Immaginiamo il miglior cast per il musical CHESS, un capolavoro spesso sottovautato
Nel 1981, dopo solo 8 anni dal loro primo singolo gli ABBA misero fine alla loro carriera come gruppo. La mitica vittoria all'Eurovision Song Contest del 1974 con il brano Waterloo li portò ad una immensa popolarità in tutto il mondo e ancora oggi con più di 400 milioni di dischi venduti, si possono considerare come il maggior successo tra tutti gli artisti che hanno partecipato al popolare concorso canoro europeo.
Dopo la loro separazione Björn Ulvaeus e Benny Andersson, rimasti senza le voci di Agnetha Fältskog e Anni Frid Lyngstad, non rimasero con le mani in mano e intrapresero la composizione di uno dei musical di forse poco successo popolare ma che ancora oggi viene considerato dagli addetti ai lavori come uno dei migliori "score" mai scritti. La particolarità dei brani di Chess risiede nel riuscito mix tra pop e musical che solo questi due geni musicali hanno saputo dosare correttamente. Quel dosaggio che Andrew Lloyd Webber ha sempre inseguito ma che forse è riuscito a raggiungere solamente con il brano Memory dal musical Cats.
Per i testi di questo musical, i due compositori svedesi si rivolsero proprio al partner di Lloyd Webber, Sir Tim Rice, appena reduce dalla separazione artistica con il compositore con il quale aveva dominato negli anni '70 con i musical Jesus Christ Superstar e Evita. All'inizio degli anni '80 la guerra fredda tra Stati Uniti e Russia era all'ordine del giorno e i tre decisero di raccontare questa dura attualità in un musical, celando la rivalità delle due superpotenze dietro una gara di scacchi. È così che nacque il musical Chess il cui concept album fu pubblicato nel 1984. Fu presentato in un concerto dal vivo che si tenne a Stoccolma con i quattro interpreti originali, Elaine Page, Murray Head, Tommy Körberg e Barbara Dickinson. Fu solo nel 1986 che la prima produzione calcò le scene nel West End. Vi rimase solamente per circa due anni e mezzo, non molto per un musical di quella portata.
Nel 1989 il duo Ulvaeus/Andersson cominciò a pensare alla trasferta su Broadway e in quell'anno fu organizzato un altro concerto sempre a Stoccolma per attirare i produttori americani. I ruoli maschili furono ripresi dagli stessi Head e Körberg, mentre nel ruolo di Florence venne scelta l'americana Judy Kuhn. La svedese Sissel Kyrkjebø prese il posto della Dickinson che comunque non ha mai interpretato sulla scena il ruolo di Svetlana.
L'avventura americana del musical Chess non fu molto felice. I produttori che avevano acquisito i diritti ne rivoluzionarono completamente il plot originale (per loro era inammissibile che in quel periodo storico un giocatore russo vincesse su un giocatore americano e le parti vennero ribaltate) Trevor Nunn, il celebre regista ne fece un tale disastro che il musical pur avendo avuto notevoli prevendite, chiuse dopo solamente tre mesi.
Da allora Chess ha avuto più di 30 produzioni professionali in tutto il mondo, tradotto in svedese, danese, ungherese, tedesco, russo ma non ha mai avuto un trionfale revival. Eppure le sue canzoni sono conosciutissime e spesso scelte da giovani cantanti per le loro audizioni. In particolare il brano Pity The Child, rinominato "Pity The Singer" per la notevole estensione vocale richiesta, è considerato un pericoloso challenge. Se ben interpretato può aprire molte porte: all'opposto può stroncare una carriera sul nascere. Altri brani di Chess hanno scalato le classifiche in molti paesi: I Know Him So Well è considerato uno dei migliori duetti femminili di tutti i tempi, senz'altro il più venduto. L'inno Anthem fa parte del repertorio di moltissimi artisti ed è un regular nei concerti di Josh Groban, Michael Ball, Kerry Ellis, Adam Pascal, Steve Barton, Lea Salonga e molti altri. One Night In Bangkok oltre a scalare le classifiche (nei primi tre posti nelle Hit Parade di 12 paesi) fu un enorme successo nelle discoteche di tutto il mondo.
