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Debutta In Prima Assoluta UNA CULLA SBAGLIATA

Dal 10 al 12 gennaio all'Altrove Teatro Studio.

By: Jan. 04, 2025
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Debutta in prima assoluta dal 10 al 12 gennaio all'Altrove Teatro Studio UNA CULLA SBAGLIATA, spettacolo di Ottavia Bianchi con la regia di Ottavia Bianchi e Giorgio Latini.

“Una vita dura ha bisogno di una lingua dura, perché duro è il linguaggio della poesia. La poesia non è un posto dove nascondersi, è un luogo in cui ritrovarsi. Il passato non è concluso. Possiamo sempre ritornare, possiamo aggiustare ciò che gli altri hanno rotto, possiamo parlare con i morti.” Liberamente tratto dal best seller “Perché essere felice quando puoi essere normale?” della scrittrice britannica Jeanette Winterson e in parte autobiografico, lo spettacolo narra la storia di una vita difficile, quella di Jeanette. In bilico tra il fanatismo religioso della madre adottiva e la scoperta della vera sé stessa, la protagonista troverà il suo riscatto grazie all'amore per la letteratura e alla poesia.

La strada per la riconciliazione con i fantasmi dell'infanzia sarà lunga e tortuosa, passando per il funerale di una madre pazza, una casa piena di ricordi e la visita di una donna misteriosa che la aiuterà in questo percorso fino ad un finale imprevisto. Poetico, buffo e commovente, cercherà di dare una risposta alla secolare domanda: perché la perdita è la misura dell'amore?

Note dell'autrice

“Che sei stupida?” Oppure “Non sei capace, faccio io.” Quali sono le frasi o le parole che ci dicevano quando eravamo ancora piccoli e che ancora ci sorprendiamo a usare per descrivere noi stessi? Fin da bambini entrano dentro di noi e ci si abitua a considerarli innocui modi di dire, semplici parole. E così l'intelligente crescerà pensandosi stupido, il creativo un incapace e così via. Ma le parole sono importanti.

Ho cominciato a pensare per la prima volta seriamente a questi fatti quando mi sono imbattuta in un'autrice, Jeanette Winterson, che non finirò mai di ringraziare. Ci sono incontri con alcuni libri nella vita di ognuno di noi che possono rivelarci verità da sempre ignorate e che segnano il nostro essere passato e il nostro diventare potenzialmente altro nel futuro. Tra quelli che hanno fatto questo dono alla mia vita c'è sicuramente “Perché essere felice quando puoi essere normale” della Winterson appunto. Se non avessi letto quel libro, non avrei mai avuto il coraggio di scrivere e di far leggere le mie cose agli altri,  “Le Sorellastre” comprese. Quindi questo spettacolo vuole essere prima di tutto un doveroso omaggio di ringraziamento a colei che con la forza, anzi con la luce - per citare l'autrice stessa - delle sue parole mi ha dato il coraggio prima di guardare ai dolori incancreniti del passato per poi trasformarli in qualcosa di buono scrivendone.

Ne è scaturita una storia finta che ne contiene una quasi vera. Il gioco non è affatto quello di smascherare verità e fantasia né quali siano le sue parole e quali le mie ma gli argomenti trattati per me sono la cosa più interessante, mi hanno parlato troppo per non metterli in scena. Si narra di pazzia, dell'amore per Dio, per i nostri genitori o per noi stessi e di quanto, appunto, le parole possano essere foriere di dolori, tragici fraintendimenti, destini già segnati ma anche salvezza, luce, amore e perdono. Per questo penso che tutti i genitori e anche i figli che hanno delle ferite profonde dovrebbero leggere il libro e magari vedere insieme questo spettacolo. - Ottavia Bianchi

Note di Regia

Dirigere un film in coppia è una rarità. Dirigere un testo teatrale in due è ancora meno comune. Eppure quello che evidentemente per gli altri è un ostacolo o una sfida per me è stata una risorsa incredibile, soprattutto per le diversità tra me e Ottavia Bianchi. Se dovessi sintetizzare a tutti i costi le nostre visioni direi che io sono il regista del “togliere” e lei lo è del “mettere”, eppure dallo scontro tra questi due punti di vista apparentemente inconciliabili è nata un'energia creativa che mai ho incontrato nella mia carriera.

Probabilmente perché la poetica stessa della Winterson, rispecchiata magistralmente nel testo, è fatta di frammenti, rotture, incoerenze, passione.

Ed è proprio su questi contrasti che abbiamo cercato di lavorare: una casa vuota e stilizzata, ma soffocata dagli oggetti. Un presente realistico, brutalmente interrotto da visioni spettrali del passato.

Il periodo in cui è ambientato lo spettacolo (i primi anni ‘10 del millennio presente) rappresenta uno dei periodi più bui per la psiche dell'autrice britannica e questo ci ha dato la possibilità di far avventurare il pubblico proprio nella mente della Winterson durante il suo crollo nervoso. Il ritmo delle scene si sussegue in un unico flusso che lascia spiazzato lo spettatore così come lo è la protagonista, sempre più incapace di distinguere passato e presente, realtà e immaginazione.

Per ottenere questo senso di spaesamento, senza però far mai perdere il filo della narrazione, è stato fondamentale il lavoro svolto dalle due attrici.

Avere a disposizione due interpreti con una così grande versatilità è stato fondamentale per poter dare vita, ma soprattutto credibilità, a personaggi che in altre mani rischierebbero di risultare stereotipati (la bambina, la fervente religiosa, la pazza...). Eppure grazie al grande lavoro svolto ogni pezzo si incastra perfettamente, restituendo un'interpretazione quasi da poliedriche mattatrici d'altri tempi, ma con una sensibilità e un'attenzione al dramma che non scade mai nel patetico.

Solo così le tematiche della Winterson esplodono nella loro prorompenza, scivolando senza sforzo tra il dramma e il grottesco, la letteratura e la violenza. - Giorgio Latini

 

UNA CULLA SBAGLIATA

Venerdì  e sabato ore 20

Domenica ore 17

Biglietti: Intero 15€_ Ridotto 10€



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