News on your favorite shows, specials & more!

Review: Lo Sguardo Oltre Il Fango, Un Musical Per Guardare Oltre Al Teatro India

By: Oct. 29, 2018
Enter Your Email to Unlock This Article

Plus, get the best of BroadwayWorld delivered to your inbox, and unlimited access to our editorial content across the globe.




Existing user? Just click login.

Review: Lo Sguardo Oltre Il Fango, Un Musical Per Guardare Oltre Al Teatro India  ImageNel 75° anniversario del rastrellamento di più di 1000 ebrei avvenuto a Roma il 16 ottobre 1943, è andato in scena al Teatro India il musical LO SGUARDO OLTRE IL FANGO con musiche del Maestro Simone Martino e libretto di Lorenzo Cioce e dello stesso Martino.

Liberamente ispirato al libro "Il bambino con il pigiama a righe", narra la storia della giovane Ziva, ebrea polacca deportata nel campo di concentramento di Auschwitz assieme al fratello, un pianista dell'orchestra sinfonica di Varsavia. Rinchiusa e maltrattata nel campo dove vede e subisce ogni tipo di atrocità, la giovane ragazza trova come unico spiraglio di umanità una tenera e proibita amicizia con Peter, figlio dello spietato comandante Köller inviato a dirigere le operazioni di sterminio. Il giovane scopre il vero motivo per cui la sua famiglia è stata trasferita da Berlino in questa "fattoria" dove invece di coltivare e allevare si uccidono esseri umani. La sua umanità lo spinge a ribellarsi al proprio padre e nonostante il divieto di uscire dalla sua casa, per poter passare del tempo con Ziva, indossa la giacca di lei contrassegnata dalla stella gialla e corrono fuori: nel buio del campo di concentramento e con quel travestimento non viene riconosciuto proprio da suo padre che scambiandolo per un fuggitivo fa fuoco su di lui e lo uccide. Quando si rende conto di aver sparato al proprio figlio, il comandante si suicida accanto al corpo di suo figlio.

La regia di Giovanni Deanna è decisamente cruda e diretta fin dalla prima scena: all'inizio il pubblico è invitato a restare all'esterno, nel grande cortile dirimpetto alla facciata in mattoni dell'antica fabbrica che ospita il teatro: con alcune finestre murate ed altre con fitte reti di ferro sembra di trovarsi di fronte ad un edificio di prigionia. Un gruppo di deportati fa il suo ingresso nel cortile accompagnato dalla triste musica di un violino suonato dal vivo con grande maestria da Monica Canfora. Con le parole del Führer in sottofondo e sotto lo sguardo impietoso dei carcerari delle SS, questa ambientazione rende la scena così reale da ridurre il pubblico a un silenzio agghiacciante.

Dopo l'ingresso in sala e fin dall'inizio dello spettacolo si crea subito un'atmosfera tesa e volutamente opprimente: l'argomento è ovviamente drammatico e le profonde composizioni di Martino e Cioce trasmettono al pubblico un'emozione forte che spinge a riflettere e a partecipare da vicino al dolore e alla sofferenza dei protagonisti. Allo stesso modo si viene spinti ad odiare gli oppressori e non deve essere stato facile per gli attori scelti nel ruolo dei "cattivi" calarsi nella parte degli assassini e sterminatori.

Ma quello che Simone Martino e Lorenzo Cioce hanno voluto mostrarci con questo lavoro non è il semplice odio per i persecutori per schierarsi dalla parte degli oppressi: sarebbe stato troppo scontato. Nonostante questa pagina orribile della nostra storia sia nota a molti e non deve essere mai dimenticata, questo spettacolo lascia un messaggio di grande speranza nell'animo di chi ha avuto la fortuna di vederlo: rimane infatti un insegnamento forte e positivo, quello di cercare di guardare oltre il male, oltre la cattiveria, oltre il fango: quello di guardare oltre.

