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Review: MA CHE COLPA ABBIAMO NOI all' ALTROVE TEATRO STUDIO

UN VIAGGIO NEL 1968, L’ANNO CHE HA FATTO DA SPARTIACQUE TRA IL VECCHIO E IL NUOVO NELLA NOSTRA SOCIETÀ, RIVISITATO ATTRAVERSO LE CANZONI DI QUELL’EPOCA.

By: Feb. 22, 2022
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All'Altrove Teatro Studio è resuscitato il mitico '68, l'anno in cui la protesta studentesca ha posto un punto fermo nel cambiamento radicale della società e dei suoi antiquati dogmi nello spettacolo Ma che colpa abbiamo noi, titolo che prende spunto dalla canzone lanciata dai Rokes nel 1966.

Con un testo molto originale, gli eventi di quell'anno vengono rivissuti attraverso le vicende della famiglia della protagonista e autrice Chiara Casarico nata proprio in quella fatidica estate che cambiò il corso della vita delle generazioni future. Attraverso i ricordi del fratello e delle sorelle maggiori, intersecati con gli eventi di attualità di quei mesi "caldi", lo spettatore è riportato indietro nel tempo, con l'aiuto di una precisa selezione di canzoni scritte in quell'anno. Si rivivono emozioni, paure, sensazioni e i ricordi delle lotte per ottenere una libertà che forse oggi non avremmo se non fosse stato per quei movimentati giorni.

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Molti eventi sono ancora impressi nella nostra memoria, altri forse li avevamo dimenticati e con una precisa ricostruzione Chiara Casarico ce ne offre una rinfrescante carrellata. La nascita del femminismo, la ricerca di una libertà sessuale, le occupazioni dei licei e delle università, le proteste che portarono al referendum sul divorzio e alle leggi sulla liberalizzazione degli anticoncezionali e sull'aborto, la legge Merlin sulla prostituzione e tanti altri eventi. Le canzoni scelte a pennello, vengono presentate seguendo il significato più o meno esplicito dei loro testi: alcuni di essi all'epoca sembravano innocenti canzoncine passate alla radio e alla allora unica televisione, la pudica RAI TV con i suoi soli due canali.

Riascoltando con un altro orecchio e con l'esperienza odierna, ci si rende conto di quanto testi come La bambola, Insieme a te non ci sto più, Il cielo in una stanza, Vengo anch'io no tu no, Proposta, Pietre e molte altre, avessero un chiaro contenuto di protesta, di affermazione che forse allora non risultava così evidente, almeno non alle masse. E la canzone che da il titolo alla pièce, Ma che colpa abbiamo noi, riassume tutti questi concetti racchiusi nelle rivendicazioni di quei giovani sessantottini. Per quanto il testo di questo spettacolo sia scritto con scorrevolezza, arguzia e senza strafare, non altrettanto si può dire dell'interpretazione di Chiara Casarico, accompagnata alla chitarra da Giuseppe Di Trizio. L'autrice ha letto tutto il testo, dall'inizio alla fine. Per quanto sia comprensibile la necessità di una traccia, viste le tante date, numeri di leggi e scalette di eventi, sarebbe stato molto più apprezzabile una maggiore recitazione che non una semplice lettura: avrebbe dato più pathos ai racconti. È stato apprezzabile il senso di voler riportare quell'aria di semplicità delle occupazioni giovanili in cui con il suono di una chitarra ognuno acquistava il diritto di cantare davanti agli altri studenti che poi si univano in coro. Il pubblico ha seguito quell'esempio unendosi in alcuni ritornelli e in tutte quelle canzoni che ormai fanno parte del nostro DNA. Nonostante questo, la prestazione canora che l'autrice ha dato di questi brani intramontabili, non ha entusiasmato e l'aspetto "folk" dato alle sue interpretazioni non ha reso onore a questi capolavori. La presenza in scena di una terza persona a cui affidare le esecuzioni canore avrebbe dato una maggiore teatralità a tutto lo spettacolo ed una maggiore profondità alla serata che con questo allestimento, tuttavia "estremamente sessantottino", ha perso una buona parte della sua incisività.

Questo piacevole e profondo racconto altalenante tra le più intime storie familiari e tutte le altre storie di pubblico dominio, avrebbe meritato una regia più complessa ed una interpretazione più articolata.

Il NaufragarMèDolce & Radicanto

Presentano

MA CHE COLPA ABBIAMO NOI

Di e con di e con Chiara Casarico, Giuseppe De Trizio

Testo di Chiara Casarico

Musiche Giuseppe De Trizio



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