Zorro: un uomo, un mito, un eroe... un ideale. Un personaggio che mancava nel panorama del musical italiano e che, grazie alla creatività di Stefano D'Orazio e allo sforzo produttivo della Medina Produzioni di Lello Abate e Barbara Rendano, ha finalmente preso vita sul palcoscenico del Teatro Sistina di Roma, stabile punto di riferimento nella realtà teatrale della Capitale e di tutta la penisola.
Lo spettacolo ruota intorno alla figura di Diego (Michel Altieri) che, dopo una lunga assenza, fa ritorno in Messico per correre al capezzale del padre William, un nobile idealista schieratosi dalla parte dei peones. La sua terra è prostrata ai piedi del dittatore Don Juan de Salvatierra (Roberto Rossetti) a sua volta messo in riga dalla moglie, la cattivissima Consuelo (Jacqueline Ferry). L'insurrezione popolare è ormai alle porte. In punto di morte, William rivela al figlio di essere Zorro, il personaggio mascherato abile di spada e di parola da sempre al servizio dei peones, e con le sue ultime parole passa il testimone a Diego che, da quel momento in avanti, seguirà le orme del padre per dare giustizia al popolo oppresso al fianco della bella Cecilia (Alberta Izzo), giovane fanciulla la cui famiglia morì in un incendio voluto dai tiranni.
Ad interpretare il misterioso spadaccino è l'attore italo-francese Michel Altieri (RENT, LA BELLA E LA BESTIA, DRACULA, THE WATERDREAM, THE BEAUTIFUL SEE NEXT DOOR), anche lui come Diego di ritorno dopo una permanenza di quasi due anni a New York. Voce calda e suadente, movenze feline e presenza scenica convincente, ottimo lavoro sul personaggio, impeccabile al livello vocale: mai una sbavatura, nemmeno nei numeri in cui sono richiesti contemporaneamente canto, danza e scherma. È bello rivedere un Altieri così carico e pieno di energia dopo un'assenza così lunga dalle scene italiane.
Nei panni di Cecilia troviamo la sensazionale Alberta Izzo (BULLI E PUPE, HELLO DOLLY, TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE) che riesce a far risaltare le molteplici sfumature del suo personaggio, allo stesso tempo idealista e romantica, sveglia ed ingenua, decisa ma tenera, pronta a morire per il suo popolo. E qui si parla di eccellenza: limpidezza vocale, leggiadria nei movimenti e un ottimo affondo.
Sul versante degli antagonisti abbiamo Jacqueline Ferry (WEST SIDE STORY, THE FULL MONTY, CATS), nel ruolo della voluttuosa Consuelo, a cui viene affidato uno dei numeri più divertenti dello show, "Buttati, dài," un disperato tentativo di sedurre Diego: ottimo controllo vocale e perfetta caratterizzazione del personaggio, omogenea sia nella canto che nella recitazione, che non scade mai nella macchietta (e un plauso va fatto anche a Rossana Casale, che ha svolto un lavoro di vocal coaching impeccabile).
La sua controparte maschile è Roberto Rossetti (LA BELLA E LA BESTIA, SALVATORE GIULIANO), a suo agio nelle vesti di Don Juan, il 'morbido' dittatore spesso bacchettato dalla più cinica moglie. Eccellente padronanza dello strumento vocale.
Ciliegine sulla torta di questo cast già ben assortito, i simpaticissimi Maurizio Semeraro (POVERI MA BELLI, I PROMESSI SPOSI, ALADIN, ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE) nei panni del sovrabbondante Sergente Garcìa e Fabrizio Checcacci (JESUS CHRIST SUPERSTAR, JOSEPH AND THE AMAZING TECHNICOLOR DREAMCOAT, THE ROCKY HORROR SHOW, SISTER ACT) nel doppio ruolo di William Lamport e Fra' Diego de La Cruz.
Degno di nota anche l'ensemble di 12 elementi che, nonostante sia stato un po' sottotono per tutta la durata dello show, ha dato il massimo nella coreografia finale, un'esplosione di energia e di colori condita da un passionale flamenco. Abbiamo: Bianca Balido, Gianluca Bessi, Federica Capra, Filippo Grande, Danilo Grano, Sara Marinaccio, Emiliano Palmieri, Carlo Pucci, Federica Rosati, Daniele Sibilli, Sara Telch e Gioia Vicari.
