UN'ALTRO GIOIELLO NELLA FILOSOFIA DEL TEATROSOPHIA IN SCENA FINO AL 27 OTTOBRE
Cosa succederebbe se i personaggi di un’opera, di una pièce, di un musical si incontrassero dopo che l’autore ha posato la penna e gli ha donato una vita limitata alla durata di uno spettacolo? Cosa si racconterebbero? Sarebbero contenti di quello spaccato di vita, avrebbero voluto cambiare qualcosa, come si sarebbero rapportati agli altri personaggi se avessero potuto intervenire sulla storia per loro creata? Se lo è chiesto Guido Lomoro adattando (mettendoci anche molto del suo) il testo di Giuseppe Manfridi Shakespeare family.
Ne I Figli Del Poeta in scena al Teatrosophia, nello specifico ci troviamo di fronte al più conosciuto dei drammi shakespeariani, Romeo e Giulietta di cui all’inizio di questa pièce viene brevemente accennato il tragico finale. Subito dopo si è come trasportati in un luogo alternativo, quasi etereo in cui 5 personaggi si confrontano, si fanno domande, vengono a scoprire realtà che non gli erano state svelate durante la pièce originale e cercano di comprendere il perché di quel tragico intreccio che ha visto la morte prevalere sull’amore. Giulietta, Romeo, Mercuzio, Baldassarre e Frate Lorenzo si confrontano partendo da battute dell’originale cercando le risposte nel loro subconscio e non solo. Ne segue una serie di “se” e “ma” per cercare di capire cosa ognuno di loro avrebbe potuto fare per evitare la morte dei due amanti. Mercuzio che è il primo a morire nella tragedia, viene così a scoprire cosa è avvenuto dopo la sua morte e così via su molti dettagli in cui l’ironia si sovrappone alla curiosità e alla scoperta.
L’interazione dei cinque personaggi è magistralmente diretta da Guido Lomoro che non contento di aver creato un immaginario molto credibile nelle botte e riposte molto rapide e concise, si è servito dei movimenti coreografici diretti dalla fedelissima Maria Concetta Borgese. Movimenti che hanno consentito agli attori di rendere ancora più efficaci le loro battute come se si trovassero in un ambiente privo di gravità. I sentimenti, le sensazioni, le paure le gioie sono così risultate estremamente tangibili tanto quanto il sudore che i cinque protagonisti hanno esternato durante la pièce.
Oltre al notevole affiatamento mostrato dai cinque attori in scena, si è potuto notare una eccellente scelta delle voci risultate in un perfetto gioco di intonazioni ben studiate. Dalla forte e decisa voce di Romeo a quella quasi più soffice e colpevole di Frate Lorenzo passando da quelle più stupite e ironiche di Mercuzio e Baldassarre. E non poco ha dovuto faticare Giulietta per imporsi in questo groviglio di voci maschili.
Quindi un notevole plauso a Lorenzo Mangano, Giada Arigoni, Alessio Corso, Manuel Gentile e Alessandro Cazzaniga che da giovani diplomati al loro primo vero impegno professionale hanno dimostrato di aver profondamente compreso quella sottile connessione tra la fisicità e la espressione vocale, essenziale per far arrivare al pubblico quell’emozione che partendo dall’io più intimo dell’interprete deve arrivare ad emozionare chi lo sta guardando. Di questo Guido Lomoro e Maria Concetta Borgese sono senz’altro due ottimi esempi ed altrettanto validi insegnanti nel passare questa fondamentale connessione.
Teatrosophia
Presenta
I FIGLI DEL POETA
(Giulietta, Romeo e gli altri)
Liberamente tratto da Shakespeare family di Giuseppe Manfridi
Adattamento e regia: Guido Lomoro
Coreografie e movimenti scenici: Maria Concetta Borgese
Luci: Gloria Mancuso
Costumi: Giulia Balbi
Fotografie: Lorena Vetro e Edmund Kurenia
CAST
Giada Arigoni
Lorenzo Mangano
Alessio Corso
Manuel Gentile
Alessandro Cazzaniga
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