Una voce incredibile si sta facendo sempre più strada nel panorama del Musical in Italia: Rosy Messina poco più che trentenne ha già al suo attivo numerose esperienze in molti musical e ha collaborato con grandi artisti della musica italiana: alla vigilia della ripresa di Heathers The Musical in cui interpreta il ruolo principale, ascoltiamo cosa ha da raccontarci sulle sue aspettative, sul suo lavoro, sulle sue collaborazioni.
-Cosa o chi ti ha ispirato nel voler intraprendere questa carriera, chi erano i tuoi idoli da piccola?
Io non ricordo nessun giorno della mia vita in cui non abbia cantato: mio padre è un chitarrista autodidatta con una passione infinita per la musica e mia madre mi raccontava che quando era incinta lui ogni giorno, ogni notte cantava per me e lei mi sentiva scalpitare dentro di lei al suono della chitarra: probabilmente proprio per questo dopo la mia nascita la mia prima parola è stata "papà" e non "mamma", forse per questo senso di appartenenza alla sua musica. Oltre al mio papà che rimane il mio idolo e che mi ha insegnato moltissimo, sono cresciuta a "pane e DIVAS LIVE": divoravo tutti i mitici concerti con le più grandi interpreti di sempre, Aretha Franklin, Cèline Dion, Barbra Streisand, Carole King e poi qui da noi, Giorgia di cui mi sono innamorata da quando la vidi al suo primo Sanremo
-Come cantante e corista hai collaborato con Fiorella Mannoia, Alex Britti, Renato Zero: le tue prime esperienze sulla scena sono avvenute con Georgie Il Musical, E se il tempo fosse un gambero, L'ultima strega, ruoli che ti hanno dato la possibilità di farti conoscere anche come attrice oltre che come cantante: quale delle due discipline senti più vicina al tuo modo di esprimerti? Cantante o attrice di musical?
Sicuramente il canto è la disciplina in cui sento di potermi esprimere al meglio: con le parole ho sempre avuto più difficoltà: anche a scuola ero molto logorroica, facevo temi di troppe pagine perché pensavo di non riuscire a farmi capire: con una canzone invece riesco a esprimermi molto meglio. La recitazione per me è un po' bizzarra, considero la danza la mia seconda disciplina: mi sono diplomata in danza classica e moderna e quando arrivai a Roma all'inizio, per sostenermi ho lavorato molto di più nella danza che nel canto: ho danzato in vari corpi di ballo, anche in TV nel serale di Amici, e lo facevo con impegno perché il canto per me era una cosa naturale, che non dovevo studiare mentre la danza mi richiedeva impegno, studio ed era un vero lavoro: continuamente però ricevevo segnali che il canto era la mia strada. Quando tornavo a casa dopo ore di prove con le mie frustrazioni per non aver raggiunto quello che volevo, anche per limiti fisici, non ho infatti il collo del piede giusto o comunque il fisico giusto per fare la ballerina professionista, accendevo lo stereo e mi mettevo a cantare e ricordo che mio padre mi chiedeva perché mi ostinassi a voler fare la ballerina quando avevo il canto. In un momento di sconforto quando non trovavo ingaggi ho cominciato a lavorare in un pub dove ho rotto talmente tanti bicchieri da rischiare di essere licenziata fino al giorno in cui ho chiesto al proprietario di potermi esibire e ho messo il cd con le mie basi musicali e quella è stata la scintilla che ha dato inizio alle mie esibizioni. La recitazione è poi venuta dopo grazie al mio incontro con Rino Cassano e Brunella Platania, due maestri che mi hanno dato tanto e mi hanno insegnato la naturalezza, a tirar fuori da me stessa la verità: un insegnamento basilare che mi hanno dato è "non fare niente per fare finta di ... ma fai tutto come se fosse..." e questa è la chiave di qualsiasi gesto, di qualsiasi azione: all'inizio mi facevo problemi perfino di come prendere un bicchiere in scena, ma in realtà era come se lo dovessi prendere a casa mia e così ho scoperto una parte di me che mi piace tantissimo e che mi ha portato a interpretare ruoli molto vicini a me e al mio carattere. Tranne forse nel caso di Elise in Georgie che è un personaggio freddo, subdolo, cattivo e insensibile, tutte caratteristiche che ho faticato a trovare in me per poterle rendere realistiche, ma ho avuto la fortuna di essere ben diretta proprio da Brunella (Platania n.d.r.) e tutto è stato più semplice.
-Presto sarai nuovamente in scena con Heathers The Musical che ritorna in scena a Roma e poi in tour con tappe a Napoli, Milano e altre date: parlaci del tuo personaggio e di come questo musical ispirato al film Schegge Di Follia sia purtroppo molto attuale nel trattare il bullismo scolastico.
