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Interview: MARTINA FERRAZANO E RAFFAELE FRACCHIOLLA BroadwayWorld Regional Award Winner

Chiudiamo le interviste dei vincitori dei premi di quest'anno con gli autori del musical FIGLI DI GIUDA premiati per il miglior testo

By: Mar. 06, 2021
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Incontriamo Martina Ferrazzano e Raffele Fracchiolla, fondatori della Compagnia I Sognattori e autori del testo del musical Figli di Giuda, premiato agli ultimi Broadwayworld Regional Award come miglior testo della passata decade.

Ricordiamo che questo musical si era aggiudicato 6 premi nelle votazioni del 2018.

Buongiorno Martina e buongiorno Raffaele,

D: il vostro musical continua a far parlare di se con questo premio come miglior testo della decade, un importante riconoscimento non solo per la sua qualità, ma anche per il suo importante messaggio sociale.

M.F. Quando abbiamo scritto il testo, mai avremmo pensato di arrivare fin qui. Probabilmente il messaggio sociale alla base del nostro musical ha dato una spinta inaspettata. Ci sono temi, come quello dei senza dimora, di estrema attualità che però raramente vengono trattati in spettacoli teatrali leggeri e adatti a tutta la famiglia.

R.F. Tutto è partito dalla voglia di raccontare qualcosa di nuovo, ma che fosse vicino a noi e alla nostra quotidianità. Ci siamo guardati intorno e l'abbrutimento della società, l'insensibilità a certi argomenti come la solidarietà, l'ospitalità e l'umanità (inteso come valore), personalmente mi spaventava. Quindi abbiamo scelto di parlare di questo, di dare una visione personale e per questo legata al qui ed ora, di un argomento che sentivamo vicino ed essere insigniti di questo premio ci inorgoglisce molto.

D: Cominciato in sordina in un piccolo teatro parrocchiale siete poi approdati per una replica in pompa magna al Brancaccio di Roma, uno dei templi del musical romano. Che ricordi avete di quella serata.

M.F. C'è un momento di quella giornata che difficilmente potrò dimenticare. Ero andata dietro le quinte prima dell'inizio dello spettacolo per fare le ultimissime raccomandazioni agli attori quando ancora non era stata "fatta sala". Quando sono tornata in regia, invece, le porte erano state aperte e il teatro era completamente pieno di spettatori. L'impatto visivo di quell'istante, l'emozione del sapere che il messaggio che stavamo lanciando sarebbe arrivato a tutte quelle persone e il calore che ho sentito, mi accompagneranno per sempre. Pensarci oggi, con i teatri chiusi, quando sono passati quasi 2 anni dalla nostra ultima messa in scena, mi riempie di tanta, tanta nostalgia.

R.F. Ricordi? Tutte le volte che passo davanti all'ingresso di quel Teatro rivivo attimo per attimo ogni emozione e stato d'animo. Non mi sarei mai immaginato su quel palco per la prima volta con uno spettacolo, scritto e diretto da me e con accanto le compagne di fatica e di sogni di una vita ormai. Ho sognato molte volte un risvolto del genere per ciascun lavoro scritto e portato in scena, ma non avrei mai pensato che si realizzasse sul serio. Ecco ho di nuovo i brividi.

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D: I nostri premi come sapete si basano sul voto popolare dei nostri lettori, non c'è una giuria o un team che li assegna. Per voi ha più importanza il riconoscimento del pubblico o quello della critica?

M.F. La critica e il pubblico hanno eguale importanza dal mio punto vista poiché sono riconoscimenti che guardano aspetti diversi della messa in scena ma ugualmente centrali. Avere un buon riscontro da parte della critica gratifica a livello tecnico, se così si può dire, professionale. Il pubblico invece ha tendenzialmente un giudizio meno filtrato dalla giusta lente della competenza: si basa principalmente su emozioni e sensazioni. Riuscire a coinvolgere entrambe queste tipologie di platee è sicuramente un successo.

