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'Diglielo a tutti', il musical di Paolo Barillari dal 2 al 4 ottobre al Teatro di Milano

By: Sep. 24, 2015
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Ha avuto luogo il 22 settembre la conferenza stampa di presentazione del musical "DIGLIELO A TUTTI", scritto da Paolo e Maurizio Barillari e tratto dal dramma di Irwin Shaw "Bury the Dead".
"Bury the Dead" racconta la storia di tre soldati americani morti durante un non meglio specificato conflitto armato, i quali durante il proprio funerale si alzano in piedi rifiutandosi di essere seppelliti. Un messaggio pacifista che, come spiega l'autore e regista del musical, "oggi può sembrare scontato ma all'epoca non lo era affatto". Il dramma originale, infatti, andò in scena nel 1936, quando il primo conflitto mondiale era appena finito e il secondo era alle porte. In un'epoca minacciata dalla nascita dei totalitarismi l'opera fece molto scalpore e ricevette durissime critiche, tanto da obbligare Shaw a emigrare in Europa.

Maurizio Barillari, padre di Paolo, partecipò negli anni '70-'80 a una messa in scena italiana dello spettacolo con una compagnia amatoriale, e già all'epoca gli venne richiesto di scrivere alcuni numeri musicali (sette in totale) da inserire nello spettacolo. Anni dopo Paolo Barillari decise di ripartire dal materiale del padre e di trasformare lo spettacolo in un musical a partitura continua, portando i brani musicali da sette a venticinque.
Il musical venne rappresentato nel corso della stagione 2005/2006 dalla compagnia amatoriale "Pochi ma buoni". In quell'occasione Nice e Gianfranco Pavia, fondatori del Comitato "Amici di Pavi" ebbero modo di vedere lo spettacolo e ne rimasero entusiasti, tanto di decidere di produrne una versione professionistica.
Paolo Barillari, dal canto suo, ha accettato di seguire questa nuova produzione in qualità di regista e direttore artistico.

Questa è, in poche parole, la storia del musical "Diglielo a tutti". Una storia molto lunga e travagliata, tanto che nel corso della conferenza stampa Paolo Barillari ha voluto sottolineare più volte quanto sia difficile per uno spettacolo inedito essere rappresentato in Italia. "Molti produttori" ha dichiarato "promettono di fare grandi cose e poi magari scappano con l'anticipo. Questo fa schifo. Facciamolo con quattro soldi ma facciamolo, non promettiamo di farlo per poi scappare con quattro soldi.". Un'invettiva che difficilmente scuoterà la coscienza dei "produttori" truffaldini ma che forse spingerà alcuni autori a pensarci due volte prima di dare i propri soldi a qualcuno.

Ma meglio non soffermarsi troppo sulla produzione. Spesso in Italia c'è il rischio di apprezzare chi produce un musical originale come si apprezza un cane che cammina su due zampe, non perché lo sappia fare bene ma perché stupisce che riesca a farlo. Passiamo quindi allo spettacolo vero e proprio.

"Diglielo a tutti" - lo dico anche sulla base dell'anteprima offerta dal cast ai giornalisti dopo la conferenza stampa -ha del potenziale. Musicalmente sembra interessante e la pièce da cui è tratto è valida.
Nel corso della conferenza stampa è stata contestata la scelta del titolo, giudicato fuorviante rispetto alla profondità del messaggio e definito "da parrocchia". Due problemi che in realtà non esistono ma purtroppo ne esiste un altro: "Diglielo a tutti" è un titolo molto debole. Sinceramente se avessi letto queste parole per la prima volta non su un comunicato stampa ma su un cartellone nel centro di Milano avrei pensato alla pubblicità di un nuovo centro commerciale più che alla locandina uno spettacolo inedito.
E poi dove sta scritto che quello di Barillari non sarà uno spettacolo da parrocchia? La mia paura più grande è proprio quella di ritrovarmi di fronte a uno spettacolo molto retorico, dal momento che la guerra è un tema molto difficile da trattare in modo originale e consapevole, specie quando si promette di parlarne in maniera trasversale come fa questo musical ("stop the war everywhere" si legge sulla locandina) e come faceva l'opera di Shaw prima di esso.

Ad ogni modo non voglio sbilanciarmi prima di aver visto lo spettacolo, cosa che sarà possibile fare, come da titolo, dal 2 al 4 ottobre al Teatro di Milano.



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