ANCORA TRE GIORNI PER VEDERE TUTTI PARLANO DI JAMIE AL TEATRO BRANCACCIO DI ROMA PRIMA DEL TOUR IN ITALIA. PROSSIMA TAPPA MILANO AL TEATRO NAZIONALE
Dopo il debutto nella scorsa stagione, sta per concludersi la seconda serie di repliche di Tutti parlano di Jamie al Teatro Brancaccio dove è nata la versione italiana di questo musical definito "gentile" per molti importanti motivi. Jamie non è un musical di protesta o di rivalsa. È un musical in cui con estrema grazia e anche con un certo pudore si vuole dimostrare quanto sia semplicemente importante essere se stessi. Non scegliamo la nostra natura, è insita in noi e dobbiamo solo lasciarla uscire. Soprattutto dobbiamo essere liberi di farla uscire ed è questo il messaggio subliminale di questo musical. Il mondo sarebbe così in bianco e nero se fossimo tutti uguali. La storia di Jamie ci fa vedere con entusiasmo e naturalezza quanto sia più bello un mondo tutto colorato.
Ne parliamo con Piero di Blasio non solo regista ma anche ottimo adattatore dell'originale inglese di cui ne ha mantenuto lo spirito con un minuzioso lavoro nel più totale rispetto di metrica e testo. Un compito non sempre facile e soprattutto non un must ricorrente quando si porta un musical straniero nel nostro paese.
D: Buongiorno Piero e grazie di aver accettato di parlare del tuo lavoro su Tutti parlano di Jamie con noi. È stato un grande successo di pubblico e critica nella sua prima stagione al Teatro Brancaccio. E anche in questo ritorno il pubblico ha risposto presente. Nell'anno di intervallo tra le due stagioni sono state apportate modifiche o come si dice in gergo "buona la prima"?
R: Squadra che vince non si cambia. Lo spettacolo è esattamente lo stesso, a parte due new entry che hanno preso due posizioni rimaste scoperte per precedenti impegni. È ovvio che piccole correzioni sono state apportate, ma fortunatamente mi era venuto bene il primo anno e non vorrei rischiare.
D: L'adattamento di un musical da una lingua straniera non è mai facile, soprattutto nel cantato, sia per differenze metriche che culturali. In Jamie è stata data particolare attenzione ad entrambi questi aspetti: è stata rispettata la trama senza "italianizzare" la storia e l'adattamento dei testi rispetta in pieno la metrica originale. E' stato difficile creare questo equilibrio per il pubblico italiano?
R: In realtà è un problema che non mi sono posto. All'inizio, ti dico la verità, avevo pensato di adattarlo in una città italiana. Poi, un po' per la riluttanza degli aventi diritto e un po' per ragionamenti ad alta voce, ho desistito. Mi sono detto che una storia bella e universale non ha bisogno di essere geolocalizzata. Ha solo bisogno di essere raccontata. Se il pubblico capisce la tua lingua, non stai parlando in italiano, stai parlando col linguaggio universale del teatro.
Piero di Blasio E IL CAST AL COMPLETO ALLA PRIMA LO SCORSO 15 FEBBRAIO
D: L'argomento trattato non è dei più innocui, specialmente in questo periodo caratterizzato da recrudescenze di omofobia e relativi tentativi di repressioni. Il coraggio di Jamie è un esempio che va per così dire "sventolato". Perché è importante che tutti vedano questo musical?
R: La paura che anche le piccole conquiste possano perdersi è tanta. È un po' come iniziare una cura antibiotica e fare solo due giorni. Se non si arriva al sesto/settimo poco serve. Per questo alcune azioni, alcune idee, alcune "rivoluzioni" vanno ripetute e ripetute. Jamie ha il potere di far riflettere e di dare per scontato cose che un tempo non lo erano.
D: Alla prima assoluta nella scorsa stagione era presente il vero Jamie Campbell, ispiratore di questo musical: scambiando poche parole con lui dopo la rappresentazione mi disse che tra tutti gli attori che sino a quel momento lo avevano interpretato, Giancarlo Commare era quello che più aveva colto il suo spirito. Un bel complimento senza dubbio per un ruolo non facile.
R: Un bel complimento senz'altro e posso aggiungere che Laurence Miller, braccio destro della produttrice Nica Burns, alla prima dello spettacolo disse a Barbara (Cola ndr), davanti a me: "sei la migliore Margaret mai andata in scena". E come dicono gli americani "period".
D: Dalla produzione avete avuto il via libera per fare dei cambiamenti nell'allestimento rispetto alla versione originale, in particolare sulle innovative scenografie qui curate da Alessandro Chiti e le scattanti coreografie di Laccio. Che risposta avete avuto dai produttori su questi cambiamenti?
R: Non è stato facile ma abbiamo incontrato grande disponibilità. Ci hanno lasciato una certa "libertà controllata". Quando hanno visto il prodotto finito, per alcune scene mi hanno detto "Perché non ci abbiamo pensato noi!"
D: La storia di Jamie è indubbiamente una invito alla tolleranza. Un invito ad abbracciare le diversità e ad arricchirsene e non solo nel personaggio di Jamie ma anche in quello della sua amica Pritti, o del bullo Dean. L'arte ed il teatro in particolare, è da sempre un mezzo efficace per educare e per diffondere la tolleranza. Come incentivare e rendere ancora più incisivo tutto questo?
R: Parlandone. Quando si consiglia uno spettacolo si dice "vai a vederlo! È bello, fa ridere, fa piangere, ecc..." Quando si consiglia Jamie si dovrebbe dire "Devi vederlo! Ti farà bene."
D: Dopo il ritorno al Brancaccio se non erro è previsto un tour in altri teatri italiani.
R: Assolutamente sì. Dopo Roma ci saranno Milano, Trieste, Torino, Reggio Emilia e Firenze. E poi chissà...
Ringraziamo Piero di Blasio per il tempo che ci ha dedicato e vi invitiamo a prenotare il vostro biglietto per il tour nazionale di Tutti parlano di Jamie: a nostro avviso non ve ne pentirete.
Grazie a te Ettore.
Qui di seguito le date già confermate (con la speranza se ne aggiungano altre) e il link per prenotare.
TEATRO NAZIONALE MILANO 15-26 MARZO 2023
TEATRO ROSSETTI TRIESTE 21 - 23 APRILE 2023
TEATRO COLOSSEO TORINO 26 - 27 APRILE 2023
TEATRO VERDI FIRENZE 5 - 7 MAGGIO 2023
TEATRO VALLI REGGIO EMILIA 12 - 14 MAGGIO 2023
https://www.ticketone.it/artist/tutti-parlano-jamie/
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