R.F. Gli spettacoli come i quadri o come qualsiasi opera d'arte non sono di chi li concepisce ma di chi ne fruisce. Sapere di essere arrivati a tante persone è già un enorme traguardo. Se poi la critica dirà anche che lo abbiamo fatto al meglio delle nostre capacità, sarà stata una vittoria completa.

D: A distanza di 3 anni dalla prima di Figli di Giuda, vi siete guardati indietro? C'è qualcosa che avreste voluto fare in maniera diversa? Qualche cambiamento che ora fareste se come speriamo sarà possibile riproporlo in futuro? Ricordiamo ai nostri lettori che oltre ad aver scritto il testo avete curato anche la regia dello spettacolo.

M.F. Chi ha visto le 2 versioni sa già che qualche piccola modifica è stata apportata sia nel testo che nei brani. Abbiamo dato una storia a tutti i personaggi, arricchendoli di particolari e rendendo alcune scene un po' più drammatiche. Sicuramente ci sarebbe piaciuto riproporre lo spettacolo nella nuova versione del Brancaccio per più di una sola replica. Complessivamente siamo soddisfatti di quanto siamo riusciti a portare in scena, partendo anche dal presupposto che la compagnia dei SognAttori nasce come compagnia amatoriale e che non abbiamo avuto una produzione vera e propria alle spalle.

R.F. Nella versione presentata al Brancaccio abbiamo potuto concentrarci maggiormente sulla rotondità dei personaggi cercando di dare a tutti maggiore spessore e abbiamo approfondito alcuni aspetti che in prima battuta non avevamo raccontato fino in fondo. Come ha già detto Martina, il rammarico più grande è stato quello di aver mostrato questa versione solamente una volta, è un po' come avere una bella macchina parcheggiata in garage e non poter andarci in giro.

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D: con i teatri chiusi per gli autori c'è stata abbondanza di tempo per scrivere. Avete approfittato del lockdown per creare nuovi progetti? Cosa ci possiamo aspettare dai Sognattori per quando si potrà tornare in scena?

M.F. Prima del lockdown stavamo lavorando su uno spettacolo da portare in scena nel mese di Maggio 2020 e le nostre energie erano concentrate principalmente su quello. Purtroppo quel progetto al momento è stato messo in stand by e abbiamo iniziato a lavorare su diversi altri spettacoli tra cui un nuovo musical totalmente inedito, che speriamo di poter portare in scena alla fine di quest'anno o nel corso del 2022.

R.F. Il 2020 ci ha impedito di portare in scena uno spettacolo a cui tenevo molto e che avrei davvero voluto vedere quale effetto avrebbe avuto sul pubblico, anche in questo caso con Martina avevamo azzardato alcune scelte per il gusto di sperimentare e metterci alla prova. Per il momento è solo stato rimandato. Il nuovo progetto a cui stiamo lavorando adesso spero sia accolto dal pubblico e dalla critica favorevolmente come è stato per Figli di Giuda.

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D: Tornando al sociale, questa pandemia ha senz'altro colpito le fasce più deboli incrementando notevolmente il numero dei senzatetto, con le molte persone che hanno perso il lavoro e di conseguenza l'alloggio. Se non sbaglio il vostro impegno nel sociale è anche concreto. Ce ne volete parlare?

M.F. Con Figli di Giuda, sia nel 2018 che nel 2019, abbiamo affiancato la Caritas per la raccolta di fondi e di viveri. Abbiamo preso parte a diverse attività, come la Giornata Mondiale del Povero voluta da Papa Francesco e svolto attività di volontariato per supportare i tanti volontari nei periodi di emergenza freddo.

R.F. La collaborazione con la Caritas di Roma non si è esaurita con Figli di Giuda: questo spettacolo è stato solo l'inizio di un percorso che stiamo tuttora portando avanti.

Grazie Martina, grazie Raffaele, vi auguriamo un buon lavoro e restiamo in attesa di scoprire i nuovi musical in preparazione.



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