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Interview: Luca Marconi pubblica il suo nuovo album FREELY ME

By: Feb. 17, 2019
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Interview: Luca Marconi pubblica il suo nuovo album FREELY ME  ImageIncontriamo Luca Marconi, giovane tenore abruzzese che dopo importanti esperienze nel teatro musicale e due nomination come migliore attore in un musical ai BroadwayWorld Italy Awards ha pubblicato da poco il suo primo album da solista intitolato Freely Me

Buongiorno Luca,

complimenti per questo importante traguardo: con internet e tanta pirateria pubblicare un album è quasi un atto di coraggio, soprattutto se autoprodotto. Parlaci di come è nato, la sua storia, la sua evoluzione e cosa dobbiamo aspettarci dal suo ascolto: pop, rock, o più teatrale?

LUCA MARCONI: Ciao Ettore, grazie innanzitutto a te per lo spazio concessomi ed un saluto speciale a tutti i lettori di BroadwayWorld.com Tutto nasce da un'esigenza innata di comunicare. Credo sia tutto legato a questo. Fin dai miei esordi musicali, e si parla ormai di diciassette anni fa, la prima cosa che ho sentito il bisogno di fare, oltre cantare è stata quella di scrivere la mia musica. Al tempo lo facevo insieme ai miei compagni di viaggio di allora, i Picaroon's Spark, la mia primissima band, con la quale abbiamo esordito nel 2007, con il nostro debut album "Nightfeast in highfires wood". Dopo qualche tempo, ognuno di noi ha preso strade personali, chi continuando con la musica, chi percorrendo altri sentieri, ma la mia necessità di comunicare con il pubblico, non è mai svanita, semplicemente ha avuto bisogno di tempo fisiologico per iniziare nuovamente tutto da capo, stavolta però da solo. "Freely Me" non è nient'altro che la summa di tutte le mie esperienze umane, acquisite e vissute fino a questo momento. E' un manifesto a tutti gli effetti, di quello che sono oggi, umanamente ed artisticamente. Dieci brani dal sapore rock, dalle varie sfaccettature. Non amo mettere etichette alla mia musica. Credo sia semplicemente espressione libera di quello che sento e di quello che sono. Il giudizio o la classificazione, la lascio a chi ascolta o ascolterà. Mi auguro semplicemente che possa piacere a tanti, non pretendo a tutti. Perché si sa, che quando si è se stessi, è difficile che avvenga. Ma comunque spero che i messaggi contenuti all'interno del mio viaggio musicale, possano arrivare diretti e che chi ascolta possa riconoscersi, in quelle storie, in quei percorsi, in quei momenti che viviamo durante le varie fasi della nostra vita. Colgo l'occasione per ringraziare Simone Mammucari, sound engineer molto noto nel campo discografico e teatrale, che insieme a me ha creduto e prodotto, questo mio primo album da solista.

La scelta dei testi in inglese fa presupporre ci sia un desiderio di esportare la tua musica e la tua voce fuori dei nostri confini: hai progetti in questa direzione? Sei stato ispirato dal tuo ruolo in Queen at the Opera dove hai interpretato i mitici brani di Freddy Mercury?

LUCA MARCONI: La scelta della lingua, in realtà non è mai stato un qualcosa di programmato. Sicuramente deriva dal mio background musicale, principalmente legato al rock, hard rock, metal e generi affini, ma è stata la naturale conseguenza del mio comporre musica. Ho trovato una naturalezza maggiore, nell'esprimere i miei concetti in lingua inglese, perché meglio riuscivo a creare descrizioni immaginifiche di quelle che sono le situazioni e le esperienze di cui parlo. Musicalmente parlando, la sintassi ed il lessico inglese, meglio calzano a livello ritmico, metrico, alle melodie che ho composto e che normalmente continuo a scrivere. Sicuramente utilizzando un linguaggio internazionale, è più facile raggiungere un pubblico più ampio, che altrimenti non riuscirebbe a comprendere facilmente il senso delle mie parole, alle quali sono molto legato. Sono molto felice di aver ricevuto molti apprezzamenti, anche da paesi esteri, come Francia, Turchia ed Ungheria. I Queen sono stati senz'altro dei maestri e dei punti di riferimento durante la mia formazione artistica, ma cerco di avere uno stile personale e di lasciare libertà totale alla mia vena compositiva, senza cercare accostamenti con un cantante o piuttosto con una band specifica.

Dopo l'esperienza con la band di progressive rock Picaroon's Spark , ti sei avvicinato al teatro musicale partendo subito dal gradino più alto: Notre Dame de Paris il musical per eccellenza degli ultimi 20 anni dove hai interpretato il ruolo di Gringoire e in alcune repliche hai interpretato anche quello di Febo dimostrando grande versatilità nell'affrontare questi due diversi personaggi nella stessa opera. Come è avvenuto l'incontro con Riccardo Cocciante.

