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Interview: FABRIZIO ANGELINI Broadwayworld Regional Award Winner

Incontriamo i vincitori dei Broadwayworld Regional Awards

By: Jan. 20, 2021
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Interview: FABRIZIO ANGELINI 
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Incontriamo Fabrizio Angelini, ballerino, attore, coreografo, regista, produttore, una delle figure più poliedriche e prolifere della scena del musical italiano. Quest'anno festeggia 35 anni di carriera. E proprio in questo importante anniversario il pubblico di Broadwayworld.com gli ha riconosciuto il premio come miglior regista e miglior coreografo della decade. Il musical Nunsense, da lui diretto, è stato premiato come miglior musical non originale.

D. Buongiorno Fabrizio, innanzi tutto complimenti per questi gloriosi 35anni di carriera ora coronati da questi riconoscimenti. Vorrei brevemente ripercorrere la tua lunga carriera partendo dai tuoi inizi: chi o cosa ti ispirò a voler intraprendere questa professione?

R. Grazie mille prima di tutto per la stima e i complimenti. Mi sono fatto molte volte questa domanda dal momento che nella mia famiglia non c'era una tradizione teatrale. Ho iniziato a studiare il pianoforte a 5 anni e più avanti con gli amici formammo un gruppo musicale che poi divenne anche teatrale. A 12 anni mi portarono al Teatro Sistina a vedere la primissima edizione di AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA e col senno di poi credo di aver capito in quel momento quello che volevo fare da grande: la commedia musicale. Impazzii per quello spettacolo e quando nella seconda edizione il ruolo di Clementina venne interpretato da Jenny Tamburi che abitava nel mio palazzo, ebbi l'occasione di vederlo più volte. Da allora andai a vedere ogni spettacolo del Sistina. 16 anni dopo entrai nel cast di BEATI VOI!, con Enrico Montesano e coronai un sogno. Un modello di grande ispirazione è stato per me Gino Landi, curatore della maggior parte delle coreografie di Garinei e Giovannini. Pur non avendo mai lavorato con lui, ho rubato con gli occhi tutto quello che potevo. Un'altra grande ispirazione fu il film WEST SIDE STORY. Anche Jerome Robbins divenne un modello di riferimento, soprattutto per la sua ecletticità come coreografo non solo di musical ma anche di balletto. Poi Gigi Proietti: ero entrato nel suo Laboratorio Teatrale che non ho potuto frequentare a causa del servizio militare, allora obbligatorio. Quando mi ripresentai l'anno successivo, anziché la scuola mi offrirono direttamente un contratto e il mio debutto fu proprio con Proietti in CIRANO, da lui diretto e interpretato.

D. Hai mosso i tuoi primi passi nella Compagnia della Rancia, tra l'altro premiata come migliore compagnia della decade, in alcuni dei più famosi musical di Broadway tradotti per il pubblico italiano: ne vogliamo ricordare alcuni tra quelli che più ti hanno appassionato? West Side Story? A Chorus Line? Quali sono quelli che ti sono rimasti nel cuore.

R. In realtà quando ho iniziato con la Compagnia della Rancia, nel 1990, avevo già lavorato con Proietti, poi con la Compagnia di Renato Greco e nel Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma e del San Carlo di Napoli. I due titoli che hai citato sono di sicuro tra quelli ai quali sono più legato. In particolare A CHORUS LINE, sia perché è stato il primo musical che ho interpretato, sia perché in qualche modo ha segnato la mia vita: ho partecipato a tutte le edizioni della Rancia, delle quali tre in scena in 502 repliche in 5 diversi ruoli (principalmente Paul). Ne sono poi stato anche capo balletto, assistente alle coreografie e responsabile artistico. In concomitanza con la quarta edizione ero impegnato come coreografo e attore nello spettacolo di Gigi Proietti DI NUOVO BUONASERA, ma ho comunque garantito la mia collaborazione artistica alle audizioni e alle prove. Nel 2019, con Chiara Noschese nel ruolo di regista, ho riprodotto le coreografie originali per la nuova edizione prodotta da Stage Entertainment: mi piace dire che è un tassello andato al suo posto. Come le precedenti è stata un'esperienza indimenticabile, perché in questo caso ho avuto la possibilità di trasmettere ai nuovi interpreti tutta l'esperienza accumulata negli anni e riportare le parole e l'esempio di Baayork Lee, che aveva rimontato tutte le edizioni della Rancia affiancando il regista Saverio Marconi. Io dico sempre che il mondo si divide tra chi ha fatto A CHORUS LINE e chi non l'ha fatto. È uno spettacolo particolare e diverso da tutti gli altri, perché parla proprio di noi. Insegna il rigore e la disciplina: fondamentali nel nostro lavoro. CHORUS è ormai nel mio DNA, nel mio cervello, nei miei muscoli, nel mio cuore... Oltre a CHORUS e a WEST mi piace ricordare SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI, la mia prima coreografia per un cast numeroso di 24 persone e un étoile come Raffaele Paganini. HELLO DOLLY!, con la grande Loretta Goggi e Paolo Ferrari. BULLI E PUPE, la mia prima regia per la Rancia, PINOCCHIO, con il compianto Manuel Frattini e le musiche dei Pooh (spettacolo rappresentato anche in Corea e a New York). THE PRODUCERS, nel quale oltre a curare le coreografie ho interpretato con gran divertimento il ruolo di Carmen Ghia. E la prima versione in italiano di JESUS CHRIST SUPERSTAR, direi una delle mie regie migliori.

