C'è un piccolo teatro nel cuore di Bologna, a due passi dai Giardini Margherita, che tutti gli appassionati di teatro musicale dovrebbero conoscere. Si tratta del Teatro del Baraccano, luogo che negli ultimi anni ha assunto un ruolo sempre più importante nella vita cittadina per quanto riguarda la programmazione di spettacoli di teatro e musica. Qui, nel 2013, è nato il primo spettacolo della compagnia I perFORMErs, A Little Night Music; qui, nel maggio 2018, i perFORMErs tornano in scena con due date del musical OUTING - UN AMORE, UNA LUCE, UNA SOLA VOCE, versione italiana di Bare: A Pop Opera.
"Bare: A Pop Opera" è un musical rock di Jon Hartmere Jr. e Damon Intrabartolo che ha debuttato a Los Angeles nel 2000 e che, da allora, pur non essendo mai sbarcato a Broadway ha visto numerose produzioni negli Stati Uniti e in alcuni stati europei. Uno spettacolo che ha ormai diciotto anni, nato con il nuovo millennio, e che per quanto tratti di tematiche assolutamente attuali... forse la modalità di narrazione, i personaggi messi in scena e le dinamiche relazionali rispondono a dei cliché americani tipici di film, serie tv e spettacoli teatrali di inizio anni Duemila.
Personaggi, storie, situazioni che abbiamo già visto mille volte, insomma, in mille forme diverse. In un collegio cattolico due adolescenti, Peter e Jason, vivono una storia d'amore in totale segretezza. Peter è il classico ragazzo impopolare, quello iscritto al club di teatro, che non avrebbe particolari problemi a fare coming out e vivere la sua relazione con Jason apertamente; Jason, ovviamente, è il ragazzo più bello e amato della scuola, con un lascito di ragazzine ammaliate e amici maschilisti e omofobi che sembrano tutti usciti da una parata di CasaPound. Attorno a questa tormentata storia d'amore gravitano personaggi che riconosciamo facilmente. Ivy, la ragazza bionda, bella e intelligente la cui identità viene continuamente messa in discussione dalla misoginia divagante per essere andata a letto con un professore; Matt, il ragazzo-fantasma di Ivy, follemente innamorato di una donna che evidentemente non corrisponde i suoi sentimenti, e non fa nulla per far credere il contrario; Nadia, la sorella darkettona di Jason, che odia tutti e tutte e spaccia ecstasy ma in realtà ha un grande cuore; Diane, la ragazza tutta arcobaleni e unicorni che non si capisce bene se ci è o ci fa; la coppia peggiore del mondo, ovvero Zach, il macho violento e omofobo e Rory che subisce passivamente - ma per qualche motivo questa relazione abusiva passa talmente tanto in sordina che il suo stesso inserimento nella trama pare eccessivo. Infine, il meglio e il peggio della religione cattolica è testimoniato da Sorella Joan di mentalità aperta e dall'intransigente e medievale Padre Mike.
Ma nonostante quest'assemblaggio di personaggi stereotipati, Bare/Outing è uno spettacolo che funziona. Anzi, forse è proprio il facile riconoscimento delle persone-maschere coinvolte nella trama e delle situazioni messe in atto la chiave del successo del musical - un amore nascosto, un bacio scambiato a una festa immortalato in una fotografia, una gravidanza totalmente inaspettata dai personaggi ma piuttosto prevedibile dal pubblico. Il tutto si colloca in un gioco meta-teatrale tanto banale quanto proficuo: la preparazione e messa in scena della tragedia Romeo e Giulietta di Shakespeare da parte degli studenti del collegio, sotto la supervisione di Sorella Joan. Noi spettatori ci affezioniamo subito a personaggi che, fin dalle prime battute, ci sembra già di conoscere. Il libretto alterna sapientemente momenti comici e momenti drammatici, costruendo una dinamica di tensione crescente che porta alla tragica apoteosi finale.
L'originalità viene sacrificata in favore dell'esigenza di comunicare un messaggio di amore e uguaglianza. È la stessa esigenza comunicativa che, nelle sue intenzioni primarie, Bare condivide con gli attori e con la piccola-grande compagnia dei PerFormers. Grande nell'impegno, nella tecnica, nella passione e nel coraggio di portare in scena un'opera come questa in un'Italia in cui lo stereotipo del musical come puro e sterile intrattenimento continua a resistere, nonostante i numerosi tentativi di scalfire quest'ideale.
Quando alla passione per il proprio lavoro si affianca un'alta qualità artistica, ecco che anche uno spettacolo "nella media" diventa un piccolo gioiello. La regia di Edoardo Scalzini ha saputo cogliere perfettamente lo spirito dello spettacolo: non ci sono eccessi, non si cerca il facile pietismo, tutto è misurato e realistico. La grande forza di Outing risiede in un cast d'eccezione: nomi per lo più già noti del teatro musicale italiano che, complessivamente, riescono nell'impossibile impresa di dare spessore a dei personaggi piatti.
Quello che ha da sempre caratterizzato i perFORMErs, e speriamo che la compagnia continui a cavalcare quest'onda, è la volontà di portare in Italia musical moderni e contemporanei poco noti al grande pubblico. Non voglio scadere in un'eccessiva retorica ma non posso ignorare l'impressione che mi ha accompagnata all'uscita del teatro e nei giorni a seguire: è con spettacoli come questi e in spazi come questi che si costruisce il futuro del teatro musicale in Italia. In un teatro di 100 posti, con una pedana 5x5. In risposta ai grandi show in cartellone nei grandi teatri si apre, sempre più fiorente, un universo di nuove e giovani compagnie che hanno come motore pulsante un'esigenza di comunicare un messaggio.
Sia ben chiaro, questa non intende essere una critica de-costruttiva a quel tipo di teatro volto esclusivamente all'intrattenimento. Il dibattito tanto in voga negli anni Ottanta tra teatro ed entertainment è stato fortunatamente superato. I grandi titoli del teatro musicale in cartellone ci saranno sempre ed è giusto che ci siano. Allo stesso tempo è importante ricordare che il musical è un linguaggio espressivo forte e vivo più che mai, che non può fossilizzarsi in un repertorio ante-litteram. Il repertorio del musical ci sarà, come esiste un forte repertorio lirico, ma diamo tempo al tempo e lasciamo che il linguaggio si evolva almeno un altro paio di secoli.
OUTING - UN AMORE, UNA LUCE, UNA SOLA VOCE
regia Edoardo Scalzini
direzione musicale Eleonora Beddini
liriche italiane Micheal Anzalone
coreografie Luca Peluso
proiezioni e grafica Giuseppe Di Falco
acting coach Marco Massari
costumi Silvia Cerpolini e Fabio Cicolani
produzione esecutiva Giuseppe Di Falco e Edoardo Scalzini
CAST
JASON: Riccardo Sinisi
PETER: Yuri Pascale Langer
IVY: Beatrice Berdini
NADIA: Natascia Fonzetti
MATT: Giacomo Marcheschi
DIANE: Federica Laganà
ZACH: Salvatore Maio
RORY: Chiara Di Loreto
SORELLA JOAN: Francesca Taverni
PADRE MIKE: Marco Massari
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