News on your favorite shows, specials & more!

Review: DO MY MOUTH all' OFF/OFF THEATRE

UNA STORIA FAMILIARE COME SPUNTO PER UNA LEZIONE DI VITA NELLA QUARTA SERATA DELL'ONSTAGE! FESTIVAL

By: Nov. 14, 2021
Get Access To Every Broadway Story

Unlock access to every one of the hundreds of articles published daily on BroadwayWorld by logging in with one click.




Existing user? Just click login.

Review: DO MY MOUTH all' OFF/OFF THEATRE  Image

Quarto appuntamento per l'ONSTAGE! Festival che con Do My Mouth presenta un altro aspetto della realtà teatrale forse meno popolare ma di sicuro effetto.

JOY, LIGHT, HAPPINESS

Non è un classico play, non è una stand up comedy, non è documentary theater, ma Do My Mouth è un po' di tutte queste cose mescolate. Solo in scena, Davis Freeman interpreta se stesso prendendo spunto da fatti ed eventi della sua vita e della storia della sua famiglia che ha scavato e ricostruito per mostrare al pubblico in sala che c'è un unico must di cui non dovremmo mai dimenticarci: quello che la vita è breve e che non bisogna lasciarsi sfuggire l'occasione di godere di ogni attimo. L'intero show gira attorno a tre parole che Freeman cerca di instillare per tutta la durata della serata nei cuori degli spettatori e che a più riprese compaiono sullo schermo alle sue spalle: JOY, LIGHT, HAPPINESS.

Review: DO MY MOUTH all' OFF/OFF THEATRE  Image

Lo spunto per questo racconto l'ha avuto dopo l'improvvisa morte del suo più caro amico, una morte che poteva essere evitata. Quella tragedia lo ha portato ad esplorare tanti eventi e tante situazioni che pesavano sulla sua coscienza per sdrammatizzarle e trarne un significato quasi di rivalsa, senz'altro di insegnamento, per vedere la vita sotto un aspetto appunto più gioioso, più luminoso, più felice.

UNA STORIA FAMILIARE COME SPUNTO PER UNA LEZIONE DI VITA

Davis Freeman vive in Europa da più di 20 anni e alla fine dello show, nella consueta discussione con il pubblico voluta dagli organizzatori dell'ONSTAGE! Festival, l'attore ha dichiarato che con i tempi che corrono oggi, uno show come questo che affronta apertamente temi come la sessualità adolescenziale, la schiavitù e il razzismo del profondo sud degli Stati Uniti, portarlo in scena nella sua patria non sarebbe possibile. Lui stesso ha dovuto esorcizzare il pensiero che i suoi antenati, anche se portavano un nome come Freeman (letteralmente Uomo libero), avevano una nutrita schiera di schiavi al loro servizio. Suo nonno, pur di origini ebree, si era affiancato al Ku Klux Klan e si divertiva, nelle serate con gli amici, a tingersi la faccia di nero e a cantare con lo slang dei neri, ridicolizzandoli. Scorrono sullo schermo immagini dure di neri impiccati, spesso senza processo e per motivi futili a cui i suoi antenati e loro amici avevano assistito se non partecipato. Il tutto ha comunque sempre un tono che si, rasenta il drammatico ma i suoi racconti sono carichi di un particolare humor che fa pensare e rivela l'orrore senza choccare per prenderne poi una giusta distanza. Ed è proprio questo che l'ha aiutato ad esempio a lasciarsi alle spalle il fatto che il suo nome di battesimo, Davis, gli viene da quel Jefferson Davis che nella guerra di secessione americana combatteva per mantenere la schiavitù: oppure che al matrimonio della sua sorellastra l'intera famiglia dello sposo fosse dell'area politica più conservatrice di estrema destra.

L'eredità psicologica e l'educazione che ognuno di noi riceve dalla storia familiare, può essere positiva e costruttiva come essere totalmente negativa e sbagliata. Con questo testo Davis Freeman vuole dimostrare come ci si possa emancipare e come spesso sia necessario non rinnegare ma rivedere le proprie origini per poter vivere una vita più serena. Esemplare l'esempio da lui escogitato e descritto nei dettagli con tanto di foto, di come ha voluto "salvare" l'anima del suo antenato razzista e liberarsene psicologicamente. Per parecchi giorni ha portato sulle spalle in uno zaino una pietra dal peso di dieci chili sulla quale aveva disegnato il ritratto del suo antenato. Questo simbolico peso così fisicamente sopportato se lo è infine scrollato di dosso deponendo la pietra sotto terra a contatto con la bara dove è sepolto: prima di riscoprirla l'ha cosparsa di dolce miele. Una metafora che ci può insegnare a perdonare e a guardare avanti con più leggerezza.

RANDOM SCREAM

Presenta

DO MY MOUTH

Scritto e interpretato da Davis Freeman

Video grafica Sam Vanoversscheide

Soprattitoli a cura di ONSTAGE! Festival

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

15 novembre ore 20:30 THE BABY MONITOR Off Off Theatre- Roma

18 novembre ore 21:00 THE BABY MONITOR LucidoFestival- Cagliari

20 novembre ore 21:00 OS 2019 - DIRTY PAKI LINGERIE LucidoFestival- Cagliari

21 novembre ore 21:30 OS-2019- HEDY! THE LIFE & INVENTIONS OF HEDY LAMARR LucidoFestival- Cagliari

BIGLIETTI

Ingresso agli spettacoli: € 15 intero, € 13 ridotto, € 10 convenzioni

Abbonamento libero a 5 ingressi € 55

Ingresso libero alle letture

Prenotazioni e prevendita:

ROMA - Off-Off Theatre, Via Giulia, 20 - Tel. +39.06.89239515
CAGLIARI -
LucidoFestival, Aeroporto Cagliari-Elmas, www.lucidofestival.com



Reader Reviews

To post a comment, you must register and login.






Videos