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BWW Reviews: 'TU MI SALVERAI', anche il family-musical può avere una sua dignità

By: May. 13, 2015
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Nell'ultimo articolo che ho scritto per "BroadwayWorld" mi lamentavo del fatto che in Italia si punta troppo sul repertorio. Potete quindi immaginare come sia stato felice quando mi è capitata sottomano la pubblicità di uno spettacolo inedito che stava per andare in scena in quel di Torino. Sto parlando di "TU MI SALVERAI", commedia musicale scritta da Pietro Orlando e Moreno Moretti, andata in scena domenica al Teatro Cardinal Massaia.

La storia si svolge in un regno governato da un malvagio despota, fratello del re scomparso nel nulla dieci anni prima insieme a tutta la sua famiglia. Unica superstite della misteriosa scomparsa è la giovane figlia del re, che poi sarebbe la protagonista della storia.

Scossa da un senso di colpa che non riesce a spiegarsi (personificato da un incappucciato col mantello nero che si aggira per il palcoscenico), la principessa decide di indagare sull'accaduto. E scopre così che [SEGUONO SPOILER] è stata lei stessa, quando era solo una bambina gelosa del fratellino appena nato, a desiderare che la sua famiglia scomparisse. Scoperta la verità la principessa dovrà affrontare l'usurpatore del trono di suo padre per riportare tutto alla normalità.

Come vedete come trama non è male, anche se alcuni punti sono poco chiari. Per esempio non si capisce cosa avrebbe fatto la principessa di preciso (chi ha esaudito il desiderio che ha espresso quando era piccola? C'è di mezzo qualche elemento magico di cui non veniamo messi al corrente? In realtà viene fatto intendere che lo zio cattivo ha dei poteri magici ma il suo ruolo nella scomparsa della famiglia reale non è chiarissimo) né perché abbia fatto scomparire anche il resto della famiglia se era gelosa di suo fratello. O perché abbia fatto scomparire tutti tranne lo zio che era il più cattivo della famiglia. A questo proposito, il ruolo dello zio in tutta questa faccenda è solo quello di essere subentrato al re quando questi è scomparso? Un po' poco per un cattivo degno di questo nome! E poi perché nel bosco vive un vecchio che conosce la verità sulla famiglia reale? Chi glie l'ha raccontata? Che dire infine di quel medaglione che salta fuori verso la fine? C'è un motivo particolare per cui bisogna distruggere proprio questo oggetto per rompere l'incantesimo?

Ma se devo essere sincero l'intreccio è gestito abbastanza bene perché non si avverta particolarmente la presenza di questi buchi nella trama. I personaggi sono ben caratterizzati e nessuno di loro è di troppo. La sceneggiatura ha la capacità di tenere desta l'attenzione dello spettatore e le situazioni in cui si viene a trovare la protagonista, per quanto non siano nulla di particolarmente originale, sono tutt'altro che scontate. Per esempio mi è piaciuta molto la scena in cui la principessa viene rinchiusa dallo zio in una "stanza dei ricordi", dove sono custoditi un'armatura, un dipinto, una pianta e una culla. E durante la notte la principessa vede animarsi questi oggetti, che le forniscono indizi utili a scoprire la verità sul suo passato. Alla fine si scoprirà che gli oggetti in questione altro non sono che - rispettivamente - il re, la regina, la nonna della principessa e il suo fratellino. È una bella scena perché funziona su due diversi livelli di lettura (la principessa assiste a un prodigio o sta solo sognando? E in effetti l'intera faccenda è reale o solo un viaggio nel suo inconscio?), perché al suo interno compaiono elementi particolari, resi egregiamente con costumi ed effetti speciali semplici ma di grande effetto, e perché il mistero è un elemento che rende lo spettacolo interessante.

In effetti mi sarebbe piaciuto se tutto lo spettacolo si fosse mantenuto sul tono di questa scena. Ma anche il resto, meno incentrato sul mistero da risolvere e più sugli incontri della principessa con personaggi ora magici ora comici, funziona abbastanza bene.

