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Review: ROMEO E GIULIETTA. AMA E CAMBIA IL MONDO, niente di nuovo sul fronte shakespeariano

By: May. 09, 2018
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Penso non esista nessuno sulla faccia della Terra che non conosca la tragedia shakespeariana di Romeo e Giulietta, i due amanti di Verona avversati dalla società in quanto membri di due differenti fazioni. Vicenda simbolo dell'amore perfetto per cui si è disposti a perdere la vita, la si studia a scuola e la si è vista in innumerevoli versioni teatrali e cinematografiche.
Nel 2001 Gérard Presgurvic, cantautore pop francese, dà il suo contributo con l'opera musicale ROMÉO ET JULIETTE, DE LA HAINE À L'AMOUR; conquista 2 milioni di spettatori in Francia e ancora di più all'estero.
Dodici anni dopo David Zard, produttore del fortunatissimo "Notre-Dame de Paris", decide di realizzarne una versione italiana, affidandola allo scrittore e paroliere Vincenzo Incenzo.

Lo spettacolo, a partire dal suo debutto il 2 ottobre 2013 fino alle successive riprese, ha avuto un incredibile successo anche nel nostro paese.
Il mio tentativo di seguire la diretta trasmessa su Rai2 cinque anni fa sfociò in un annoiato zapping. Ho deciso allora di dare a questa produzione una seconda possibilità in occasione della sua recente tappa al Teatro EuropAuditorium di Bologna.

Si tratta senza dubbio di una messa in scena molto ricca e piacevole, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto visivo: le coreografie di Veronica Peparini (sorella del regista e direttore artistico Giuliano Peparini) amalgamano bene Shakespeare alla danza contemporanea; l'ensemble è numeroso ed energico. Altrettanto bene si può parlare delle scenografie di Barbara Mapelli, dei costumi di Frédéric Olivier e delle luci di Xavier Lauwers, che creano un'atmosfera cupa ma decisa, giocando sulla contrapposizione tra il blu e il rosso che rende immediata la distinzione tra ciò che è Montecchi e ciò che è Capuleti.

Ciò nonostante, a rendere l'allestimento a tratti noioso è soprattutto la parte musicale; i brani convincenti e realmente incisivi sono pochi e sono in definitiva quelli diventati più celebri ("Verona" e "I re del mondo" su tutti). Lo spettacolo è quasi totalmente cantato; le parti recitate, una più o meno libera elaborazione del testo shakespeariano, sono molto brevi, eppure sono le uniche a mandare avanti l'azione. Per il resto si tratta di brani orecchiabili (talmente tanto che spesso ci si ritrova a pensare "questa canzone me ne ricorda un'altra...") ma con poco cuore e scarsa pregnanza, sia dal punto di vista testuale sia musicale.

A salvare dalla generale monotonia è però la bravura degli interpreti.

Romeo è Davide Merlini, concorrente della sesta edizione di X Factor, certamente più preparato nel canto che nella recitazione; se è vero quello che diceva Totò, ovvero che far piangere è più facile che far ridere, un attore che non sa far piangere in una scena drammatica (la morte della tanto amata Giulietta) forse ha qualcosa che non va. Il suo timbro vocale è però molto pulito e dà al personaggio una nota dolce e romantica, in forte contrapposizione con il folle e viscerale Mercuzio, interpretato da Luca Giacomelli Ferrarini, il quale sa essere perfettamente sopra le righe per poi mostrare la celata umanità in punto di morte. Giacomelli Ferrarini, cresciuto artisticamente in questi anni almeno quanto la sua bionda chioma, è certamente applaudito dal pubblico non solo per la sua evidente bravura ma anche in quanto sex symbol. Lo stesso accade a Riccardo Maccaferri, altro "belloccio" della situazione che sa però difendersi altrettanto bene nella sua interpretazione di Benvolio.

Giulietta è Giulia Luzi, estremamente adatta al ruolo per la sua giovane età e naturalezza e per le sue doti canore; brava nel caratterizzare un personaggio soave ma drammatico.

Le altre voci femminili sono potenti e penetranti (Barbara Cola è Lady Capuleti, Roberta Faccani è Lady Montecchi e Silvia Querci la nutrice, di cui ho personalmente adorato e invidiato l'intenso graffiato). Bravi anche Gianluca Merolli (Tebaldo) e Graziano Galàtone (Conte Capuleti), il quale ha saputo ben sostenere l'eredità lasciatogli dal grande Vittorio Matteucci.