D. Quando ti è poi venuto il desiderio di creare una nuova avventura, la Compagnia dell'Alba con cui avete portato in tour in tutta Italia produzioni come Nunsense, Aggiungi un posto a tavola, A Christmas Carol.

R. Undici anni fa il mio socio e co-direttore della Compagnia dell'Alba, Gabriele de Guglielmo, mi contattò tramite un'amica comune per mettere in scena NUNSENSE, spettacolo che avevo prodotto e diretto nel 2005 e del quale lui aveva il CD che avevamo realizzato con quel cast. Da lì è partito tutto: mi sono recato a Ortona, la sua città, divenuta poi sede della Compagnia pensando di sovrintendere alla preparazione di un saggio di fine anno. Ho scoperto invece un mondo di grandi talenti, la cui preparazione vocale e musicale era proprio opera di Gabriele che dall'età di 21 anni dirige una scuola di musica e canto che proprio in quegli anni si era aperta anche al Teatro e alla Danza. Lo spettacolo da allora ha superato le 130 repliche. E' nata una grande amicizia con Gabriele che ha anche un grande spirito imprenditoriale. Un giorno gli raccontai della mia grande passione per AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA. Mi rispose che lui ne aveva i diritti amatoriali e il caso volle che in una replica gli mancasse l'interprete di Toto. Detto fatto ho partecipato a quell'unico evento, altro tassello della mia vita andato al suo posto. Al termine dissi che ci avevo preso gusto e che non mi sarei accontentato di un'unica replica. Decidemmo di puntare ai diritti professionali. Iniziammo un lungo anno e mezzo di trattative estenuanti con i detentori dei diritti ma alla fine ottenemmo l'autorizzazione dopo aver anche sostenuto un'audizione con il Maestro Armando Trovajoli in persona. Debuttammo nel 2013 collezionando 150 repliche per tre stagioni in tutta Italia, isole comprese, muovendo una cast di 35 persone tra artisti e tecnici! Una follia per una giovane Compagnia appena nata. All'inizio io non ero in scena, data la maestosità di tutta l'operazione, ma verso la fine della prima stagione ho sostituito l'attore che interpretava il sindaco Crispino, mantenendo poi il ruolo nei due anni successivi. E in una replica ho anche sostituito Gabriele, nel ruolo di Don Silvestro quando a Barletta ebbe un brusco e improvviso abbassamento di voce. Insomma, un'avventura a tutto tondo che mi ha gratificato tantissimo, anche se economicamente è stato un impegno spaventoso. Sono arrivati poi TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE e A CHRISTMAS CAROL, entrambi per due stagioni. Il secondo avremmo dovuto riprenderlo in questa stagione per un terzo anno di tour ma purtroppo la pandemia ha fermato ogni cosa. Confidiamo di riprenderlo il prossimo anno, insieme ad un nuovo progetto e alla ripresa di NUNSENSE, visto il successo che questo spettacolo ha riscosso anche relativamente al premio. Questa è in sintesi la storia della Compagnia dell'Alba, a cui si è aggiunta da tre anni anche la direzione del Teatro Comunale di Ortona, e ci tengo a dire che tra mille difficoltà ci si muove con Gabriele in una comunanza di intenti e di gusto, che spero ci faccia lavorare insieme ancora a lungo, perché la cosa più gratificante è poter fare gli spettacoli nel modo in cui crediamo, con una qualità artistica non indifferente a partire dal punto di vista vocale, curando tutti i particolari, dalla grafica alla comunicazione, fino ovviamente alla parte artistica.

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(Il cast di NUNSENSE)

D. Hai curato le coreografie per gli spettacoli, An American In Paris e Singin' In The Rain due dei più importanti musical di tutti i tempi. C'è senz'altro voluto un grande coraggio ad affrontare queste mitiche coreografie che hai magistralmente padroneggiato. Quanto c'è di tuo e quanto dell'originale in quello che abbiamo visto in scena?

