DEBUTTO NAZIONALE PER UNA PIЀCE OFF AD ALTA INTENSITÀ PSICOLOGICA IN SCENA DAL 1 AL 3 APRILE
Ha debuttato al Teatro Elettra un altro intenso lavoro scritto da Antonio Mocciola, dedicato ad un tema molto sensibile e poco affrontato, quello della soggezione. Il titolo inquadra direttamente il tema principale del lavoro e nel suo svolgimento si capisce subito quanto questo sentimento, questo stato d'animo, possa avere degli aspetti completamente opposti. Può essere vissuto in maniera totalmente negativa, con sottomissione o in maniera molto positiva e sfociare nell'amore incondizionato. E tra questi due opposti, con tutta la gamma intermedia, si svolge la storia dei due protagonisti, all'inizio distanti e poi uniti da un sorprendente segreto.
Il giovane Luca si prepara a diventare un nuotatore professionista nella stessa piscina dove suo padre si allenava in una carriera costellata da medaglie. Il suo istruttore è anche lui un ex-campione che aveva condiviso gli allenamenti con il padre del giovane. L'attrazione tra i due è subito evidente e l'istruttore esercita sul giovane una forte pressione che rasenta il bullismo pur senza sfociarci. Una serie di flash back da entrambe le parti, rivela che il padre di Luca lo aveva abbandonato alla giovane età di 8 anni, un abbandono mai perdonato. Con un confronto che diviene sempre più incalzante il giovane scoprirà che suo padre e l'istruttore erano amanti. Questa rivelazione libererà il giovane dalla soggezione negativa dell'abbandono e da quella verso quest'uomo che aveva amato suo padre. Il finale a sorpresa rivela quanto la soggezione possa influire sull'animo umano fino al sacrificio estremo, quando la depressione, sua possibile conseguenza, può prendere un sopravvento avverso.
Le emozioni espresse nella scrittura di questo dramma sono ben evidenti anche se forse meriterebbero un studio più approfondito. Rispetto ai più recenti lavori di Antonio Mocciola, (Adolf prima di Hitler e L'isola degli invertiti), non si può non notare come un leggero passo indietro. In quei due lavori la psicoanalisi dei personaggi era decisamente più studiata, più spalmata e gli interpreti la indossavano come un abito su misura. In questo lavoro, pur profondo e che ben descrive questo poco considerato sentimento, si ha la sensazione che manchi l'attenzione ai dettagli.
A questo senz'altro contribuisce la regia di Giuseppe Fiscariello forse fin troppo scarna. Non basta raccontare i fatti per costruire un ruolo che tocchi il cuore dello spettatore.
Renato Fontanarosa affronta il ruolo del giovane nuotatore con grande entusiasmo ed ha una recitazione estremamente credibile nei flash back, quando parla da bambino e quando diviene irruento: perde un po' di naturalezza nel resto della narrazione.
Nel ruolo dell'istruttore, Giuseppe Carosella riesce ad altalenarsi bene tra la dura nostalgia del suo amato e la rigida ma anche tenera promessa a lui fatta di occuparsi del proprio figlio. Una promessa che crolla nel momento in cui il giovane vince la soggezione nei confronti del suo "mister". Anche Carosella a tratti perde spontaneità soprattutto nei momenti in cui la regia manca della necessaria introspezione.
LA SOGGEZIONE
di Antonio Mocciola
Regia Giuseppe Fiscariello
Aiuto-regia Livia Berté
Con Giuseppe Carosella e Renato Fontanarosa
TEATRO ELETTRA
Venerdì 1 e Sabato 2 Aprile ore 21
Domenica 3 Aprile ore 18
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