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Review: BIG FISH della BSMT insegna a sognare in grande

By: Jun. 17, 2018
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Ph. Giulia Marangoni

"Sogna in grande" è la prima scritta che leggiamo sul programma di sala. Un'esortazione che è anche una promessa. Spesso e volentieri entriamo in un teatro per evadere dalla realtà, vivere un paio d'ore magiche e poi tornare al grigiore delle nostre vite quotidiane. Ma a volte capita, inaspettatamente, di vedere uno spettacolo che ti insegna a sognare (in grande), che porti con te anche fuori dalla sala del teatro. Continua l'estate bolognese all'insegna del musical: nell'ambito della VI edizione del A Summer Musical Festival, rassegna di spettacoli prodotti e realizzati dalla Bernstein School of Musical Theater, il 7 e l'8 giugno è andato in scena al Teatro Duse BIG FISH. Basato sul romanzo di Daniel Wallace Big Fish: A Novel of Mythic Proportions (1998) e sul celebre film di Tim Burton (2003), il musical Big Fish di Andrew Lipa (musiche e liriche) e John August (libretto) debutta a Chicago nel 2013 e apre ufficialmente a Broadway nell'ottobre dello stesso anno, dove chiuderà solo due mesi dopo. Ma è ampia l'eredità dello spettacolo che ben presto vede nascere produzioni in diverse parti del mondo, dall'Australia all'Inghilterra alla Germania.

Al centro del testo di Big Fish, nel musical così come nel romanzo originale, è la complicata relazione padre-figlio tra Edward Bloom, commesso viaggiatore, e suo figlio William. La vita di Edward è oggetto di fantasiose rivisitazioni, l'uomo passa gli anni a raccontare leggendarie e fantasiose storie abitate da streghe, giganti, sirene, lupi mannari e amori incomparabili; William, d'altro canto, raggiunta un'età adulta e sopraffatto dalla razionalità non riesce più a credere alle favole mirabolanti del padre. L'improvvisa malattia di Edward porta William a tornare sui suoi passi, a rivivere le storie che hanno animato la sua infanzia per scoprire che il confine tra realtà e finzione non è sempre così netto.

Big Fish è, dalla sua origine, un musical controverso. La trasposizione a teatro di un capolavoro del cinema estremamente noto non è mai facile, tutt'altro: particolarmente difficile nel caso di un film come Big Fish che spesso, nella sua narrazione, sfrutta meccanismi tipicamente cinematografici - basti pensare al primo incontro di Edward e Sandra, al primo sguardo il tempo si blocca in un lungo fermoimmagine, il giovane Bloom si fa strada fra le figure immobili di saltimbanchi e circensi per raggiungere l'amata ma, a un passo dal raggiungerla, il tempo torna a scorrere velocissimo, tutto si muove in un fast forward che trascina Sandra via con sé. Difficile raggiungere un livello di poesia simile, il musical prova a farlo con una tipica canzone d'amore, espediente poco originale e sicuramente di minor impatto.

L'inevitabile confronto con il film, d'altro canto, non toglie qualità a uno spettacolo ben fatto che intrattiene e commuove, mantenendosi fedele allo spirito creativo e magnifico che ha mosso in questa direzione prima l'autore Daniel Wallace e poi il regista Tim Burton. Anzi, il musical sceglie di giocare tutte le sue carte proprio su quel carattere immaginifico che caratterizza Big Fish dalle origini. Come gli uditori di Edward si sono stupiti nel sentir raccontare le sue storie, anche noi spettatori rimaniamo stupiti, sorpresi e affascinati nel vederle rappresentate sul palco in modo altresì magistrale.

Si crea infatti una tripla narrazione: Edward adulto che racconta le sue straordinarie avventure al giovane figlio William; William adulto che sfrutta la sua ultima possibilità di poter conoscere davvero il padre morente, cercando di scoprire la verità che si cela dietro alle sue mirabolanti storie; le avventure del giovane Edward Bloom così come sono state raccontate da Edward per tutta la sua vita. Inutile dire che se il tono della narrazione è mantenuto su un livello serio-drammatico nei momenti "reali" della vita di William, per le avventure di Edward si ricerca tutto all'infuori della sobrietà artistica. Dalla giovinezza passata da "eroe" nel paesino di Ashton al salvataggio della città vent'anni dopo, passando per racconti fantastici di incredibile impatto scenico e coreografico - l'incontro con la Strega è senza dubbio il momento di teatro musicale più memorabile che io abbia visto negli ultimi tempi - vediamo in scena tutta l'immaginazione e la forza vitale di Edward che si dilata spesso e volentieri in scene corali.

La regia di Saverio Marconi è sicuramente una delle chiavi del successo di questa produzione: la professionalità di un grande regista come Marconi colma il gap tra il talento dei ragazzi della BSMT e alcune scelte registiche dal sapore amatoriale di opere precedenti. Particolarmente d'impatto le scenografie di Federica Piergiacomi e Gabriele Moreschi, degli screen colorati disposti come quinte che permettono rapidi cambi di scena e le uscite/entrate dei performer. Non da meno le coreografie di Nadia Scherani, che valorizzano fortemente le scene corali e conferiscono la giusta atmosfera epica alle storie/leggende di Edward Bloom.

Big Fish è un racconto che fa bene all'anima e al cuore, in ogni sua forma ci sprona a essere i protagonisti della nostra storia e ci ricorda che il rispetto, la gentilezza e l'amore sono la chiave per vivere una vita eroica e a suo modo gloriosa. E questa produzione ci mostra, in modo magistrale, l'impegno, il talento e la dedizione dei giovani studenti della BSMT. Questi "saggi di fine anno", come spesso sono definiti gli spettacoli delle accademie, non hanno nulla da invidiare agli spettacoli professionali: se questa è la futura generazione di performer, si prospetta un futuro roseo per il teatro musicale italiano.


BIG FISH

Bsmt Productions

Direzione musicale SHAWNA FARRELL

Coreografie NADIA SCHERANI

Musiche & liriche ANDREW LIPPA

Libretto JOHN AUGUST

Traduzioni liriche e libretto FRANCO TRAVAGLIO

Scenografie GABRIELE MORESCHI

Costumi FABIO CICOLANI E SILVIA CERPOLINI

Light designer EMANUELE AGLIATI

Sound designer TOMMASO MACCHI

Aiuto regia ILARIO CASTAGNOLA

Aiuto coreografia ELENA BARANI

Direttore di scena ALESSANDRO DI GIULIO

Regia SAVERIO MARCONI



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