La popolarità di questi brani, trascinati dal grande successo di cui ancora oggi godono gli ABBA, ha portato Chess ad essere spesso rappresentato in versione "concerto". Tra queste le migliori sono senz'altro il benefit del 2003 realizzato dall'Actor's Fund di New York con Josh Groban, Julia Murney, Adam Pascal e Sutton Foster nei quattro ruoli principali: in quel cast anche Norm Lewis nel ruolo di Molotov e Raul Esparza in quello dell'arbitro (disponibile su You Tube). Nel 2013 Groban e Pascal ripresero i loro ruoli nella più sontuosa versione realizzata alla Royal Albert Hall di Londra dove furono affiancati da Idina Menzel (Florence) e Kerry Ellis (Svetlana) mentre a Marti Pellow, ex voce del gruppo inglese Wet Wet Wet venne affidato il ruolo dell'arbitro. David Bedella interpretava Molotov.
Ma tra tutte queste versioni in un arco di tempo che va dal 1984 al 2013, sognando una nuova sorprendente produzione nel West End o a Broadway quale potrebbe essere il dream cast che darebbe finalmente il giusto onore a questo musical per assicurargli il posto che meriterebbe nell'Olimpo dei grandi musical?
Vediamo ruolo per ruolo chi si meriterebbe di far parte di questa idealistica superproduzione:
Florence: originato da Elaine Page, la regina del West End, questo ruolo è decisamente impegnativo e richiede una grande padronanza vocale. Senz'altro la Page ne diede una potente interpretazione sia nelle versioni concerto che nella versione teatrale. Chi invece ha inciampato sui brani di questo personaggio è stata Idina Menzel nel concerto alla Royal Albert Hall. La pur bravissima Idina (vincitrice di un Tony Award per Wicked), non si è dimostrata all'altezza dei complicati brani e la sua interpretazione si può considerare una tra le meno interessanti della sua carriera. Nel benefit del 2003 Julia Murnay ne diede una interpretazione molto sentita e potente ma chi ha eccelso in questo ruolo è senza dubbio Judy Kuhn, non tanto nella sfortunata versione teatrale a Broadway, che comunque le valse una nomination ai Tony Awards, quanto nella versione concerto del 1989 da poco disponibile su YouTube. La voce della Kuhn è più calda e tonda di quella della Page e meglio si adatta alle elaborate note di Nobody's side o alla dolcezza di Heaven help my heart. Judy Kuhn si guadagna di diritto il posto nel dream cast di Chess.
Judy Kuhn in scena nel ruolo di Florence
Anatoly: sul personaggio del campione di scacchi russo non c'è competizione: Tommy Körberg, l'originale e unico Anatoly possibile, si guadagna il suo posto con le sue notevoli interpretazioni del brano Anthem con cui ha sempre strappato standing ovations. L'artista svedese ha preso parte al concept album, alla prima versione nel West End e ai due concerti del 1984 e 1989. È stato anche protagonista della versione originale svedese. L'unico suo antagonista, Josh Groban pur avendo una voce molto particolare e ben riconoscibile, non è mai riuscito a eguagliare la limpidezza di Körberg. Il pur notevole "vibrato" di Groban poco si adatta alle composizioni di Ulvaeus e Andersson. In una recente produzione al Kennedy Center di Washington questo ruolo è stato affrontato da Ramin Karimloo che ne ha sicuramente le potenzialità ma non ne esistono registrazioni per poterlo valutare sufficientemente: Tommy Körberg rimane al momento il migliore candidato, vocalmente parlando.
Tommy Korberg con Elaine Page
Freddie: il ruolo del disastroso e irrequieto campione americano è stato originato da Murray Head che ricordiamo come il primo Judas nel concept album di Jesus Christ Superstar e nel film Domenica Maledetta Domenica al fianco di Peter Finch e Glenda Jackson. Murray Head ha all'attivo una ventina di album, alcuni molto validi, con cui non ha però mai raggiunto una grande popolarità. Le uniche volte che possiamo trovarlo nelle classifiche di vendita è con i due singoli Superstar e One Night In Bangkok, tratti da Jesus Christ Superstar e Chess. Murray Head ha ben interpretato la rabbia dell'ansioso Freddie ma dal vivo ha sempre avuto difficoltà nel sostenere le alte note di Pity The Child. Soprattutto l'ultima parola, quel "who" finale che è la croce di chiunque si accosti ad interpretarla. Chi invece lo ha rivoluzionato e gli ha dato un notevole spessore è stato Adam Pascal che nelle due versioni concerto ha dato prova non solo di saper tenere la nota, ma ha originato un utilizzo di quel "who" finale che neanche gli stessi autori avevano immaginato. Invece di spezzare quella "u" e lasciare il finale all'assolo di chitarra elettrica, Adam Pascal taglia corto passando ad un vocalizzo più aperto che gli ha permesso di coprire l'intero finale strumentale con un lungo e appassionato acuto. Imbattibile e di diritto nel dream cast.
