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Review: EDITH PIAF L'USIGNOLO NON CANTA PIÙ all' OFF/OFF THEATRE

IL MITO DELLA PIU GRANDE CANTANTE FRANCESE DI TUTTI I TEMPI RIVIVE IN UNA PIЀCE APPASSIONANTE E REALISTICA: IN SCENA FINO ALL’11 DICEMBRE

By: Dec. 07, 2022
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Affrontare un mito, un'icona inavvicinabile per storia, reputazione, capacità interpretativa e per l'aurea che si era saputa creare quando era in vita, non è mai cosa semplice, ne tanto meno una certezza di successo. In Edith Piaf L'usignolo non canta più, regia e interpretazione rendono un servizio più che dignitoso a questa donna unica e indimenticabile.

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La trama si svolge nel 1960, anno in cui l'artista aveva abbandonato le scene minata nel fisico da una penosa artrite, dall'alcol e dalla morfina. Altrettanto minata era la sua mente dalle tante delusioni amorose e soprattutto dalla morte di Marcel Cerdan, il suo più grande amore. Il famoso pugile morì in un incidente aereo di cui lei si riterrà sempre responsabile per aver insistito nel fargli prendere quell'aereo per New York invece della traversata in nave. Bruno Coquatrix, fondatore del più celebre Music Hall parigino, l'Olympia, si ritrova pieno di debiti e rischia il fallimento. Per risollevarsi ricorre proprio a lei. Un suo ritorno sulla scena lo salverebbe dalla chiusura. Il loro appuntamento diviene il pretesto di ripercorrere alcuni dei più grandi successi del repertorio della Piaf collegandoli a ricordi comuni, a ricordi dei suoi amori, della sua infanzia, dei suoi inizi. Tutti eseguiti dal vivo, su basi registrate, riascoltiamo Milord, La Foule, L'accordéoniste e ovviamente La vie en rose. Edith si vede malata, brutta, dolorante e si rifiuta di tornare in scena. Coquatrix riuscirà a convincerla presentandole il testo della canzone Non, Je ne regrette rien, in cui il paroliere Michel Vaucaire colse talmente intimamente il suo istinto di donna dal carattere forte e combattivo, nonostante il suo fisico distrutto che lei decise di tornare in scena per quell'ultimo mitico concerto.

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Autrice del testo e interprete principale, Melania Giglio si cala con grande intensità nei panni di una donna arrabbiata, delusa, sfruttata ma pur sempre così entusiasta della sua vita che visse fino in fondo senza nessun rimpianto. Oltre alla recitazione ardente e quasi irrefrenabile, Melania Miglio da una eccellente prova interpretativa nelle canzoni con un'ottima pronuncia se non per qualche piccolissima faille. Nella sua intonazione di questi famosissimi brani, non copia la Piaf (impossibile eguagliarla) ma adagia la sua personalità su quelle note risucchiandole nella drammaturgia. Ottima la prestazione di Martino Duane nel ruolo di Coquatrix, spontaneo ed elegante nel rappresentare un personaggio che ancora oggi è il simbolo della sua creazione, quell'Olympia dove si sono esibiti tutti i più grandi artisti non solo francesi ma di tutto il mondo. Daniele Salvo crea un'atmosfera quasi surreale con la sua regia attenta ad ogni particolare. Bella l'immagine iniziale della stanza dell'appartamento della Piaf con i mobili coperti da lenzuoli che scompaiono nella penombra quasi a risvegliare quella pur breve rinascita che l'artista ebbe prima di lasciare questo mondo. Molto efficace anche la scena del concerto creata dalla scenografa Fabiana Di Marco, con un grande pannello riflettente che lentamente scende alle spalle dell'artista. Oltre al riflesso di spalle della Miglio, nel momento della sua ultima interpretazione, il pannello riflette anche il pubblico in sala, dando a quel finale un aspetto quasi cinematografico. Oltre al famoso film La Môme, che valse l'Oscar a Marion Cotillard, questa pièce ha il vanto di perseguire il mito di questa artista dalla incredibile voce e della sua avventurosa vita, per farla conoscere alle nuove generazioni con umanità e realismo. Molte artiste degli ultimi decenni (francesi e non) non avrebbero avuto le loro carriere se non ci fosse stata Edith Piaf a cambiare le regole di un mestiere fino ad allora per lo più riservato ad artisti uomini.

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Marioletta Bideri per Bis Tremila

Presenta

Edith Piaf

L'USIGNOLO NON CANTA PIÙ

Testo di Melania Giglio

Regia Daniele Salvo

Scene Fabriana Di Marco

Costumi Giovanni Ciaccio

Assistente alla regia Luigi Di Raimo

Foto di scena Simone Ciampi

Cast

Melania Giglio - Edith Piaf

Martino Duane - Bruno Coquatrix




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