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Review: IO SONO NIJINSKY al TEATRO LO SPAZIO

LIBERAMENTE TRATTO DAI DIARI DEL CELEBRE DANSEUR ETOILE UN TESTO INTENSO DI DANIELE BERNARDI IN SCENA FINO AL 19 MARZO

By: Mar. 18, 2023
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La tragica fine del famoso danseur étoile Vadlav Nijinsky è oggetto di un intenso monologo scritto e diretto da Daniele Bernardi. La iconica figura del più grande nome della danza del '900, nonostante la sua breve vita professionale, ha sempre affascinato autori e scrittori per la magia del suo mito ed il mistero legato alla follia che pose fine alla sua vita nel 1950 a soli 61 anni di età. La sua carriera di fatto terminò nel 1919: dopo quell'anno seguirono alcune rarissime apparizioni. Usci definitivamente dalla scena rinchiuso in un manicomio per volere della moglie Romola De Pulzsky che volle sottrarlo al'influenza del suo manager/amante Sergej Djagilev. Non si saprà mai bene se dare la colpa della sua follia ad entrambi o dare a lei il merito di averlo sottratto al pubblico proprio per la schizofrenia che gli venne diagnosticata in quel periodo. La morte del fratello anche lui malato di mente lo farà sprofondare in un isolamento ancora più tragico. In quel lungo periodo di reclusione il celebre ballerino scrisse tre quaderni noti come I Diari in cui diede sfogo alla sua follia senza risparmiare dettagli che vennero censurati dalla moglie alla loro prima pubblicazione. I suoi deliri, le sue convinzioni, le sue insicurezze ma anche le sue certezze descritte da lui in prima persona sono l'oggetto principale del testo che Daniele Bernardi ha portato in scena per celebrare non solo la figura del mito Nijinsky ma anche alcune profonde sensazioni e sentimenti che si possono annidare nella psiche umana quando confinata dall'incomprensione e dalla preclusione.

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Curando anche la regia della sua pièce, Bernardi ha scelto un'ambientazione minimalista con un uso del bianco e nero estremamente essenziale. La scenografia così come gli oggetti e il sonoro sono stati curati da Ledwina Costantini: la scena è completamente nera, mentre lui e tutti gli oggetti in scena sono bianchi. I bei costumi realizzati da Luisa Beeli e il suo trucco sono bianchi così come le marionette utilizzate per rappresentare lui stesso, sua moglie e il suo manager/amante, quasi ad esprimere un candore infantile. Unica eccezione il cerchio rosso su cui viene deposta la marionetta che rappresenta il danseur étoile, un evidente simbolismo del voler uscire dalla sua monotonia in bianco e nero. Il testo è ben scritto e va a toccare sia gli estremi delle sensazioni del personaggio che degli eventi della storia di Nijinsky, ormai parte di una mitologia di dominio comune.

Quello che pecca in questa pur ben architettata rappresentazione è forse una recitazione eccessivamente monocorde con cui Daniele Bernardi affronta la follia di Nijinsky. La sua ottima mimica a tratti ricorda il grande Marcel Marceau mentre in alcuni momenti recitativi non può non tornare alla mente una dizione rapportabile all'altrettanto grande Paolo Poli. Bernardi ha ben dosato questi aspetti nella sua performance mantenendo però durante tutta la pièce, un'unica linea recitativa che alla fine è risultata un po' pesante da seguire. Questo non ha permesso di esplorare a fondo gli inevitabili alti e bassi che possono verificarsi nella mente di una persona affetta da schizofrenia. Non si è riusciti ad apprezzare fino in fondo un testo comunque ben scritto.

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TEATRO LO SPAZIO

Presenta

IO SONO NIJINSKY

( liberamente tratto da i diari dei Balletti Russi )

a partire dall'opera di Vaslav Nijinsky

Scritto, diretto e interpretato da

Daniele Bernardi

Scenografia oggetti di scena e tessuto sonoro di

Ledwina Costantini

Costumi di

Luisa Beeli

Voce fuori campo

Raissa Avilés

Fotografie di

Alessandro Ligato



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