UN'IMPORTANTE PAGINA DELLA NOSTRA STORIA RECENTE RIVIVE IN UN OTTIMO ALLESTIMENTO IN SCENA FINO AL 30 APRILE
Dopo una lunga tournée in varie città italiane approda a Roma il testo di Anthony McCarten sulla vicenda più unica che rara della coesistenza di due Papi nella Chiesa Romana: almeno non negli ultimi 700 anni. I Due Papi, nella traduzione italiana di Edoardo Erba, racconta i momenti romanzati ma credibili, che portarono Papa Benedetto XVI a dimettersi dal soglio pontificio lasciando libero campo all'allora Cardinale Bergoglio e oggi Papa Francesco.
Il testo, poi adattato anche in una versione cinematografica con Anthony Hopkins e Jonathan Pryce nei ruoli dei due papi, presenta due esseri umani alle prese con situazioni e argomentazioni che sembrano essere più grandi dei loro pur vasti ego. Senza attacchi diretti, vengono snocciolati scandali, problemi, intrighi, corruzioni nonché immoralità e vergogne della Chiesa Romana che questi due Papi si sono trovati a dover affrontare. Non vediamo soluzioni in scena a tutti questi problemi (non sono stati risolti neanche nella realtà) , ma la denuncia è evidente e i concitati battibecchi, ripicche e reciproci ricatti che i due si fanno per raggiungere ognuno il proprio scopo, sono ben studiati e tengono il pubblico attento e interessato. Drammaticità e ironia si bilanciano in un equilibrio tipicamente teatrale e quindi molto accattivante. Geniale la "canonizzazione" della canzone degli ABBA Dancing Queen qui utilizzata in versione "ecclesiastica" per l'elezione al soglio pontificio di Benedetto XVI: ogni riferimento è (o non è) puramente casuale.
La particolare atmosfera che regna durante tutta la pièce viene sostenuta sia dall'ambientazione che dalla recitazione. Le scenografie di Alessandro Chiti ricreano le sontuose sale di Castel Gandolfo o quelle vaticane con l'ausilio anche di proiezioni, ma soprattutto con una accurata attenzione negli arredi e nelle decorazioni tanto da meritare il Premio "Mulino Fenicio" 2022 per la migliore scenografia. A creare la giusta ricostruzione contribuiscono non poco le luci e i suoni di David Barittoni.
Ma indubbiamente la forza di questa pièce si basa sulle interpretazioni sentite e partecipate sia dei due interpreti principali che delle due loro accompagnatrici. Giorgio Colangeli affronta Papa Ratzinger con la durezza germanica che gli si conosceva, strappando anche qualche risata con un humor che forse non aveva mai esternato durante il suo pontificato. All'opposto, Mariano Rigillo, uno strepitoso Papa Bergoglio, ha avuto un compito più semplice trovandosi ad interpretare un personaggio con una ben nota umanità e schiettezza. Entrambi dall'alto della loro esperienza non hanno deluso le aspettative. Al loro fianco, Anna Teresa Rossini interpreta la suora che assiste Benedetto XVI ed è la prima a conoscere le sue intenzioni. La confessione della sua intenzione di dimettersi la porta ad esternare quel lungo e sentito elenco di tutti gli "imbarazzi ecclesiastici" con una tale veemenza da strappare un altrettanto lungo applauso. Ira Fronten invece interpreta la suora che incontra Bergoglio e a sua volta lo istiga a rimanere nella sua posizione di cardinale con lo stesso impeto.
La regia di Giancarlo Nicoletti è essenziale, forse un po' scarna: d'altronde non c'era poi molto da enfatizzare di fronte ad un argomento già di se preponderante e a due interpreti che da soli riempiono la scena. Se un piccolo appunto si deve fare, forse i due interpreti avrebbero potuto usare qualche piccola inflessione nei due idiomi appartenenti a due personaggi che tutto il mondo conosce ed ha ascoltato in numerosissime occasioni. Ascoltare Benedetto XVI dire alcune frasi in tedesco e poi sentirlo parlare in perfetto italiano senza neanche un'inflessione "germanica", ha tolo un pizzico di realismo alla serata. Così come lo ha fatto ascoltare Papa Francesco senza quelle sue dolci "scivolature" ispaniche. Non che dovessero recitare tutta la pièce con quelle cadenze, ma qualche intonazione, qualche calata qui e la, non avrebbe stonato.
I Due Papi rimarrà in scena alla Sala Umberto fino al 30 aprile.
Goldenart Production - Viola Produzioni - Altra Scena - I due della città del sole
su licenza di Muse of Fire Production Ltd e in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi
presentano
Traduzione Edoardo Erba
Regia Giancarlo Nicoletti
Scenografia Alessandro Chiti
Costumi Vincenzo Napolitano - Alessandra Menè
Disegno luci e fonico David Barittoni
Cast
Giorgio Colangeli - Papa Benedetto XVI
Mariano Rigillo - Papa Francesco
con la partecipazione di
Anna Teresa Rossini
Ira Fronten
Alessandro Giova
Videos