Svetlana: Barbara Dickinson ha originato il ruolo nel concept album e partecipò al primo concerto del 1984. In quell'occasione oltre al duetto I Know Him So Well era prevista anche nel brano Endgame: per un motivo sconosciuto mancò l'ingresso. Nella registrazione video è ben visibile uno spaesato Tommy Körberg voltarsi per cercarla mentre l'orchestra continuava a suonare: dopo pochi secondi una delle coriste, Karin Glenmark salvò la situazione intonando la parte della Dickinson e proseguendo per tutto il brano con grande maestria. Non si sa se fu quell'errore che le costò la partecipazione alla versione teatrale, fatto sta che Barbara Dickinson, pur numero uno in hit parade assieme ad Elaine Page con il singolo, non ha mai più avuto a che fare con il musical Chess. (Gli ABBA non perdonano facilmente!). Il ruolo di Svetlana fu ripreso da Siobhan McCarty nel West End, da Sissel Kyrkjebø nel concerto del 1989, entrambe senza lasciare tracce degne di nota. Sutton Foster ne diede una interpretazione forse troppo "arrabbiata" e urlata nel benefit del 2003. La migliore è senza ombra di dubbio Kerry Ellis che con la giusta classe ha dato prova di aver centrato il personaggio della fredda moglie del campione russo nel concerto alla Royal Albert Hall. Con la sua interpretazione del duetto ma soprattutto del brano Someone Else's Story, un classico in puro "ABBA style", la Ellis si conferma una delle migliori artiste del West End e conquista la parte in questo dream cast.
The arbiter: anche se è un ruolo minore, questo personaggio ha una delle canzoni più ritmate e accattivanti del musical. Nelle versioni concerto del 1984 e 1989 questo ruolo venne completamente saltato forse per motivi di tempo. Björn Skifs ebbe il suo momento di gloria con la registrazione del concept album accompagnato da un video che lo vedeva protagonista: la sua avventura con Chess non andò però oltre. Anche per questo ruolo nessuno degli interpreti delle versioni teatrali rimane degno di nota. Chi invece ha lasciato una buona traccia e si contende il ruolo sono Raúl Esparza che lo ha interpretato nel benefit del 2003 e Marti Pellow in quello del 2013. Vocalmente entrambi hanno le capacità e la buona comprensione del ruolo ma dovendo fare la scelta finale, Marti Pellow è sicuramente più adatto del collega americano a cui lasciamo più volentieri il ruolo del procuratore distrettuale in Law & Order.
Molotov: il capo della delegazione russa, pronto a tutto pur di veder vincere il suo pupillo, è stato originato nel concept album da Dennis Quilly che come Leslie Fyson (concerto 1984) e Johan Schinkler (concerto 1989) non hanno entusiasmato, non almeno come i due colleghi del 2003 e 2013, rispettivamente Norm Lewis e David Bedella. Anche in questo caso si potrebbe parlare di un pareggio tra questi due grandi artisti molto attivi sui due opposti lati dell'Atlantico. Norm Lewis infatti è sempre stato molto più presente a Broadway mentre David Bedella, pur essendo americano, ha maggiormente lavorato nel West End, meritandosi ben tre Lawrence Olivier Awards. Forse proprio per questo suo consistente palmares possiamo affidare a lui il ruolo del perfido Molotov.
David Bedella con Idina Menzel
Judy Kuhn, Adam Pascal, Tommy Körberg, Kerry Ellis, Marti Pellow e David Bedella. Sicuramente non vedremo mai in scena questo dream cast che potrebbe dare al musical Chess quella svolta che gli è sempre sfuggita. Auguriamoci comunque che possa tornare in scena in un degno revival e soprattutto con un buon cast di notevoli voci capaci di poter rendere onore a queste uniche e particolari composizioni che dopo quasi 40 anni non hanno preso una ruga.
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