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Review: IN TRENO IN TRE NO al TEATROSOPHIA

UN VIAGGIO QUASI IPERBOLICO NELLE PIEGHE NASCOSTE DELLA LINGUA ITALIANA

By: Oct. 18, 2023
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Nella filosofia del Teatrosophia si è inserito un divertente monologo interpretato da Giuseppe Manfridi intitolato In TreNo In Tre No da lui scritto e diretto.

L’artista ci porta in un viaggio all’interno delle più misteriose vie della lingua italiana di cui è sicuramente un esperto conoscitore. La sua preparazione e approfondito studio degli aspetti più originali e meno conosciuti della nostra bella lingua, si presenta a metà tra la lezione e la conferenza non senza il necessario divertissement e la sorpresa che stupisce per la sua semplicità. Partendo dai palindromi per passare poi a enigmi, a codici indecifrati e giochi di parole, Manfridi trasporta il pubblico tra le nascoste pieghe dell’italiano partendo dalle più semplici ma non così evidenti, fino alle più complesse, inclusi alcuni record come i più lunghi palindromi. Tra battute, complessi anagrammi e ampollose retoriche, Manfridi ci fa scoprire quanto possa essere interessante e allo stesso tempo bizzarro l’accoppiamento di parole e di concetti che usiamo tutti i giorni sena forse rendercene effettivamente conto.  

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All’inizio della performance Giuseppe Manfridi accoglie il pubblico presentando una sveglia di quelle vecchio stile che i più sono soliti ormai vedere solo nei fumetti o nei vecchi film, quella con le due cupolette per intenderci. Invita il pubblico a tenerla d’occhio per segnalargli se si stia dilungando troppo. E la serata perde lustro proprio quando Manfridi, probabilmente molto preso dalla sua indubbia conoscenza dell’argomento, si lascia trasportare troppo dall’entusiasmo, dilungandosi su dettagli che hanno rallentato la necessaria scorrevolezza della serata. Avvisa il pubblico che i nove fogli che tiene in mano, altro non sono che la scaletta della serata e che avrebbe cercato di mantenersi entro quei limiti:  non è stato da subito rassicurante. Dopo circa metà della performance, più di una volta ha ripetuto “questo lo salto”, rendendosi conto lui stesso di esseri forse prolungato troppo. Forse una minore concentrazione di argomenti ma trattati con più profondità avrebbero asserito una maggiore qualità alla performance. Questa è stata senza dubbio godibile e spassosa ma a lungo andare è risultata pesante, soprattutto nel finale caratterizzato da una lunga serie di battute stile barzelletta “sintetica” più adatte ad una tavolata con boccali di birra che ad un palcoscenico di teatro. Non sono assolutamente da sminuire il suo entusiasmo e la sua preparazione, ma si è riscontrata una leggera mancanza di preparazione nel costruire il monologo che è a tratti sembra essere stato lasciato un po’ troppo all’improvvisazione. Un plauso agli interessanti elementi scenici creati da Antonella Rebecchini che hanno ben simbolizzato la “confusione” della lingua italiana … così come quella della serata.

TEATROSOPHIA

Presenta

In TreNo In Tre No

di e con GIUSEPPE MANFRIDI

Elementi scenici: Antonella Rebecchini

 


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