TORNA DOPO IL SUCCESSO DELLA SCORSA STAGIONE L'INTENSA PIЀCE ESOTERICA DIRETTA DA GUIDO LOMORO IN SCENA FINO AL 26 FEBBRAIO
Cosa succederebbe se esistesse un posto dove si ritrovassero i fantasmi delle donne maltrattate in ogni epoca pronte a raccontare le loro tragiche storie? È quello che ha immaginato il regista Guido Lomoro ispirandosi e adattando il libro di Claudio Marrucci e Carmela Parissi intitolato Fantasme, da Messalina a Giorgiana Masi, come e dove incontrarle. Con una semplice scenografia ideata a rappresentare dei bozzoli di farfalle, tre intense attrici si muovono lungo tre atti in cui vengono evocati nove spiriti di altrettante donne vissute in diverse epoche storiche. Tutte sono accomunate da sofferenze, umiliazioni, sottomissioni, violenze e da una tragica morte. In ognuna di queste anime non prevale uno senso di vendetta ma di rivalsa, quasi un monito per tutte le donne a non sottostare al patriarcato e a pensare invece come salvare un mondo sempre più in pericolo.
TRE ATTI CON UN INTRIGANTE GIOCO DI EPOCHE STORICHE
Nel primo quadro si incontrano gli spiriti di Gaia Lavinia Volumnia, una donna d'affari vissuta a Perugia nel periodo etrusco, considerata troppo intraprendente e per questo ostacolata da tutti. Con lei Bianca Lancia, una delle concubine di Federico II di Svevia che la riempì di promesse mai mantenute. Pur avendo generato con lei tre figli, l'imperatore non la volle sposare. La fece imprigionare in uno dei suoi castelli spingendola al suicidio. La terza fantasma del primo atto è Bianca Aloisia Malaspina, vissuta nel 1600. Sua colpa essere albina e quindi considerata figlia del demonio. Rifiutatasi di sposare chi voleva suo padre, finì i suoi giorni murata viva nelle segrete del castello paterno.
MARIA CONCETTA BORGESE
La seconda parte si incentra tutta nel Rinascimento un'epoca ricca di figure femminili che hanno cercato di imporsi senza fortuna lasciando però impronte indelebili. Artemisia Gentileschi, la grande pittrice, unica donna della sua epoca a sfidare un campo completamente al maschile. Subì violenze fisiche e morali per l'intraprendenza della sua arte, solo in epoche recenti riconosciuta per il suo vero valore. Con lei Beatrice Cenci decapitata per aver complottato l'omicidio di un padre despota che la violentò ripetutamente. A completare questo quadro, Lucrezia Borgia, l'incarnazione del male per antonomasia. Soprannominata la "più grande puttana di Roma" subì continui giochi di potere del padre e del fratello e non è mai stato possibile provare fino a che punto fu loro complice o solo vittima.
MARTA IACOPINI
Nell'ultimo atto Bianca Maria Martinengo, figlia di un capitano di ventura vissuta alla fine del 1400: ebbe la colpa di rinnegare le imprese paterne cercando di allontanarlo dalle armi e dalla cattiveria. Ne rimase invece vittima. Con un salto di parecchi secoli assieme a questa anima buona si appaia Rita Rosani, una staffetta partigiana di origini ebree che riuscì a evitare la deportazione. Fu uccisa durante un rastrellamento con un colpo alla testa. Con loro Giorgiana Masi uccisa nel 1977 durante la manifestazione per la vittoria del SI al referendum sul divorzio. Un lungo processo non fu sufficiente a provare la colpevolezza delle forze dell'ordine in borghese come sostenuto dalla difesa. La sua anima rimane a rappresentare tutte le vittime dei poteri forti.
SILVIA MAZZOTTA
A interpretare queste nove donne forti, storiche, terribilmente intriganti ci voleva un terzetto di attrici capaci di tirar fuori un continuo mix di sensazioni altalenanti tra disperazione e dolcezza con tutto quello che vive in mezzo a questi due opposti. Maria Concetta Borgese, Marta Iacopini e Silvia Mazzotta ci sono riuscite. Hanno emozionato il pubblico con una recitazione passionale, intensa, quasi senza respiro. Evidente la loro amicizia e conoscenza reciproca che va oltre l'impegno professionale. Alle loro voci si sono accompagnati i movimenti coreografici ben studiati dalla stessa Borgese, movimenti che hanno fatto sentire le loro disperate grida di dolore e di amore anche quando non proferivano parola. Una specialità di Maria Concetta Borgese, già sperimentata con successo in Processo a mio figlio di Antonio Mocciola e che qui è portata a livelli ancora più elevati grazie al forte esoterismo contenuto nel testo. E questi movimenti, questi gesti, più che la musica che li accompagnava, hanno dato un forte senso della comprensione dell'animo femminile dimostrato da Guido Lomoro che le ha dirette con grande sensibilità. Tutta l'atmosfera creata dalle scenografie di Enzo Piscopo, la musica composta e eseguita dal vivo dal Maestro Theo Allegretti, i fluttuanti costumi di Tania Orsini e le luci di Gloria Mancuso, ha reso credibile questo universo in cui le anime delle donne si ritrovano per sostenersi vicendevolmente e da dove lanciare il loro messaggio di monito al nostro mondo sempre più alla deriva.
Teatrosophia
presenta
FANTASME
Tratto dal libro "Fantasme, da Messalina a Giorgiana Masi, come e dove incontrarle",
di Claudio Marrucci e Carmela Parissi (Pubblicato da Fefè Editore)
Adattamento e Regia: Guido Lomoro
Coreografia e Movimenti scenici: Maria Concetta Borgese
Musiche composte ed eseguite dal vivo da: Theo Allegretti
Scenografie: Enzo Piscopo
Disegno luci: Gloria Mancuso
Costumi: Tania Orsini
Fotografie: Lorena Vetro-Aurora Leone
Grafica: Carmela Parissi
Ufficio stampa: Andrea Cavazzini
Social media management: I Vetri blu
Cast
Maria Concetta Borgese
(Gaia Lavinia Volumnia- Lucrezia Borgia- Rita Rosani)
Marta Iacopini
(Bianca Maria Aloisia Malaspina- Artemisia Gentileschi- Bianca Maria Martinengo)
Silvia Mazzotta
(Bianca Lancia - Beatrice Cenci - Giordana Masi)
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