Pregi e difetti di un musical rappresentato per una sola replica
La cultura è uscita massacrata da questi lunghi mesi di covid. Lo sappiamo benissimo tutti. Il grido degli artisti è stato unanime in tutto il mondo ma in Italia in particolare la categoria è stata quasi completamente dimenticata dalla classe politica ed è stata relegata all'ultimo posto in ogni tipo di considerazione o ristoro.
La riapertura dei teatri, concessa solo in extremis e ancora a capienza dimezzata, ha dello scandaloso rispetto ad esempio a quella degli stadi. La voglia degli artisti di tornare sul palco e di emozionare una platea, pur con la metà delle poltrone vuote, è enorme ma purtroppo rispecchia il momento storico e chi ne fa le spese è la qualità delle produzioni. La purtroppo unica rappresentazione di Raffaello e la legenda della Fornarina ha mostrato tutte le pecche di una produzione che ha una mancanza fondamentale, quella di non avere alle spalle un investimento produttivo sufficientemente forte da creare un prodotto di alta qualità. La mancanza di fondi e conseguentemente del tempo necessario per montare uno spettacolo come questo si è notata in molti aspetti: dagli spazi, alle scene, alla fonica, a... , a...
Nonostante tutto questo la serata è stata però piena di emozione: da ogni parola e da ogni nota recitata o cantata su quel palco ne è scaturita una scarica che ha acceso il pubblico. L'opera di Giancarlo Acquisti, ambientata nella Roma del Rinascimento, racconta l'amore passionale del celebre pittore Raffaello Sanzio per la sua modella, la trasteverina Margherita detta la Fornarina. In questa versione "ristretta" rispetto a quella originale che debuttò nel 2011, vengono trattati i momenti essenziali del loro travolgente amore brutalmente interrotto dall'improvvisa morte dell'artista, avvenuta nel letto della sua amante. Un giornalista dei nostri giorni riesamina questo "cold case" per cercare di risolvere il mistero di questa prematura morte. La Fornarina viene umiliata e condannata anche senza prove evidenti e porterà per tutta la sua restante vita, la colpa di aver causato la morte del grande pittore. Le composizioni del Maestro Acquisti sono molto passionali e rispecchiano in pieno il drammatico tema della storia: anche se sono evidenti e non nascosti i riferimenti a temi di altri grandi musical, le sue composizioni sono coinvolgenti e adeguate alla trama.
Il merito della buona riuscita della serata poggia senza meno sulla professionalità e la indiscussa bravura dei tre interpreti principali che hanno trascinato l'intero spettacolo con la loro intensa interpretazione.
Mino Caprio nel ruolo del giornalista scrittore che studia questo caso antico di 500 anni, fa da filo conduttore con le sue indagini a tutto tondo per cercare di scoprire cosa è veramente successo quella fatidica notte del 6 aprile 1520. La sua interpretazione è impeccabile, precisa e denota una particolare affezione per questo personaggio che aveva già interpretato nelle precedenti messe in scena. Il suo tempismo è perfetto e la sua inconfondibile voce, ascoltata in tanti film e doppiaggi della sua lunga carriera, non lascia spazio a distrazioni.
Ad interpretare per la prima volta il ruolo di Raffaello Sanzio troviamo Luca Notari che apporta al personaggio non solo la sua calda e sensuale voce, ma la giusta sfrontatezza di quello che era senza meno il più grande "divo" della Roma del Rinascimento. Amato e ricercato come un'odierna rock star, Raffaello pagò caro il suo sviscerato amore per tutte le sue donne. Luca Notari è riuscito, con ogni gesto e inflessione della sua voce, ad attualizzare in maniera eccellente lo spirito di quell'epoca così lontana.
E a riprendere il ruolo della Fornarina una emozionante Brunella Platania che affronta nuovamente questo personaggio con la sua prorompente romanità come nessun'altra potrebbe fare. La sua gestualità, la sua cadenza, la sua calda voce fanno sentire lo spettatore come se stesse effettivamente passeggiando per le vie di Trastevere di 5 secoli fa. Si fa fatica a comprendere se il personaggio le sia stato cucito addosso o se è lei che ci si è talmente calata dentro da farlo più suo di tanti altri da lei interpretati.
I panni del perfido banchiere Agostino Chigi, sono elegantemente vestiti da Manuel Amicucci in un ruolo solo recitativo. (Per il solo diritto di cronaca, e solamente per infittire il mistero, ricordiamo che Agostino Chigi morì l'11 aprile 1520, solamente 5 giorni dopo Raffaello.)
Come più volte sottolineato dal regista Marcello Sindici, nel nostro paese manca la volontà produttiva per opere come questa che oltre a far passare due ore di svago, affrontano un argomento storico di rilevante importanza culturale e dovrebbero essere più diffuse e rappresentate. Il mito di Raffaello Sanzio è parte fondamentale della storia culturale e artistica del nostro paese e conosciuto in tutto il mondo. Meriterebbe di essere sostenuto e fatto conoscere alle nuove generazioni anche con questo tipo di rappresentazioni del tutto onorevoli.
MUSICA SCENA
e
PICCOLO TEATRO ACILIA
Presentano
RAFFAELLO E LA LEGGENDA DELLA FORNARINA
Il pittore, la modella e il loro eterno amore
Libretto e Musiche di Giancarlo Acquisti
Testi di Giancarlo e Alessandro Acquisti
Regia e coreografia di Marcello Sindici
Costumi Simonetta Gregori
Assistenti costumisti Ilenia De Cristofaro, Patrizia Meuti, Laura Delreno
Assistente scenografia e direttore di scena Angela Carano
Segreteria organizzativa Tiziana Argenti
Social Media Manager Claudia Grohovaz
Foto di scena Alex Bresciani
Cast:
Brunella Platania La Fornarina
Mino Caprio Gia Fort Shoping
Luca Notari Raffaelo Sanzio
Manuel Amicucci Agostino Chigi
Ensemble:
Patrizia Cannizzaro, Adina De Santis, Camilla De Bernart,
Ilenia De Cristofaro, Rossella De Rubertis, Sofia Doria,
Melania Di Giorgio, Jasmine Gheorghe, Alessandro Gravano,
Gabriel Mannozzi De Cristofaro, Paolo Mannozzi, Patrizia Novelli,
Carlotta Parlagreco, Cesare Pizzuto, Beatrice Rinaldi, Alice Rossi,
Valentina Simonetto, Luca Virone
Il cast al completo in sala prove
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