica azzardata ma risulta alla fine vincente nel rappresentare il ricordo di quelle parole così come sarebbero risuonate nella mente della divina.
Questa drammaturgia merita un ulteriore approfondimento per raggiungere una maggiore emotività già insita nel personaggio della divina, una emotività presente ma rimasta ancora un poco nascosta tra le righe.
ARS 29
LABORATORIO PER LE ARTI
Presenta
MEDEA LA DIVINA
Scritto e diretto da Massimiliano Auci
Luci Matteo Fasanella
SMM e foto Agnese Carinci
Ufficio stampa Andrea Cavazzini
Cast
Giovanna Cappuccio
Giorgia Serrao
Con la partecipazione di Ginevra Genna
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