ARRIVA A ROMA IL MUSICAL AMERICANO PIU' LONGEVO DI TUTTI I TEMPI IN SCENA FINO AL 10 DICEMBRE PER POI PROSEGUIRE IN TOUR IN ITALIA
Dopo il debutto milanese, approda al Teatro Brancaccio di Roma Chicago, il musical americano più longevo di tutti i tempi. Scritto da tre colossi del musical come John Kander per le musiche, Fred Ebb per le liriche e Bob Fosse (libretto coreografie e regia originale) si presenta in questa edizione italiana con la traduzione e adattamento a cura di Giorgio Calabrese e la regia di Chiara Noschese.
La prima a Broadway avvenne nel 1975 e non ottenne un grande successo rimanendo comunque in scena per circa 900 repliche. Pur con undici nomination non vinse neanche un Tony Award. Protagonista era Gwen Verdon che già malata mancò parecchie repliche lasciando poi il suo ruolo prima a Liza Minnelli e poi a Ann Reinking. Il revival del 1996 vinse 6 Tony su 8 nomination e detiene invece il record di repliche per un revival e come musical americano. Per numero di repliche è secondo solamente a The Phantom Of The Opera. Nel 2002 Bob Marshall ne aveva diretto la versione cinematografica premiata con 6 Oscar tra cui miglior film.
In questo adattamento per la scena italiana si è un po’ persa l’originale impronta alla Bob Fosse che ancora caratterizza la versione tuttora in scena a Broadway: la produzione della Stage Entertainment di Matteo Forte e Dan Hinde ha comunque creato un ottimo prodotto che non copia ma rende godibile lo spettacolo. Le coreografie curate da Franco Miseria ripercorrono solo pochi accenni alle coreografie originali (soprattutto nell'uso delle mani, un marchio di fabbrica di Bob Fosse), non avvicinandosi neanche lontanamente al livello del grande Maestro: una scelta tutto sommato saggia in quanto irraggiungubile. Nelle ormai famose canzoni entrate nella storia del musical internazionale, gli artisti cantano su basi registrate, ma fortunatamente è stata prestata particolare attenzione al suono ed al giusto bilanciamento tra basi e voci, fatto non sempre scontato. Ricche le scenografie di Lele Moreschi e altrettanto eleganti e curati i costumi di Ivan Stefanutti. Con questi validi collaboratori, Chiara Noschese in veste di regista ha comunque realizzato uno spettacolo scorrevole, piacevole, preciso. C’è tuttavia una pecca non indifferente che abbassa di netto il risultato globale della godibilità di questa produzione che solo per poco non si può attestare al livello che le sarebbe potuto spettare. Sembra che in Italia proprio non si riesca a scritturare vere voci nei musical portati in scena, soprattutto nelle grandi produzioni. Dare continuamente priorità al “nome” non ripaga. E non ripaga specialmente quando si appaiano ottime voci con uno o due artisti che non sono all’altezza degli altri. A farne le spese è proprio quell’artista o quegli artisti che sfigurano nettamente a fianco degli altri interpreti. Una maggiore attenzione ai casting dovrebbe essere la priorità delle produzioni. È un argomento troppo spesso sottolineato da molti critici teatrali ma che non sembra mai essere ascoltato. Sarebbe molto meglio un nome sconosciuto pieno di talento che non un nome famoso non all'altezza.
In questo Chicago troviamo un cast di eccellenze del musical italiano: nel ruolo di Billy Flinn troviamo un bravissimo Brian Boccuni, perfettamente a suo agio in questo ruolo, sempre a tempo, preciso e impeccabile. Christian Ruiz è il simpatico Amos Hart: la sua interpretazione di Mr Cellophane ha segnato così come la sua recitazione. Chiara Noschese non si è smentita nel ruolo di Mama Morton: la sua versatilità e voce sono perfette per il suo personaggio. Stessa cosa per Luca Giacomelli Ferrarini, splendido nel ruolo en travesti di Mary Sunshine. I due ruoli principali, Roxie Hart e Welma Kelly sono stati affidati rispettivamente a Giulia Sol e Stefania Rocca. Giulia Sol è spigliata, spumeggiante sia nel canto che come ballerina nelle acrobatiche coreografie di Franco Miseria e sostiene il ruolo con buona energia anche se a tratti non è sembrata completamente a suo agio con alcune partiture. Decisamente peggio è andata per Stefania Rocca che non solo non regge il confronto con i suoi colleghi ma addirittura sfigura in quasi ogni sua prestazione. Manca della necessaria sensualità per questo ruolo e a fianco della sua partner non raggiunge sia nei movimenti sia nel canto la necessaria versatilità. Si ha come la sensazione di averla voluta punire, mettendola a fianco di interpreti molto più preparati di lei. Stefania Rocca è un’attrice che abbiamo ammirato in tantissimi film e fiction: il musical non fa per lei. Anche nel mitico numero Cell Block Tango si è potuto notare il livello molto più alto delle componenti dell’ensemble che la affiancavano: ognuna di loro avrebbe dato a Welma un’interpretazione di gran lunga migliore. L'ensemble, composto da ottimi giovani ballerini e cantanti, hanno dato un’ottima prova di affiatamento e professionalità.
Chicago rimarrà in scena al Teatro Brancaccio fino al 10 dicembre per proseguire poi a Montecatini (2 febbraio), Firenze (dal 9 al 12 febbraio), Torino (dal 21 al 23 febbraio), Forlì (1 marzo) e Lugano (5 e 6 marzo)
Stage Entertainment Matteo Forte & Dan Hinde
Presentano
CHICAGO IL MUSICAL
DI John Kander, Fred Ebb e Bob Fosse
traduzione, adattamento e versi italiani Giorgio Calabrese
Regia di Chiara Noschese
coreografie Franco Miseria
direzione musicale Andrea Calandrini
scene Lele Moreschi
costumi Ivan Stefanutti
disegno fonico Armando Vertullo
disegno luci Francesco Vignati
cast
VELMA KELLY Stefania Rocca
ROXIE HART Giulia Sol
BILLY FLYNN Brian Boccuni
AMOS HART Cristian Ruiz
MAMA MORTON Chiara Noschese
MARY SUNSHINE Luca Giacomelli Ferrarini
ENSEMBLE
Federica Basso | Camilla Esposito | Anna Foria | Lorissa Mullishi | Vittoria Sardo | Carolina Sisto | Camilla Tappi | Pietro Mattarelli | Giovanni Abbracciavento | Mattia Fazioli | Alfonso Maria Mottola | Kevin Peci | Andrea Spata | Raffaele Rudilosso
SWING
Veronica Barchielli | Ilario Castagnola
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