Le carte in regola per uno spettacolo ben fatto ci sarebbero tutte, insomma. I cantanti cantano bene, i ballerini sanno ballare (e almeno la metà sono ex concorrenti di Amici di Maria De Filippi, programma in cui Veronica Peparini è insegnante di danza e suo fratello Giuliano coreografo fino alla passata edizione... chi vuole intendere, intenda), con la recitazione si potrebbe fare meglio ma fortunatamente non costituisce la parte centrale dello spettacolo. Ciò che non convince deriva allora da alcune mancanze di fondo nella versione originale di Presgurvic, il quale probabilmente non ha saputo marcare in maniera efficace la tragicità della vicenda, lasciando grande spazio a brani "popolari" gradevoli all'ascolto ma che concedono davvero poca importanza all'emozione vera e alla commozione.
Se con la diretta su Rai2 la mia mano non aveva esitato a cambiare canale dopo mezz'ora di messa in onda, a teatro ho resistito un pochino di più (vuoi perché uno spettacolo non mediato è in ogni caso più emozionante, vuoi perché non ero, ahimè, a disposizione di un telecomando); la mia testa ha iniziato a cedere sullo schienale soltanto ad un terzo circa del secondo atto, quando mi sono improvvisamente trasformata in un cinico che ad ogni nota esclama "vi prego no, non cantate ancora!".

Resta perciò da chiedersi come mai uno spettacolo tanto privo di intensità e ritmo abbia ancora fortuna dopo 17 anni di rappresentazione. Maggiormente comprensibile può essere il successo oltralpe; alcuni brani, per quanto piuttosto banali, sono legati allo stile musicale francese (si pensi al brano "La haine", drammatica nei suoi accordi in minore e negli acuti cristallini delle due interpreti).

Ma il pubblico italiano è composto specialmente da adolescenti, sensibili alla vicenda probabilmente più sdolcinata di Shakespeare e soprattutto ai belli e dannati Mercuzio e Benvolio e ai loro gesti erotici; consola sentire tra il pubblico mamme annoiate costrette ad accompagnare le figlie a quella che è per queste ultime una festa di romanticherie e ormoni in subbuglio.
Mentre tutto ciò può essere giustificabile ("so' ragazzi"), quello che non comprendo è l'entusiasmo da parte dei restanti spettatori (da ventenni ad individui decisamente più maturi), che conoscono addirittura a memoria le canzoni.
Basta davvero che gli interpreti, i registi, gli scenografi vi mettano tutto il loro impegno e la loro esperienza affinché uno spettacolo possa considerarsi riuscito, nonostante non abbia nulla di speciale? Bastano una quarantina di canzoni dallo stampo leggermente sanremese, senza nulla di innovativo? Sembra proprio di sì.

Nessuno tornerà a casa con le budella legate per la morte dei due giovani amanti; non succederà perché Shakespeare viene oramai proposto in tutte le salse e per muovere qualcosa in chi vi assiste deve esserci un elemento nuovo, che incanti.
"Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo" è un'opera moderna che intrattiene ma non sconvolge.
Per lo stesso motivo "Grease", "La febbre del sabato sera", "Mamma Mia!" riempiono i teatri per due, tre, quattro stagioni, mentre "Next to normal" ha la platea mezza vuota e nessuno ha il coraggio di portare la genialità dissacrante di "Avenue Q" in un paese probabilmente ancora troppo bacchettone.

Mi sento un po' offesa da tutto questo pop, dal propinare trame trite e ritrite, con un precedente successo all'estero; come fosse più comodo lasciare il pubblico nell'inconsapevolezza che uno spettacolo musicale può essere coinvolgente emotivamente e, perché no, anche intellettualmente elevato.

Spettacolo musicale di Gérard Presgurvic
tratto dall'opera di William Shakespeare
Prodotto da David Zard

Musiche e Libretto Gérard Presgurvic

Versione italiana Vincenzo Incenzo

Regia e Direzione artistica Giuliano Peparini

Coreografie Veronica Peparini - Scenografia Barbara Mapelli - Costumi Frédéric Olivier - Casting director & Vocal coach Paola Neri

IL CAST

Romeo - Davide Merlini/Renato Crudo Giulietta - Giulia Luzi

Mercuzio - Luca Giacomelli Ferrarini
Benvolio - Riccardo Maccaferri
Tebaldo - Gianluca Merolli
Principe Escalus - Leonardo Di Minno
Lady Capuleti - Barbara Cola
Lady Montecchi - Roberta Faccani
Conte Capuleti - Graziano Galàtone
Nutrice - Silvia Querci
Frate Lorenzo - Emiliano Geppetti


E oltre 30 artisti tra ballerini e acrobati



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