Fabrizio Angelini firma una regia scorrevole e vivace, che riesce a mettere in luce tutte le potenzialità di un cast ricco di talento. Ritmi incalzanti e dinamici che, come suggerisce lo stesso regista, rispecchiano la vita frenetica dei nostri giorni, in cui ogni cosa è 'a portata di click'. L'unica scelta registica poco condivisibile ci sembra quella di utilizzare delle proiezioni video per rappresentare Zorro in sella al suo destriero. Questo artificio rende il protagonista relativamente più 'statico' rispetto ai suoi precedenti cinematografici e/o televisivi. Ferma restando l'impossibilità di rendere sul palcoscenico quanto si è visto sullo schermo, bisogna comunque dire che quando l'azione scenica viene sostituita dal video, la spettacolarità dell'entrata ad effetto viene meno in toto.
La regia è costruita in funzione delle coreografie, curate dallo stesso Angelini: una commistione di vari stili che vanno dalla samba al flamenco (con la consulenza di Lia Ruscica) fino al puro Broadway-style con entusiasmanti richiami alla disciplina della scherma, che il cast ha imparato a praticare sotto la guida del pluricampione del mondo Stefano Pantano.
Il tutto viene incorniciato dalla scenografia, semplice ma molto funzionale, di Aldo de Lorenzo che, con pochi elementi, che si muovono quasi a ritmo di musica, riesce a ricreare efficacemente ambienti sia interni che esterni.
La score di Roby Facchinetti, orchestrata magistralmente da Giovanni Maria Lori, fatta eccezione per quei brani eccessivamente 'pop', è molto più matura rispetto al precedente Aladin e contiene melodie semplici, orecchiabili ma interessanti: ad esempio, la già citata "Buttati, dài" piuttosto che "Qui la legge sono io" o lo spassosissimo duetto Garcia/Fra' Diego.
Il solo elemento che non ci ha convinto in pieno è stato il libretto di Stefano D'Orazio, banale e frettoloso: la storia sembra voler scivolare fin troppo velocemente verso la fine e non si prende il tempo necessario per sviluppare la psicologia dei personaggi che rimangono 'indefiniti', quasi 'abbozzati' se non fosse per l'ottimo lavoro del regista, dei coach e dello stesso cast.
Riteniamo tuttavia che, in linea di massima, questo musical abbia tutte le carte in regola per avere il successo che merita e che, con le dovute revisioni del libretto (accade anche Broadway!), possa facilmente trovare un posto nel cuore del pubblico italiano. Pertanto giungano i migliori auguri all'affiatatissimo cast artistico e a tutto il team creativo e tecnico che hanno unito, uniscono e uniranno le loro forze per combattere una battaglia che BroadwayWorld.com - Italia sostiene fin dall'inizio: rilanciare anche in campo teatrale il MADE IN ITALY.
Di seguito le date del tour italiano 2012-2013.
9-14 e 16-21 ottobre |
ROMA |
Teatro Sistina |
27-28 ottobre |
CAGLIARI |
|
3 novembre |
MONTECATINI |
Teatro Verdi |
9-11 e 13-18 novembre |
NAPOLI |
Teatro Augusteo |
24-25 novembre |
BARI |
Teatro Team |
27 novembre |
TARANTO |
Teatro Orfeo |
30 novembre-2 dicembre |
CATANIA |
Teatro Metropolitan |
5 dicembre |
SEREGNO |
Teatro sanRocco |
7-9 dicembre |
TORINO |
Teatro Alfieri |
14 dicembre |
BIELLA |
Lauretana Forum |
18-23 e 25 dicembre-1 gennaio |
MILANO |
Nuovo Teatro Ciak |
12-13 gennaio |
BOLOGNA |
Teatro Europa Auditorium |
15 gennaio |
BOLZANO |
Teatro Comunale |
19-20 gennaio |
FIRENZE |
Teatro Verdi |
26-27 gennaio |
ASSISI |
Teatro Lyrick |
31 gennaio-3 febbraio e 3-10 febbraio |
PALERMO |
Teatro al Massimo |
15 febbraio |
SAINT VINCENT |
Palais Saint-Vincent |
16-17 febbraio |
VARESE |
Teatro di Varese |
23-24 febbraio |
BERGAMO |
Teatro Creberg |
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