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Review: IN CASA CON CLAUDE 3.0 al Teatro Lo Spazio

Un thriller psicologico ed una intensa prova d’attore nella ripresa di questo classico ispirato al film di René Daniel Dubois.

By: Dec. 11, 2022
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Being At Home With Claude, film canadese del 1992 di René Daniel Dubois, fece grande scalpore all'epoca della sua uscita nelle sale e negli anni a seguire ha ispirato diverse trasposizioni teatrali. Giuseppe Bucci ce ne offre una nuova lettura e un adattamento se possibile ancora più intenso e appassionante. Un giovane escort viene fermato per un omicidio di cui lui stesso ha avvisato sia la polizia che un fantomatico giornalista. Inizialmente non collabora con l'ispettore incaricato, al quale non vuole dire ne il suo nome ne raccontare i fatti. Sotto l'influsso di una forte confusione mentale, non riesce neanche lui a capire fino in fondo il suo gesto. Per difendersi cerca di ricattare un giudice, suo cliente a cui ha sottratto delle chiavi e solo il paziente e pressante intervento dell'ispettore lo porterà ad aprirsi e a confessare, non tanto il delitto, ma l'incredibile cocktail di sentimenti e sensazioni che lo hanno portato al drammatico gesto. Ne emerge una storia di emarginazione, povertà, dipendenza, gelosia e soprattutto conosciamo la sfrenata sessualità che per il giovane rappresenta il necessario surrogato dell'amore che non trova ma neanche cerca nei suoi clienti. Quando conosce Claude, scopre invece l'amore e scopre la possibile esistenza di una comunione di due anime come non aveva mai provato prima e ne rimanene spaventato. Per sublimare quel momento in cui la loro unione fisica associata a quella delle loro anime è ad un livello talmente elevato da non potersi più ripetere, l'unica soluzione è l'inconscia (o conscia ma la scelta è lasciata ad ogni singolo spettatore) di togliere la vita a quell'anima che da quel preciso istante rimarrà sua in eterno. Il lungo monologo del giovane Yves nella seconda parte è così penetrante e lancinante da lasciare il pubblico attonito come attonito rimane l'ispettore che rimane muto ad ascoltarlo. In quelle frasi c'è il racconto di tanta disperazione, di tanta emarginazione e di un tale bisogno di amore e di normalità che quando si trova può veramente fare paura.

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La regia di Giuseppe Bucci è quasi psichedelica, anche nell'uso delle luci utilizzate per rappresentare la confusione mentale e l'alternanza di sentimenti che rimbalzano nella mente del giovane assassino. Il ritmo incalzante che ha impresso alla recitazione dei suoi attori ha dato al testo un bellissimo e costante crescendo. Partendo dalle esitazioni iniziali si giunge alla conturbante scena finale e a quei pochi attimi in cui coesistono la potenza dell'org*smo e quella della vita che esala il suo ultimo respiro in un altro tipo di comunione, questa volta fatale.

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Il giovane attore Dario Guidi, appena ventottenne, incarna alla perfezione l'immagine dell'esile escort, spaventato ma al tempo stesso sicuro della sua professione. Tenero ma anche determinato, fragile e sensuale, carnefice e vittima allo stesso tempo. Nel lungo monologo è come un fiume in piena e anche se ha avuto qualche piccolissima quasi impercettibile esitazione, è risultato assolutamente credibile, plastico nei movimenti e con una notevole espressività. L'ispettore è interpretato da Carlo Di Maio, incisivo e vigoroso all'inizio, riesce poi ad esprimere con la sola espressione tutte le parole che non può pronunciare quando rimane incredulo ed inerme di fronte a ciò che sta ascoltando. La crescente intensità della pièce è infatti molto ben bilanciata dai due percorsi completamenti opposti di queste due personalità, dal loro incrocio e dallo scambio di posizione che inevitabilmente avviene tra di loro.

I DUE DELLA CITTÀ DEL SOLE

presenta

IN CASA CON CLAUDE 3.0

Brani tratti da BEING AT HOME WITH CLAUDE

Di René Daniel Dubois

Adattamento e regia di Giuseppe Bucci

Aiuto regia Anna Bocchino

Scene Filippo Stasi

Musiche Giovanni Coda

Cast

Dario Guidi - Yves

Carlo Di Maio - L'ispettore

Ufficio Stampa Maresa Palmacci

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