Non a caso uno dei momenti di più forte intensità è quando il giovane Peter legge una poesia che ha composto e dedicato alla sua amica rinchiusa dietro il recinto elettrificato e che recita così:

"Scrivimi uno sguardo che sappia di silenzio, uno sguardo che abbracci i miei occhi , uno sguardo che incontri l'altro: scrivimi uno sguardo che sia semplicemente oltre"

Solo guardando oltre si può intravedere la possibilità di sopravvivere e di non perdere la speranza di una vita migliore, possibilità che purtroppo fu negata alle molte vittime dei campi di concentramento, ma che senz'altro è stato l'unico appiglio dei pochissimi sopravissuti alla crudeltà nazista.

Ad ogni membro di questo cast, tutti scelti sia per presenza scenica che per qualità vocali, spetta una menzione speciale: nonostante qualche piccolo incidente tecnico nel sistema audio, tutti gli attori hanno dimostrato un profondo impegno nel riportare in vita le emozioni, le sensazioni e le sofferenze dei personaggi, al punto che a tratti non sembra di assistere ad una recita: la giovane protagonista Margherita Rebeggiani è stata forse penalizzata da un volume troppo alto del suo microfono rispetto agli altri attori: a volte i suoi necessari urli, pianti e parti cantate hanno sopraffatto le voci dei suoi compagni di scena senza però togliere nulla alla sua intensa interpretazione. Peter Köller è interpretato da Gabriele Trucchi, un giovane attore molto elegante e una sicura promessa per il teatro italiano. Nella parte dei coniugi Köller, Paolo Gatti e Stefania Fratepietro, due veterani delle scene che hanno perfettamente incarnato la freddezza, la rassegnazione agli ordini del Reich e al tempo stesso l'impotente e inesprimibile desiderio di ribellione. Perfettamente perfida e odiosa Sharon Alessandri nel ruolo di Ilde, la sorella filo nazista e altrettanto efficaci Giulia Di Turi, nel ruolo della governate, unica a comprendere l'umanità di Peter, Michelangelo Nari , lo sfortunato Gabriel, fratello di Ziva, Danilo Giannini nel ruolo del cattivo tenente Schvarz e Giovanni De Filippi in quello dell'esaltato precettore.

Questo musical meriterebbe di essere portato in scena non per una replica, ma per cento e più repliche: meriterebbe di essere mostrato ai giovani e dovrebbe diventare una testimonianza che ripetutamente ricordi a tutti le atrocità del nazismo perché nessuno dimentichi. È pur vero che esistono tanti libri e tanti film su questo argomento e un musical per alcuni potrebbe sembrare un modo superficiale di trattare questi tragici avvenimenti: si deve riconoscere che il trio creativo Martino-Cioce-Deanna è riuscito ad affrontarli senza banalità, con il giusto equilibrio tra parlato e cantato e soprattutto con un grande e dignitoso rispetto.

MUSICA IN VERSI

Presenta

LO SGUARDO OLTRE IL FANGO

LA RAGAZZA N. 65738

MUSICHE: SIMONE MARTINO

LIBRETTO: LORENZO CIOCE - SIMONE MARTINO

REGIA: GIOVANNI DEANNA

ASSISTENTE DI PRODUZIONE: ANGELA PASCUCCI

SCENE: FABRIZIO DEL PRETE

COSTUMI: RITA PAGANO

VIOLINO: MONICA CANFORA

TECNICO DEL SUONO: SIMONE SAMO MAMMUCARI

TECNICO LUCI: PIETRO FRASCARO

GRAFICA: LETIZIA GALLI

FOTOGRAFA: BENEDETTA RESCIGNO

CON:

ZIVA ZELENSKI: Margherita Rebeggiani

PETER KÖLLER: Gabriele Trucchi

ADA KÖLLER: Stefania Fratepietro

COLONNELLO HANS KÖLLER: Paolo Gatti

ILDE KÖLLER: Sharon Alessandri

KRAMER: Giovanni De Filippi

TENENTE SCHWARZ: Danilo Giannini

GABRIEL ZELENSKI: Michelangelo Nari

AGNESE: Giulia Di Turi

ANNA: Julie Ciccarelli

ELSA: Giulietta Rebeggiani

BASTIAN: Lorenzo Bernardini

SARA: Angela Pascucci

RACHELE: Giorgia Carlotta Noselli

BAMBINI DEPORTATI: Flavia Buoncristiani, Lorenzo Armiento, Federica Armiento



Comments

To post a comment, you must register and login.



Videos