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BWW Reviews: THE LAST FIVE YEARS (film)

By: May. 19, 2015
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Come alcuni di voi sapranno, il 13 febbraio, nelle sale cinematografiche statunitensi è uscito il tanto atteso THE LAST FIVE YEARS la trasposizione cinematografica dell'omonimo musical (vincitore di due Drama Desk Awards per musiche e libretto) di quel geniaccio di Jason Robert Brown.

Chissà quando (e se ...) questo film arriverà nel bel paese ... nel frattempo, avendo avuto la fortuna di vederlo in anteprima, vi racconterò un po' le mie impressioni.

Confesso (mea culpa) di aver visto per la prima volta a teatro questo meraviglioso musical solo l'estate scorsa, a Bologna, portato in scena da due fenomenali pilastri del musical italiano: Francesca Taverni e Antonello Angiolillo. Conoscevo le canzoni, nella loro versione originale, rese accettabilissime anche in italiano da Simone Leonardi (che alla sua prima esperienza come adattatore ci ha regalato molto di più, in termini di contenuto e musicalità, di parecchi altri che hanno l'abitudine di proclamarsi "esperti"del mestiere).

Ma quello che colpisce in assoluto di più di questo musical, nella sua versione teatrale, è sicuramente l'utilizzo degli spazi e dei tempi scenici da parte dei due attori, che "duettano" senza (quasi) mai incontrarsi né nello spazio né nel tempo. Ed è questa (insieme ai testi di Brown) la vera poesia che porta avanti sulla scena la, dopotutto alquanto comune, storia di amore, passione, matrimonio e tradimento tra Cathy (sfortunata aspirante performer di Broadway) e Jamie (giovanissimo scrittore di grande successo).

Per questo motivo immediatamente dopo aver letto le prime notizie sulla trasposizione cinematografica di questo musical, ho storto il naso, domandandomi come, Richard Lagravenese (il regista), sarebbe riuscito a rendere giustizia alla poesia teatrale di un testo del genere in un setting aperto, con la presenza di personaggi secondari e soprattutto con un rapporto diretto tra i due protagonisti. Avevo davvero paura che la mancanza dell'astrattezza che ne caratterizza la regia teatrale avrebbe abbattuto la poesia del musical fino a banalizzarne il soggetto.

Ed infatti così è stato. Fin da subito ci si accorge che Lagravenese abbandona la messa in scena altamente concettuale dell'originale: Anna Kendrick (Cathy) e Jeremy Jordan (Jamie) interagiscono tra loro e sono agevolati in questo anche dall'introduzione di brevi dialoghi.

Anche se i personaggi sono quasi sempre mostrati insieme sullo schermo , il sottotesto di Brown fortunatamente non viene abbandonato del tutto: l'ordine cronologico degli eventi è sempre invertito per Cathy e lineare per Jamie, e anche se è chiaro che ogni scena sia raccontata dal punto di vista di uno solo dei due protagonisti, risulta molto difficile, per un pubblico che non conosca già il musical, capire l'ordine di svolgimento degli eventi, essendoci solo pochissimi riferimenti sulla scena, dei cambiamenti temporali (es. la data sui cartelloni dell'"Ohio Summer Theatre Season" e alcuni cambi di hairstyle dei protagonisti).

Anna Kendrick e Jeremy Jordan, entrambi nati artisticamente nell'ambiente teatrale newyorkese, rendono il soggetto credibile e molto godibile non solo per quanto riguarda la recitazione, ma anche e soprattutto dal punto di vista canoro. Si potrebbero chiudere gli occhi ed ascoltare semplicemente, ed il film non ne risentirebbe.

Un punto di demerito, a mio parere, va ai cambi scena che sono scattosi e poco chiari, come se non fossero stati rifiniti ma semplicemente tagliati ed incollati.

In generale in THE LAST FIVE YEARS manca un'estetica unificante, sembra quasi che si tratti di una prova generale: un po' frettolosa, senza luci particolari, senza costumi studiati nei minimi dettagli, senza particolari correzioni registiche, le scene sono girate in modo molto semplice e naturale, senza fronzoli e in luoghi reali (nessuna scena è stata girata in studio) ... questo approccio, che forse può non piacere troppo ai critici cinematografici attenti ai dettagli e alla resa visiva più che ai contenuti, in realtà ci permette di cogliere molto di più: la scena appartiene completamente ai due protagonisti che ci accompagnano nella loro vita, nei loro movimenti poco studiati e molto improvvisati, ci rivediamo noi stessi intenti a vivere la nostra vita di tutti i giorni, e risulta così più facile, per lo spettatore, immedesimarsi nelle vicende di Cathy e Jamie e provare la loro gioia, la loro tristezza, la loro rabbia e il loro dolore, fino a prendere le parti dell'uno o dell'altro, scena per scena, sino a provare compassione, tenerezza, amicizia e amore per entrambi indistintamente.

Curiosità:

  • i due attori principali sono accompagnati sulla scena da alcune comparse e da illustri cammei (Jason Robert Brown stesso, interpreta il pianista che "plays so loud" all'audizione descritta nel celeberrimo brano "Climbing Uphill"; Sherie Renè Scott - l'originale Cathy Off-Broadway - fa parte del panel che provina Cathy con la canzone "When you come home to me"; e Betsy Wolfe - la Cathy Off-Broadway del 2013 - è la "former stripper" che, insieme al suo serpente Wayne, condivide una stanza con la protagonista in "Summer in Ohio").
  • se ascolterete attentamente "Climbing Uphill", vi renderete conto di un divertente cambio di lyrics: Cathy non è più scandalizzata dal fatto che Linda Blair sia stata presa in un musical, ma piuttosto dal fatto che "these are the people who cast RUSSELL CROWE in a musical" ... e come darle torto!


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