Ciò di cui si avverte la mancanza sono più che altro le emozioni. Non sto parlando di grandi passioni travolgenti e profonde riflessioni sulla natura umana (anzi, a dire il vero quelle ci sono, visto che lo spettacolo racconta di un viaggio nell'inconscio tra gelosie fraterne e sindrome del sopravvissuto), ma anche solo di qualche momento di pathos. Lo spettacolo è costantemente alla ricerca della risata a tutti i costi - anche quando non c'è niente da ridere - e lo fa a suon di buffonerie, movenze caricaturali, smorfie e soprattutto strilli. Per carità, il teatro è anche questo, ma c'è anche bisogno di un momento di riflessione, ogni tanto!

Inoltre sul lato comico lo spettacolo è pieno di battute il cui potenziale non viene sfruttato. Ad esempio quando la principessa è ancora chiusa nella "stanza dei ricordi" dice al suo amico, che si trova dall'altra parte della porta, "Apri questa porta, svelto!" e lui le risponde "Ma io non voglio entrare!". Ora, di per sé la battuta riesce anche a strappare un sorriso (magari non letta in una recensione ma nel contesto della scena sì) ma si ha l'impressione che l'autore si sia trattenuto evitando di spingere il pedale dell'assurdo fino in fondo. Si sarebbe potuto sfruttare l'equivoco per tirare fuori un bel dialogo comico, invece la principessa risponde subito "Lo so! Sono io che devo uscire!" ed è tutto finito prima ancora di cominciare.

Meno interessante la parte musicale. Non ho sentito nulla di memorabile né al livello dei testi né al livello delle musiche, peraltro penalizzate da un impianto audio non proprio adatto a uno spettacolo musicale, che restituiva allo spettatore un suono sporco e ovattato. L'unico brano che mi è rimasto impresso è stato quello della strega del bosco (che è stato peraltro quello con l'interpretazione musicale migliore), un personaggio che compare in una sola scena per indicare alla principessa la strada da percorrere per raggiungere un personaggio che conosce la verità sul suo passato. Evidentemente Moreno Moretti, liricista e compositore oltre che co-autore della sceneggiatura insieme al regista Pietro Orlando, è più ferrato come sceneggiatore che come autore di canzoni. Bisogna dire, a questo proposito, che è ammirevole il fatto che il regista abbia deciso di farsi affiancare da uno sceneggiatore professionista. Specialmente in questi tempi in cui tutti sono convinti che per scrivere una sceneggiatura non ci voglia nessuna esperienza. Forse sarebbe valsa la pena di chiamare uno specialista anche per le liriche e le musiche.

Trattandosi di uno spettacolo amatoriale suppongo sia il caso di spendere due parole anche sulla messa in scena.

La scenografia, che si avvaleva di proiezioni le quali purtroppo non andavano molto d'accordo con l'impianto luci, era semplice ma efficace. Lo stesso dicasi della regia, molto scolastica ma adatta alla storia. Gli attori erano all'altezza del compito, nonostante una dizione non sempre sopraffina. Soprattutto hanno dato prova di un impegno (e quindi anche di una sana voglia di mettersi in mostra) davvero notevole, nonostante quella che sto recensendo fosse la seconda rappresentazione della giornata.

Credo che a dei dilettanti non si potesse chiedere una realizzazione migliore. Anzi, aggiungerei che il trucco e i costumi erano fatti anche troppo bene considerati i presupposti.

Insomma, è stato un po' come assistere ad un bello spettacolo di burattini. L'obiettivo di far divertire per un paio d'ore gli spettatori è stato raggiunto e questi ultimi, giustamente, sono tornati a casa soddisfatti. Segno che gli spettacoli per famiglie - termine con il quale negli ultimi anni si sono giustificate un sacco di sciocchezze - non devono essere necessariamente noiosi e scritti in mezza giornata.

TU MI SALVERAI

di

Moreno Moretti e Pietro Orlando

con

Noemi Meo, Marco Coletta, Simone Fischetti, Stefania Fischetti, Anna Lasalvia, Pietro Orlando, Andrea Seffusatti, Valeria Zuddas, Matino Venezia, Fabiana Cornero, Ida Viella, Alessandro Saracino, Simone Orlando, Patrizia Paganin, Francesca Devellis, Melissa Descrovi, Lucrezza Pomelli, Claudia Fregapane

realizzato da

KAAST - arte e spettacoli teatrali

design scenografie e costumi di

Simone Cirillo

musiche e liriche di

Moreno Moretti

regia di

Pietro Orlando



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