UN DRAMMA SULLA GENITORIALITÀ VISTA DA OPPOSTI PUNTI DI VISTA
Le crepe del cuore
Al Teatro Lo Spazio ha debuttato la pièce Interruzioni – Le crepe dell’anima, tratto dal libro di Camilla Ghedini, adattato e diretto da Paolo Vanacore con la consulenza tecnico scientifica di Alessandra Bramante.
CARMEN DI MARZO
Il libro tratta di genitorialità nel più ampio spettro, dalla decisione più o meno voluta della maternità, dei cambiamenti che porta nella vita di una donna e degli infiniti “se..” che il creare la vita può portare con se. “Se non lo avessi avuto..” “Se non avessi abortito..” “Se lo avessi amato di più..” e tutte le altre possibili sfumature. La drammaturgia si apre con una giovane donna alla sbarra, accusata di aver ucciso il suo bimbo di sei mesi in preda ad una crisi di cui non ricorda poi molto. La donna cerca di difendersi, non sembrando poi così pentita: quasi non si rende conto della drammaticità del suo atto, tanto questa giovane vita aveva sconvolta la sua quotidianità. Ad accusarla un pubblico ministero che non ha avuto la possibilità di essere madre avendo utilizzato la pillola del giorno dopo e aver poi subìto un aborto spontaneo. Trovarsi ad accusare una donna che ha avuto un figlio e non lo ha voluto al punto di eliminarlo mentre lei lo avrebbe ora voluto più di ogni cosa, la trascina in una tale confusione mentale che la porterà quasi a voler difendere quella donna invece di doverla accusare. La sua situazione familiare, con una madre poco comprensiva, la porta a ricercare precedenti cause legali in cui donne, cresciute e vissute in famiglie decisamente ostili, hanno compiuto gesti estremi per la propria salvezza più che per intenzionalità. Questo la porterà ad abbandonare la sua posizione di pubblico ministero in un gesto a metà tra protesta e disperazione. Protesta per una condizione di inferiorità in cui molte donne sono costrette a vivere, disperazione per non poter trovare la forza di aiutarle.
Il concetto di “interruzione” ricorre come un boomerang avvicinandosi a tutte le possibili sfaccettature delle "interruzioni" senza tuttavia soffermarsi su ognuna di esse: interruzione di una gravidanza, interruzione di un rapporto, interruzione di una vita, interruzione di una telefonata, tutte interruzioni che influiscono sulla psiche lasciando ferite che a volte fanno fatica a cicatrizzarsi e che spesso non guariranno mai.
A ricoprire il doppio ruolo del pubblico ministero e della accusata di infanticidio, una intensa Carmen Di Marzo ha colto le quasi opposte personalità di queste due donne con un ben calcolato dosaggio di differenziazione culturale. Il magistrato, colto, affermato professionalmente si contrappone alla donna proveniente da un basso proletariato: entrambe queste donne, nonostante le loro differenze, hanno più in comune di quanto non si possa pensare. Ed è proprio in questo gioco di differenze e similitudini che si è potuta apprezzare la profonda ricerca fatta da Carmen Di Marzo che sotto l’attenta mano di Paolo Vanacore è riuscita in 50 minuti di spettacolo a dare forte credibilità a due personalità così lontane l’una dall’altra.
Ad accompagnare le oscure pieghe di questa drammaturgia, le intense note appositamente create da Alessandro Panatteri che oltre all’utilizzo pratico per i rapidi cambi di costume, hanno decisamente aiutato a mantenere la cupa atmosfera di questa drammaturgia che lancia molte domande a cui ognuno dovrebbe poi poter dare delle risposte.
PROGETTARTE
Presenta
INTERRUZIONI
LE CREPE DELL’ANIMA
Di Camilla Ghedini
Adattamento e regia di Paolo Vanacore
Consulenza tecnico-scientifica di Alessandra Bramante
Musiche originali di Alessandro Panatteri
Scene di Alessandra De Angelis
Cast
Carmen Di Marzo
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