Un giorno Brunella mi chiama e mi fa sentire delle musiche: subito ne resto affascinata. Poi mi dice, sei pronta per interpretare Veronica? Io le rispondo, chi è Veronica! Premetto che Brunella ha una conoscenza del musical come nessun altro: conosce dei dettagli che forse neanche gli autori stessi si ricordano. Io mi sono innamorata subito di Heathers perché come dici giustamente tu tratta di un argomento molto attuale: il film fu anche censurato per questo. Me ne sono innamorata per due motivi: il primo perché mi ha permesso di fare un tuffo nel passato, mi ha fatto rivivere i miei anni di liceo, mi ha fatto vedere delle cose che a quell'età non vedevo. Io ero proprio come Veronica Sawyer, volevo rubare ai ricchi per dare ai poveri, volevo cambiare il mondo, avevo questo senso di giustizia che poi mi faceva cacciare in un sacco di guai: è stato un tuffo al cuore perché ho dovuto rispolverare cose che credevo di aver dimenticato e che sono riemerse. Mi ha anche svelato molte cose sul rapporto con mia madre: nel musical gli adulti sono visti come alieni, come esseri che dicono cose che non servono, stancanti che non si comprendono: una delle battute chiave che ho nel musical è "voi non potete capire, voi non sapete nulla di me!" e questa cosa mi ha fatto male. Oggi a 30 anni quella ribellione adolescenziale, quell'incoscienza si è un po' persa, mi sono resa conto di aver trattato molto male mia madre e le ho chiesto scusa perché ho rivisto in Veronica alcuni miei atteggiamenti di tanti anni fa. Questo è stato un motivo fondamentale che mi ha fatto entrare molto profondamente in questo personaggio. Un altro motivo per cui mi ha appassionato è l'essere stata dall'altra parte, negli anni in cui ho lavorato come maestra nelle scuole sia elementari che medie e ho visto da vicino degli atteggiamenti veramente raccapriccianti, spiacevoli di un bullismo crescente perché c'è tanta rabbia, c'è tanta cattiveria, c'è tanta delusione: sono stata molto vicino a questi bambini e la loro delusione è quello che mi ha colpito di più, la delusione verso i comportamenti degli adulti, verso quel mondo che doveva essere la loro sicurezza. C'è un'alta percentuale di divorzi, troppa gente che litiga e che non da ai bambini un ambiente pulito, armonioso ma che gli fa respirare litigi, tensioni che inevitabilmente i giovani poi sfogano nella scuola. Quando portiamo questo musical proprio nelle scuole è stato sconcertante vedere le reazioni dei giovani perché ognuno di noi si può rivedere in questo o quel personaggio. Heathers dall'inizio alla fine ti diverte, ti emoziona, ma ti fa anche riflettere tanto: io sono per un teatro che diverte, che distrae ma ancora di più se serve a far riflettere e poi ti lascia un segno. Infine, devo aggiungere che adoro recitare in questo musical per la possibilità di avere al mio fianco Luca Setaccioli: non ci conoscevamo prima e Marcello e Brunella (Sindici e Platania, regia associata n.d.r.) ci hanno scaraventato in scena senza che avessimo mai scambiato una parola: è stato un impatto emotivo immenso e ne è uscita una complicità, una stima e una fiducia tale che dà un grande credibilità ai nostri personaggi.
-Dopo il tour di Heathers riprenderai il tuo ruolo nel nuovo tour di Sanremo Musical. Parlaci di questo lavoro, delle grandi canzoni nate nella famosa kermesse che interpreti in scena e del tuo personaggio.