LUCA MARCONI: Notre Dame de Paris è stato senza ombra di dubbio, lo spettacolo che più mi ha spinto ad avvicinarmi al teatro musicale. Già in precedenza con la mia band, ho sempre cercato di avere un approccio teatrale durante i nostri live, perché sentivo l'esigenza di andare oltre la comunicazione del palco. Per cui il teatro è stata la scelta più ovvia, mi ha permesso di unire voce, corpo, ruoli ed emozioni, tutti in un unico magnifico luogo. L'incontro con Riccardo Cocciante è avvenuto grazie alle audizioni che si sono svolte per la scelta del cast del decennale di Notre Dame de Paris. Quindi la normale conseguenza di un percorso a fasi, che mi ha condotto di fronte a lui, per l'ultimo provino. Da lì, dopo la sua scelta, ci sono state un susseguirsi di meravigliose esperienze. Due anni di tournèe interpretando il poeta Gringoire dal 2011 al 2012, un anno di tour all'estero con la versione inglese, che mi ha dato la possibilità di cimentarmi con due personaggi differenti, aggiungendo al ruolo originario quello di Febo ed esibendomi al Cremlino di Mosca, Singapore, Lussemburgo e Turchia. Successivamente l'avventura è proseguita durante gli ultimi due anni di tournèe (2016/17), affiancando il cast storico italiano, durante la quale abbiamo avuto teatri sold out in ogni città italiana. In sintesi anni magnifici.

Dopo Notre Dame de Paris hai lavorato in Mimì è una civetta e tanti altri musical e poi l'incontro con Simone Martino che ti ha voluto in Roma Opera Musical e ti ha poi affidato il ruolo principale in San Michele e l'angelo dell'Apocalisse che ti è valso una nomination ai BroadwayWorld Italy Awards. A parte la tua presenza scenica in questo ruolo per il quale sembravi appositamente scolpito, parlaci di come ti prepari per affrontare ogni tuo ruolo e il tuo approccio a diversi modi di comporre: sia Cocciante che il Maestro Martino non sono certo "teneri" con i loro interpreti!

LUCA MARCONI: Negli anni sono stati tanti i ruoli che si sono susseguiti, Remo in Roma Opera Musical, Laerte in Amleto Dramma Musicale, Olimpio Calvetti in Beatrice Cenci Opera Drammatica, Rodolfo in Mimì è una civetta, diretto da Greg Ganakas, regista e coreografo di Broadway, con cui tra l'altro ho ricevuto una nomination come miglior attore protagonista ai BroadwayWorld Italy Awards. San Michele in San Michele l'Angelo dell'Apocalisse, con il quale ho avuto per la seconda volta questo onore ed infine nel 2018, Cassio in Otello, L'ultimo bacio. Il mio approccio parte senz'altro da una forte disciplina ed un profondo rispetto nei confronti delle partiture che mi accingo ad interpretare. Ci sono compositori più permissivi ed altri più rigidi, ma ho sempre avuto fortunatamente la possibilità di dire la mia e la libertà di esprimermi al meglio, grazie ad un' attenta analisi delle parti, delle melodie e dei personaggi che ho avuto l'onore di interpretare. In ognuno di loro ho messo qualcosa di me, cercando di renderli il più veritieri possibile. Con il maestro Martino, abbiamo un sodalizio che va avanti ormai dal 2012 e sono sempre felice di poter dare vita ad un suo nuovo personaggio, dato che vocalmente mi da sempre modo di esprimermi al meglio delle mie potenzialità.

C'è un ruolo nel teatro musicale che sogni di poter interpretare o preferisci creare personaggi originali?

LUCA MARCONI: La bellezza del teatro sta nel poter dare ad ogni personaggio, una tua chiave personale di lettura, seguendo chiaramente le direttive registiche e del carattere, ma aggiungendo delle sfaccettature personali, che lo rendono unico ed irripetibile. Non ho un ruolo preferito o qualcuno a cui aspiro in particolare. Spero solo di riuscire, ogni volta che ho la possibilità di viverne uno, di caratterizzarlo e dargli una forza ed un valore riconosciuto dal pubblico, così da renderlo vero e soprattutto potermi sentire a "casa anche se ospite di un'altra vita".

Oltre alla promozione del tuo album per cui hai realizzato anche un video clip per il brano "Like a river", quali sono i tuoi progetti futuri?

LUCA MARCONI: Al momento sono totalmente dedito alla promozione e distribuzione della mia creatura ed il videoclip di "Like a river", diretto da Valentina Ferrari (Killer Queen, Vocal coach & Art Director di We will rock you Italia), riprese a cura di Daniele Chatrian, mi ha permesso di dare maggiore forza alla mia musica e alle mie parole, utilizzando una comunicazione visiva di forte impatto, aiutato dalla bellezza dei luoghi che ci hanno ospitato. Sarò impegnato in concerti ed in serate in cui mi esibirò con repertori vari, dal musical, al rock, al pop e soprattutto in cui inserirò i miei brani, in modo da farli ascoltare anche dal vivo. Il teatro continua a far parte delle mie giornate, aspettando di incrociare sulla mia strada qualche nuovo personaggio da interpretare, vivere e condividere.



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