R. Mi documento sempre molto quando affronto un nuovo lavoro, e dunque avevo visto sia i film che varie versioni teatrali. E da alcune suggestioni non credo sia possibile prescindere. Poi però il lavoro viene fatto con gli interpreti e molte cose si creano insieme a loro, per dare origine ad un prodotto nuovo. Nella pre-produzione sono fondamentali le indicazioni della regia, nei due casi rispettivamente di Federico Bellone e di Chiara Noschese. Segue poi, prima delle prove, un lungo lavoro preparatorio con i coreografi associati e gli assistenti: in questi musical sono state Daniela Gorella nel primo e Cristina Fraternale nel secondo. I "passi" veri e propri per me arrivano quasi alla fine, prima c'è il concetto, il racconto, da dove partiamo e dove arriviamo, perché in generale anche la coreografia porta avanti la storia. Anche se è un semplice divertissement, deve raccontare qualcosa, deve esserci un inizio, un centro, una fine e avere uno sviluppo coerente in piena sintonia con la parte musicale.

D. Eri in nomination con entrambi questi lavori ed il premio ti è stato assegnato per Singin' In The Rain: ne sei soddisfatto o come penso io, da un punto di vista più tecnico, le coreografie di An American in Paris sono molto più complesse e quindi di più soddisfazione?

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(il cast di An American In Paris)

R. Quelle di AN AMERICAN IN PARIS sono sicuramente più complesse anche perché contemplano diversi stili: la protagonista e le ragazze avevano brani sulle punte, oltre al tap, al jazz e al "production number" di "Stairway to Paradise"... La difficoltà di SINGIN' IN THE RAIN invece era data dalla gran quantità di danza presente, cosa non comune. E soprattutto dal fatto che ben 6 numeri su 13 erano di tap, uno stile che amo e che pratico da sempre. Raramente si ha la possibilità di mettere in scena ben sei numeri di tap, quindi devo dire che la soddisfazione c'è stata comunque, vista anche la reazione del pubblico a numeri come "Buongiorno" o "Broadway Melody".

D. Non entriamo nel discorso pandemia e di come stia minando il settore artistico in maniera molto pericolosa. Pensiamo con una gran carica di ottimismo al futuro: come stai passando questi lunghi mesi? Immagino che oltre a mantenere in forma il fisico, stai lavorando a nuovi progetti per la stagione 2021/2022 che speriamo possa iniziare puntuale.

R. Mi mantengo in forma andando a correre tutti i giorni, facendo un po' di palestra in casa e prendendo lezioni di classico on line. Con Gabriele De Guglielmo e gli altri collaboratori facciamo riunioni attraverso la piattaforma Zoom, e proprio la scorsa settimana abbiamo pianificato alcune cose, pur sapendo che siamo vincolati ai numeri dei contagi, alle decisioni del Governo, alla campagna di vaccinazione e così via. Confidando appunto in una ripartenza nella stagione 2021-22 (a dire la verità abbiamo ottimisticamente pensato anche ad aprile 2021, ma chissà?...), prevediamo, come dicevo prima, una ripresa di NUNSENSE, nel quale dovremmo avere una sorprendente new entry nel cast e di A CHRISTMAS CAROL al suo terzo anno. E c'è in cantiere un nuovo lavoro, del quale però ancora non posso dire nulla, un po' per scaramanzia, un po' perché siamo in trattativa per i diritti.

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(Fabrizio Angelini con il cast di A Chritmas Carol - Foto di Vincenzo Fedecostante)

D. Prima di salutarci, hai un sogno nel cassetto? Un ruolo che vorresti aggiungere al tuo lungo palmarès?

R. Ci tengo a dire che io sono stato molto fortunato nel corso di questi 35 anni. Ho partecipato a splendidi lavori, con nomi importanti, spesso sostituendo (una mia specialità...) anche ruoli da protagonista. Però pensando ad un titolo direi subito LES MISERABLES. Se mai si facesse in Italia, vorrei essere in scena con questo lavoro anche come ultimo dell'ensemble. Ma anche 42° STREET. Due lavori molto diversi tra loro, che mi hanno entusiasmato allo stesso modo e che ho visto più volte in diverse edizioni a Londra e a New York. Inoltre vorrei rimettere in scena alcuni lavori realizzati con l'autore Gianfranco Vergoni, con il quale collaboro da 30 anni. Un titolo per tutti: E NON FINISCE MICA IL CIELO..., ispirato dalle canzoni di Mia Martini, che per ora è stato in scena solo per pochissime repliche. Come ruolo ero andato molto vicino ad interpretare Bernadette in PRISCILLA-LA REGINA DEL DESERTO. Chissà, vediamo cosa accadrà se dovesse esserci una ripresa...

Ti ringrazio molto e ti rinnovo le mie congratulazioni per questi premi e per la tua intensa carriera, sperando di poterti rivedere presto in scena in questi e altri nuovi progetti.

Grazie per l'attenzione e per l'opportunità di questa intervista!



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