Non basta credere ai sogni, vogliamo viverli...
Dopo la tournée del 2019, torna "La Fabbrica dei sogni" la favola romantica diretta e ideata da Sal Da Vinci con Ciro Villano.
Lo spettacolo, la cui direzione artistica e la coreografia sono a cura di Marcello e Mommo Sacchetta mentre la supervisione artistica è di Lello Arena, ha iniziato il tour al Teatro Cilea di Napoli per poi arrivare Al Verdi di Firenze. Il cast, che vede nei ruoli protagonisti Sal Da Vinci stesso e Fatima Trotta, si arricchisce di altri artisti della musica e del teatro: Francesco Da Vinci (reduce dall'ultima stagione di Gomorra), Ettore Massa, Ciro Villano, Daniela Cenciosi, Enzo Fischetti e Federica Celio. Non meno prezioso è il contributo da tutto il gruppo di giovani attori e performer che si alternano tra recitazione, canto, ballo e - persino - acrobazie circensi.
Il musical ci parla di Salvatore, un cantautore napoletano dimenticato dal mondo, che vive in un manicomio abbandonato e vicino alla demolizione. Ma quello strano luogo, quasi surreale, per lui è tutto: è la casa dove è cresciuto e dove un giorno vorrebbe realizzare un teatro. Il suo essere "diverso", sognatore, lo rende un pazzo agli occhi dei più e a quelli di chi si ferma al primo impatto. Cosa che non accadrà all'agente di polizia, incaricato dello sfratto della struttura: dopo i primi scontri, si lascerà coinvolgere dai sogni dell'artista e da "antagonista" diverrà addirittura complice del suo piano folle di dare spazio, vita e voce a tutti i reietti della società.
La storia è ambientata tutta nell'ex manicomio ormai abbandonato - dove vivono il cantautore Salvatore e la sua folle psichiatra (Fatima Trotta, segretamente innamorata di lui) insieme al gruppo di artisti strampalati - per cui la scenografia, ad impianto fisso, si dimostra una scelta azzeccata. Né dà segni di monotonia: le curate proiezioni, che si riflettono anche su di essa oltre che sul fondale, riescono a ricreare ambientazioni anche molto diverse, spesso legate alla psicologia e all'emozione del "folle di turno".
Il cantautore partenopeo dà grande prova del suo talento, sia sul piano della recitazione sia su quello vocale, dimostrandosi un potente cantastorie del musical. Fatima Trotta non è da meno: i duetti con Sal sono toccanti e la sua versatilità artistica sembra dimostrare come, a volte, il nome di richiamo non sia solo una scelta dettata da scopi commerciali ma anche un investimento qualitativo. Ciro Villano, autore e regista, oltre che attore, è il poliziotto insieme al poliedrico Ettore Massa: entrambi rappresentano la chiave comica dello spettacolo. I Qui Pro Quo, i giochi di parole e le altre gag che nascono grazie ai due uomini "di legge" riescono a mediare un contenuto molto profondo e introspettivo in una chiave più leggera e scherzosa. Personaggio forte, che poi si rivelerà debole, è quello di Daniela Cenciotti che, con grande competenza, ricopre il ruolo del vero "antagonista" dei sogni: essa rappresenta il lato materiale di ognuno di noi, i nostri vizi più materiali, il nostro bisogno di potere e di ricchezza, in antitesi con la nostra natura sognatrice. Federica Celio ha il difficile compito di narrare (in canzoni) la storia: le sue apparizioni, sempre in punta di piedi, arricchiscono il quadro onirico dello spettacolo.Enzo Fiaschetti, nel ruolo di cardinale, è l'altro personaggio comico che riesce a tenere testa a quello di Cenciotti.
La musica è un elemento chiave di questo spettacolo: con contributi di canzoni note, che il pubblico intona spesso insieme agli artisti sul palco - chiaro tributo al patrimonio cantautoriale italiano (e in particolare napoletano), lo spettacolo si può ascrivere a tutti gli effetti al genere musicale del Jukebox; qui il fil rouge che lega brani di autori diversi è sicuramente il grande respiro che gli arrangiamenti ci consegnano sebbene ciò non implichi un rincorrere agli eccessi la tradizione o il Bel Canto italiano; le partiture più moderne, spesso lasciate a Francesco Da Vinci, figlio d'arte, con i contributi rap-trap si sposano perfettamente con le altre più tradizionali consegnando un prodotto vario ma contestualmente omogeneo. Un po' come sono i sogni, spesso dolci, evocativi, eterei; a volte duri, aspri e scioccanti.
La direzione musicale di Pennino ha saputo mettere in risalto le doti canore di tutto il cast ma permette anche di esibire i ballerini in numeri molto convincenti; senza considerare gli affascinanti numeri acrobatici che, ancora una volta, lasciano volare in alto i sogni del pubblico.
I costumi sono un elemento importante dello spettacolo. Una storia ambientata ai giorni di oggi, una storia reale, una storia quotidiana poteva portare alla scelta (semplicistica) di costumi banali e scontati. Invece, si è saputo osare. Eccezione fatta per i tre personaggi che vengono da fuori (i due vigili più il comandante di polizia), tutti gli altri "abitanti" del manicomio hanno dei costumi "teatrali", il cui stile strizza l'occhio allo steam punk, quasi a sottolineare come la vita dentro al manicomio si sia fermata. I vari "pazzi" hanno costumi molto scenici, tutti rigorosamente bianco "ospedale" ma lacerati e usurati dal tempo.
Finalmente possiamo assistere ad uno spettacolo inedito, completamente creato e "sperimentato" in Italia. Anche se un jukebox musical, "La Fabbrica dei sogni" rappresenta una produzione che niente ha da togliere ad altre adattate da successi oltreoceano. E finalmente il pubblico può sognare. Perché lo spettacolo a questo ci invita, al gioco dei sogni, a ciò che permette ai pazzi di diventare attori e agli attori di diventare pazzi. Ed è chiaro che tutti, bene o male, siamo stati, almeno per pochi istanti della propria vita, pazzi; e i folli, come noi spettatori di questo spettacolo, non credono semplicemente nei sogni, ma vivono nei sogni.
LA FABBRICA DEI SOGNI
Testo e regia: Sal Da Vinci e Ciro Villano
Direzione artistica e coreografie: Marcello e Mommo Sacchetta
Supervisione artistica: Lello Arena
Cast: Sal Da Vinci, Fatima Trotta, Ciro Villano, Daniela Cenciotti, Ettore Massa, Francesco Da Vinci, Enzo Fischetti, Federica Celio
I "Mainati": Ludovica Cinque, Luca Grassano, Davide Richiello, Elisabetta Romano, Mariateresa Russo, Luca Sciarrillo e i ragazzi della Cilea
Academy
Ensemble: Ciro Amelio, Imma Caiazzo, Viola Cappelli, Deborah Frittelli, Cristina Gallettini, Andriy Lazorko, Marco Pipani, Enrico Savorani,
Evelyn Giuseppina Sciarrino, Emiliano Serra
Direzione musicale e arrangiamenti: Adriano Pennino
Assistente alle coreografie: Irene Tavassi
Scene: Roberto Crea
Costumi: Amara Cavalcanti
Disegni luci: Francesco Adinolfi
Video scenografie: Mariano Soria
Scenotecnica: Massimo Comune Sacs
Trucco: Ciro Florio
Foto: Pepe Russo
Grafica: Francesco Fiengo
Ingegnere del suono: Gianni Gallo
Service: Emmedue
Direttore di scena: Ferruccio Pepe
Produzione: Cose Production & Tunnel Produzioni
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