Questa è la mia domanda preferita: Sanremo. Io non sono nata con il musical, ma con la musica in generale; con mio padre vedevamo Sanremo tutti gli anni e avevamo ognuno un blocnotes dove annotavamo le nostre impressioni, i nostri voti, le nostre critiche, i nostri pronostici sul vincitore e non sempre eravamo d'accordo con i risultati finali, ma quella settimana era per noi sacra ed era una delle poche volte che mia madre mi permetteva di restare sveglia fino a tardi per vedere tutto il Festival. Puoi quindi immaginare la mia eccitazione quando vengo a sapere che c'era un casting per un musical sulla storia del Festival . Quando ho letto il bando per le audizioni c'erano tutte le canzoni che io avevo sempre cantato con mio padre e per questo non mi sono dovuta nemmeno preparare perché erano brani che conoscevo come le mie tasche e tra quelle c'era il mio brano per eccellenza, quello che è la mia vita e che è Come Saprei, un brano per me intoccabile. Non ho neanche letto il resto del bando, a quale personaggio apparteneva questo o quel brano: ricordo che avevo le placche in gola e con la febbre ho preso il pullman di notte e sono partita per Sanremo. Alle audizioni, c'era tanta gente e eravamo divisi in tante salette: il caso ha voluto che capitassi in quella dove c'era una signora bionda con un sorriso bellissimo che ho poi scoperto sarebbe stata la regista del musical: lei mi ha chiesto per quale personaggio mi presentavo alle audizioni. Anche a rischio di perdere quest'occasione le dissi che il mio sogno di bambina era di cantare Come Saprei all'Ariston e la pregai di farmela cantare tutta senza interruzioni. Ci sono stati tanti call back e poi a fine gennaio sono stata scelta per il ruolo di Cristina; non potevo essere più felice, non solo per aver vinto la parte ma anche per le canzoni che avrei cantato: Un'emozione da poco, Come saprei, Gli Uomini non cambiano, Vedrai Vedrai di Luigi Tenco, canzoni che avevo adocchiato ma non sapevo se sarebbero toccate a me: quando l'ho scoperto ho urlato di gioia. Il mio personaggio è quello di una ragazza, ribelle, un po' mascolina, con un passato difficile e che ha un rapporto di amicizia molto intimo con un ragazzo, Lucio e il caso ha voluto che ad interpretarlo fosse Michelangelo Nari che è veramente un mio carissimo amico e questo ci ha permesso di essere molto reali in scena perché non abbiamo dovuto recitare la nostra amicizia, era tutta naturale e vera: anche in questo caso, come con Luca (Setaccioli n.d.r) in Heathers è stato un grosso regalo che questo ruolo mi ha fatto. Spero che in tanti verranno a vederlo perché questo è un musical in cui ognuno di noi può ritrovare un pezzo della sua storia, ognuno di noi ha un ricordo legato ad una canzone di Sanremo, o l'ha vissuto attraverso i ricordi dei propri genitori perché i più giovani, me compresa, noi non abbiamo vissuto Tenco o Endrigo, ma nel mio caso il mio papà mi ha fatto conoscere e amare queste canzoni come sono certa sia successo a tanti altri. Il pubblico che ci è venuto a vedere ha amato il musical, si è emozionato, ha cantato con noi: ci ha resi orgogliosi vedere il pubblico cantare con noi Nel blu dipinto di blu, una canzone che ci ha rappresentato nel mondo e che è nella storia di tutti. Dopo il successo della scorsa stagione il nuovo tour ripartirà da aprile.
-C'è un ruolo, una parte che ti ha fatto sempre sognare e che vorresti interpretare in scena?
Il ruolo che avrei voluto sempre interpretare ... come puoi aver capito, io non sono una persona molto normale, quando da piccola qualcuno mi chiedeva cosa vuoi fare da grande, figurati che io rispondevo "il benzinaio"! Come ti dicevo prima comunque il mio primo sogno era diventare una ballerina professionista e i film che ho visto e rivisto mille volte sono stati Dirty Dancing e Flashdance e volevo interpretare Baby o Alex: è un sogno che in parte si è realizzato, perché quando mi sono avvicinata al musical, per merito o colpa di Marcello Sindici che stava facendo dei provini per questi due ruoli ho potuto interpretare Baby in Dirty Dancing e Gloria, non Alex in Flashdance: crescendo le aspettative sono state altre e un sogno che forse resterà un sogno perché credo sarà impossibile sia per colore della pelle che per qualità vocali è di interpretare un personaggio di Dreamgirls. Ma detto questo devo dire che sono molto contenta perché la mia carriera mi ha riservato delle bellissime perle, dei bellissimi personaggi che porto nel cuore: non ho fatto nulla in cui non abbia messo tutto il mio cuore: se decido di andare a fare un provino lo faccio perché veramente voglio far parte di quello spettacolo: non vado a fare un'audizione per cercare lavoro, tanto per farlo: se ho fatto un provino era perché volevo quel ruolo e sono stata fortunata a ottenere i ruoli che volevo perché ci credevo, credevo nella storia, nel lavoro del regista che per me è fondamentale: senza la stima nel regista mi è difficile entrare nel personaggio. Uno spettacolo è come un vestito che devi poi indossare, difendere, curare, sentirti addosso: se lo compri solo perché è di marca finisci per non indossarlo bene. Ti preannuncio anche un altro ruolo che porterò in scena quest'anno: sarò nel cast de La Famiglia Addams nel ruolo di Mercoledì al fianco di Gabriele Cirilli, un attore che ammiro e stimo moltissimo.
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