News on your favorite shows, specials & more!

Review: 'Otello - l'ultimo bacio', alla buon'ora!

By: Mar. 25, 2018
Get Access To Every Broadway Story

Unlock access to every one of the hundreds of articles published daily on BroadwayWorld by logging in with one click.




Existing user? Just click login.

Ha debuttato il 23 marzo al Teatro Nuovo di Torino "OTELLO - L'ULTIMO BACIO", opera prima di Fabrizio Voghera, autore sia delle musiche che del libretto, per il quale si è avvalso della collaborazione di Francesco Antimiani.

Che dire? Sono passati ormai vent'anni dal debutto italiano di "Notre-Dame de Paris" e tanti ce ne sono voluti perché qualcuno ne raccogliesse l'eredità, riprendendone lo stile, il linguaggio e la prassi esecutiva.
Nel recensire "Otello - l'ultimo bacio" il rischio maggiore è di cadere in quello che in mancanza d'altro potremmo definire "effetto Lo chiamavano Jeeg Robot". È forte, cioè, la tentazione di gridare al miracolo non perché lo spettacolo sia un capolavoro ma perché, da appassionati di un genere che fatica a prendere piede, abbiamo bisogno di credere che lo sia. Cercherò quindi di essere il più obiettivo possibile.

L'"Otello" di Voghera funziona, ed è esattamente come potete immaginarvelo guardando il materiale pubblicitario: intenso, melodrammatico, belcantistico.
Dal punto di vista visivo è molto curato, tanto da non far sentire i limiti di un budget non proprio faraonico. Forte di una scenografia essenziale ma funzionale e di un disegno luci che rende molto bene la drammaticità e il romanticismo del soggetto (non indispensabili le proiezioni sul fondale, secondo me).
Il cast è senza dubbio un punto di forza, essendo composto da veterani di questo genere. Trovate tutti i loro nomi subito dopo la recensione, qui mi limito a parlare dei tre interpreti principali: Fabrizio Voghera interpreta un Otello virile ma raffinato (come emerge soprattutto nell'aria "L'ultimo bacio", già reperibile su YouTube da qualche settimana) che non cerca a tutti i costi di stare al centro della scena lasciando il giusto spazio allo Iago di Francesco Antimiani. E poi Alessandra Ferrari...! Quando la produzione ha annunciato che Desdemona sarebbe stata lei ho pensato subito che fosse la migliore scelta di casting dai tempi del film di "Iron man", e non sono rimasto per niente deluso. Un volto da ritratto cinquecentesco, voce sicura e delicatissima, presenza scenica incredibilmente adatta al ruolo (anche se un po' troppo poco sensuale per scene come quella della danza del ventre).

Detto ciò, non stiamo sicuramente parlando di un capolavoro. I momenti veramente validi non mancano (brani come "Sono il re" o "Prima del vento" meritano di essere ascoltati più di una volta) ma ci sono dei limiti tecnici abbastanza evidenti (a partire dal sottotitolo mucciniano) dovuti al fatto che lo spettacolo non è stato scritto da gente che di mestiere fa quello.
Sapete che vi dico, però? Per una volta, la cosa non mi ha dato tanto fastidio. Perché, ora come ora, nell'ambiente dell'Opera Moderna non c'è bisogno di capolavori, ma di gente che scriva sapendo quello che sta facendo, di spettacoli fatti come si deve che dimostrino che scrivere opere moderne non è un'utopia.

Voghera sa come raccontare una storia attraverso quel linguaggio, sa quali sono le priorità quando si mette su uno spettacolo del genere (quanto investire in percentuale nelle voci, nei costumi, nella scenografia ecc), sa come comunicare con le persone che vuole coinvolgere nel progetto. Sa anche come promuoverlo, come rivolgersi al pubblico a cui interessa l'Opera Popolare e che genere di storia potrebbe aver voglia di sentire. Prova ne sia il fatto che una settimana prima di andare a vedere lo spettacolo ero eccitato come uno scolaretto.
È una competenza che non gli viene dallo studio ma dall'aver vissuto per molto tempo in quell'ambiente, averne respirato le idee, averne compreso il gusto, averne assimilato il linguaggio. In altre parole, è una competenza che deriva dalla sua formazione. E la formazione, in questo particolare momento storico, è più importante della perfezione o della perizia tecnica.

Quando si tratta di fare teatro in Italia quello che manca non sono i professionisti né, come si potrebbe pensare, i fondi. Quello che manca è - e uso questo termine nella sua accezione migliore - un'ideologia, cioè un sistema di valori condiviso da più persone. "Otello" è soprattutto questo: un'operazione culturale magnificamente riuscita.
Questo - ahimè - rende ancora più fastidioso l'utilizzo di una definizione come "operamusical", che stringi stringi significa "chiamatela come vi pare 'sta roba, basta che compriate il biglietto". È un po' come se il "Manifesto del Partito Comunista" si concludesse con le parole: "Proletari di tutti i Paesi, unitevi! Oppure restate pure divisi, fa lo stesso".

A parte questo, "Otello" è un esempio virtuoso di cosa significa investire in cultura al di là della retorica. Non solo "soldi per chi vuole fare teatro" ma soprattutto "soldi per chi ha un progetto in mente e la mentalità per realizzarlo".
Rimane il dispiacere di aver dovuto aspettare vent'anni perché qualcuno - fosse anche un esordiente della scrittura - si decidesse a fare una cosa simile in maniera degna. Voghera giura e spergiura di aver cominciato a scrivere quest'opera durante una tournée di "Notre-Dame" e di aver continuato durante quella di "Giulietta e Romeo", quindi parliamo di una quindicina di anni fa circa. Conoscendo i tempi geologici del teatro italiano, c'è da credergli, e non bisogna fargliene una colpa.
Se non avessimo perso tanto tempo in disonorevoli masterclass e recensioni ruffiane, forse a quest'ora esisterebbe un mercato florido per spettacoli di questo tipo, chi lo sa? Inutile piangere sul latte versato. Per ora aspettiamo di vedere cosa ci proporrà Voghera l'anno prossimo. Nel frattempo, trovate le date della tournée sul sito dell'opera.

"OTELLO - L'ULTIMO BACIO"

Musica: Fabrizio Voghera (arrangiamenti di Fabrizio Ronco)

Libretto: Fabrizio Voghera e Francesco Antimiani

Cast: Fabrizio Voghera (Otello), Francesco Antimiani (Iago), Alessandra Ferrari (Desdemona), Claudia Paganelli (Emilia), Andrea Manganotto (Rodrigo), Luca Marconi (Cassio), Lalo Cibelli (Brabantio), Alessandro Cavara (Montano/Doge)

Regia: Wayne Fowkes
Assistente alla regia: Claudia Paganelli
Direttore di scena: Christian Tomei
Scenografia: Massimo Voghera
Assistente scenografo: Branislav Dimov
Decorazioni scenografie: Vienna Brignolo, Micol Rosso, Cristina Ugo
Suono: Mirco Dal Ponte
Luci: Enzo Galia
Trucco e costumi: Anna Penazzo
Coreografie: Tony Lofaro e Wayne Fowkes

Corpo di ballo: Luigi Allocca, Paolo Bruno, Alessia De Fazio, Ezio Domenico Ferraro, Mario Guadagno, Alessia Losavio, Roberta Onorato, Sara Pennella, Emmanuele Rescigno, Andrea Spartà



Reader Reviews

To post a comment, you must register and login.



Videos