Il 31 maggio al Teatro Nazionale CheBanca! Di Milano la STM - Scuola del Teatro Musicale di Novara ha festeggiato i primi cinque anni di attività portando in scena RENT - SCHOOL EDITION.
Si tratta senza dubbio di una scelta azzardata, una pietra miliare della storia del musical americano, un'opera estremamente complessa sotto molti punti di vista. Dopo soli cinque anni di attività, la STM ha voluto scommettere sul talento dei suoi allievi e dei suoi insegnanti, e posso dire con convinzione che la scommessa è stata vinta.
Rent, musical del 1996 con liriche e musiche di Jonathan Larson, liberamente ispirato a La Bohème di Puccini, è in brevissimo tempo diventato uno spettacolo culto, la sua fama nazionale si è espansa ulteriormente grazie alla versione cinematografica del 2005, alcuni brani (primo fra tutti Seasons of Love) sono diventati inni della cultura pop americana. Attraverso brani rock, momenti comici e moltissimi picchi drammatici, Larson racconta le storie di giovani artisti e musicisti senza un soldo che tentano di sopravvivere nel Lower East Side di New York, che rimangono aggrappati alla vita nonostante la minaccia incombente dell'AIDS, che lottano per non perdere la propria dignità.
Primo azzardo e prima scommessa vinta: l'adattamento italiano a cura di Andrea Ascari. Rent è un musical interamente cantato, è quindi ovvio che le liriche sono fondamentali per seguire lo sviluppo e l'evoluzione della trama. Ascari sceglie la strada di una traduzione non sempre letterale ma efficace, che non stravolge il significato ma anzi restituisce a pieno il senso e le intenzioni delle liriche originali di Jonathan Larson. Alcuni spettatori in platea lamentavano una difficoltà nel seguire la trama, ma penso che questa difficoltà sia dovuta più a problemi tecnici, purtroppo non sempre l'impianto audio restituiva una voce chiara in tutta la platea, anzi in più occasioni le voci sono state sovrastate dall'orchestra.
Le scenografie di Gabriele Moreschi ricreano interni ed esterni senza soluzione di continuità. Costantemente presente al centro del palco è la ricostruzione di un salotto bohémienne dall'atmosfera familiare, che più che Rent ci ricorda il primo quadro di La Bohème; attorno a questa immagine si ricreano, di volta in volta, le dinamiche strade newyorkesi, le tendopoli, la sala del Life Cafè e così via. È una tensione viva tra il nucleo pulsante dello spettacolo, i protagonisti e le relazioni di amore e affetto che li legano indissolubilmente l'uno all'altro, e una spinta eccentrica verso l'esterno, un'apertura a quell'universo di vite spezzate e resistenti che è la New York degli anni Novanta.
Un grandissimo lavoro è stato fatto sulle scene corali, che risultano le più interessanti dal punto di vista tecnico e quelle dotate di maggior impatto spettacolare ed emotivo. La fluidità dei movimenti scenici (curati dalla coreografa Francesca Taverni, sinonimo di qualità del panorama teatrale italiano) unita a un forte controllo della voce da parte di tutti i performer restituisce agli spettatori energia, dinamicità e spesso commozione senza sfociare mai nell'imprecisione o addirittura nel caos, rischio altamente presente in uno spettacolo con moltissime scene a più voci.
Ma il punto forte della serata è stato senza dubbio rappresentato dai ragazzi della STM: allievi, laureandi e diplomati. Il duro lavoro di cinque anni di attività mostra i suoi frutti a partire dalla giovane regista Costanza Filaroni, diplomata proprio alla STM. È stata la più bella sorpresa vedere una regista da poco diplomata affacciarsi al mondo del teatro musicale professionale confrontandosi con uno spettacolo culto come Rent e, soprattutto, riuscendo a dare la propria lettura e apporre la propria firma a una produzione più che dignitosa. In scena i ragazzi (del terzo anno i protagonisti) sono stati viva testimonianza dello spirito stesso che muove Rent: l'amore, la ribellione, la voglia di esprimersi e di creare. Al di là del livello tecnico vocale e recitativo, che si conferma complessivamente buono (e non mi piace fare pagelle o classifiche, ma è innegabile che Alessia Genua nei panni di Maureen spiccasse sui colleghi per presenza scenica e qualità vocale), ciascun attore è riuscito a interiorizzare a pieno il personaggio, restituendo agli spettatori una recitazione molto più vera: dal reprise di I'll Cover You di un Tom Collins commosso (Davide Torlai) alla fredda rassegnazione di Mark Cohen (Angelo Barone) in Halloween, senza dimenticare la bellissima realizzazione di Seasons of Love accolta da un pubblico estremamente entusiasta e presente. Fondamentale la presenza sul palco dei musicisti, in scena dall'inizio del primo atto alla fine del secondo, ai quali spetta un applauso particolare (nella rock band anche alcuni allievi del CPM Music Institute).
Rent è uno spettacolo attuale, troppo attuale. Se è vero che il contrario di guerra non è pace ma creazione, nel buio di un presente storico in cui viviamo che fa sempre più leva sull'odio e sull'esclusione, spetta all'arte armarsi dei propri strumenti e rispondere. In questa prospettiva, questa produzione di Rent manifesta più di ogni altra cosa un bisogno di agire, una necessità di esprimersi, un'istanza creativa che è, di per sé, la riappropriazione della libertà di vivere, morire, amare.
RENT - SCHOOL EDITION
Musiche e liriche di Jonathan Larson
Libretto e liriche italiani di Andrea Ascari
Regia Costanza Filaroni
Direzione vocale Andrea Ascari
Coreografie Francesca Taverni
Direzione d'orchestra Giovanni Antonicelli
Direzione musicale Riccardo Di Paola
Scene Gabriele Moreschi
Costumi Giorgia Fabbri
Suono Donato Pepe
Luci Valerio Tiberi
Con: Laura Attaccalite, Giacomo Ballarè, Angelo Barone, Susan Bonotti, Fabio Crivellari, Giulia De Angelis, Simone Dentella, Gioia Formica, Davide Gasparrini, Alessia Genua, Laura Grosso, Mirco Guarino, Elisa Mattioli, Matteo Napoletano, Alessio Ruzzante, Davide Torlai, Alessandra Volpe.
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