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Review: LA PICCOLA 'GRANDE' BOTTEGA DEGLI ORRORI alla SALA UMBERTO

By: Dec. 07, 2019
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Review: LA PICCOLA 'GRANDE'  BOTTEGA DEGLI ORRORI alla SALA UMBERTO  Image

Riuscitissimo revival per questo musical reso immortale dal celebre film omonimo con le seducenti musiche di Alan Merken: LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI torna con un allestimento fedele all'originale ma con alcune novità che la rendono fresca, nuova e accattivante.

Chi non conosce la storia di Audrey II, la pianta carnivora aliena arrivata sulla terra durante un'eclissi solare per conquistare il nostro pianeta servendosi dell'ingenuo e imbranato Seymour. Acquistando una crescente forza grazie all'ingerimento di carne umana la pianta arriverà a comandare il suo giardiniere con promesse solo destinate a raggirarlo.

Piero di Blasio ha riadattato il testo e con la sua frizzante regia ha apportato delle modifiche stuzzicanti che hanno reso più attuale e divertente un classico senza tempo.

Per la prima volta in Italia, nel ruolo della pianta, al posto della marionetta a cui eravamo abituati c'è un attore in carne ed ossa. La crescita da piccola piantina ricciuta a grande e pericolosa pianta mangiatrice d'uomini è resa in maniera molto efficace e senza bisogno di particolari trucchi o effetti speciali. L'interprete Lorenzo Di Pietro, in arte la Drag Queen Velma K, riesce a rendere le varie fasi di Audrey II così credibili da avere la sensazione di vederlo crescere davanti ai nostri occhi. Indiscutibile la sua imponente presenza scenica e vocale.

Nel ruolo di Seymour torna dopo 30 anni dalla sua prima interpretazione dell'ingenuo giardiniere, un sempreverde Gianpiero Ingrassia in ottime condizioni vocali e sempre con la giusta dose di ironia. Nel ruolo di Mushkin, il proprietario del piccolo negozio di Skid Row si cimenta per la prima volta in un musical, Fabio Canino, noto attore teatrale e televisivo che ha dimostrato di sentirsi a proprio agio anche se, a sua detta, circondato da "ugole d'oro".

In totale rottura con il personaggio originale della bionda svampita troviamo, nel ruolo di Audrey, l'amore segreto di Seymour, la cantante e attrice spagnola Belia Martin già nota al pubblico italiano per la sua partecipazione al musical Sister Act. La sua Audrey, spontanea e impacciata al punto giusto, non fa rimpiangere affatto la parrucca bionda di chi l'ha preceduta.

Emiliano Geppetti affronta con adeguato sarcasmo il ruolo del sadico dentista che picchia la povera Audrey e finisce per primo nelle fauci di Audrey II. L'attore con dei rapidi cambi di costume interpreta in veloce sequenza anche un gruppo di altri quattro personaggi nel pre-finale.

Le tre "monelle di strada" che fungono da narratrici e backup group lungo tutto il corso del musical sono interpretate dalle effervescenti e spregiudicate Stefania Fratepietro, Giovanna D'Angi e Claudia Portale.

Completano il cast l'ensemble composto da Michele Anastasi, Lucrezia De Matteis, Rosita Dentis e Mario Piana in ruoli di secondo piano e negli scattanti interventi coreografici curati da Luca Peluso.

Molto efficaci le scene di Gianluca Amodio con le luci di Oscar Lepore che nel piccolo palcoscenico della Sala Umberto riescono a ben rendere, con pochi movimenti scenici, dalla piccola stradina di periferia allo skyline di Manhattan.

La innovativa produzione di Angelo Longobardi si rivela ancora una volta una scelta vincente e con la complicità di Piero di Blasio va a rompere certi schemi fino a poco tempo fa invalicabili. Abbattere certe barriere anche nel musical più tradizionale e cosiddetto "familiare", non è cosa semplice: presentare in scena un'artista di colore in un ruolo storicamente "bianco" e una Drag queen che per molti rappresenta (purtroppo) ancora uno spettacolo di terzo grado ha mostrato una forte e decisa voglia di crescita e volontà di eliminare quelle barriere di qualunque genere che ci sono imposte da una società ancora arretrata: la bravura di tutti gli artisti in scena, ma soprattutto di Belia Martin e di Lorenzo Di Pietro ha pienamente dimostrato che quando c'è talento, non c'è limitazione di razza o genere che tenga: il vero artista supera ogni singola barriera.

Nonostante fosse una rappresentazione serale la dimostrazione più evidente di questo successo è venuta dalla partecipazione quasi involontaria dei numerosi bambini presenti in sala e dall' l'innocenza delle loro ripetute e forti risate; una battuta spontanea arrivata in un momento di silenzio ha provocato una esilarante reazione di Gianpiero Ingrassia che ha dovuto fermarsi un attimo prima di poter riprendere la rappresentazione. Questo ci dimostra che se ai bambini si mostra la verità con semplicità e chiarezza, forse può esserci speranza per un mondo più aperto e più tollerante.



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