Non c'è dubbio che con l'arrivo del COVID-19 una delle categorie di lavoratori più colpite e al momento senza prospettive, sono gli artisti, gli autori, i tecnici, e chiunque altro coinvolto nella produzione e realizzazione di quello che viene generalmente sminuito sotto la dicitura "spettacolo", ma che è invece parte integrante e fondamentale del settore "cultura" del nostro paese. Per questo il nome più appropriato per tutti questi lavoratori è quello di operatori culturali.
Se ci guardiamo indietro, ogni volta che nel mondo c'è stato un problema legato a qualche catastrofe di qualunque genere, naturale, economica, umanitaria, gli operatori culturali e tutta la macchina che si muove intorno a loro sono sempre chiamati a speciali performance, concerti e altre iniziative di vario genere: tutti questi operatori culturali sono ovviamente chiamati a cantare, recitare, esibirsi a titolo gratuito, per beneficenza. Guai se si viene a sapere che uno di loro ha preteso un compenso per un evento benefico: sarebbe bollato a vita. Durante questa pandemia però gli operatori culturali sono lasciati all'ultimo gradino nei programmi di aiuti previsti dalle autorità e sono al momento l'ultima categoria che possa intravedere la ripresa delle loro attività.
Parecchie iniziative sono state intraprese con appelli personali di singoli (non senza attirarsi commenti disgustosi) e da gruppi di operatori che unendo le forze stanno cercando di sensibilizzare chi di dovere a non dimenticare una componente fondamentale della cultura italiana.
Una delle iniziative nasce dalla collaborazione di quattro artisti che in questa stagione erano occupati nel tour del musical Murder Ballad: Fabrizio Voghera, Arianna Bergamaschi, Ario Avecone e Myriam Somma hanno ideato il progetto C'E' ANCORA UNO SPETTACOLO che prevede la partecipazione di chiunque si senta coinvolto in questa difficile situazione.
Fabrizio Voghera ha composto il brano C'è ancora uno spettacolo attualmente online su YouTube nella pagina WorkingMusical Official: a questo link sono disponibili una versione strumentale e una cantata:
https://www.youtube.com/channel/UC5ExLjfaW0J6_6Cx-xcwK0w
I quattro artisti invitano tutti i performer a dare una loro personale interpretazione del brano usando queste basi in qualunque forma ritengano più consona alle loro capacità: voce, ballo, un assolo strumentale da appoggiare sull'arrangiamento originale. Lo scopo iniziale è di raggiungere un numero elevatissimo di partecipazioni. Ogni singola performance dovrà essere postata su qualunque tipo di social aggiungendo l'hashtag #ancoraunospettacolo.
ARIO AVECONE MIRIAM SOMMA
Il brano integrale sarà disponibile su tutte le piattaforme di vendita on line e streaming da sabato 18 aprile ed ogni ricavo sarà devoluto all'Associazione Medici Senza Frontiere.
Abbiamo posto ad Ario Avecone alcune domande su questo progetto:
Partendo dal vostro comunicato stampa vorrei specificare meglio alcuni punti: voi chiedete ai vostri colleghi e amici di prendere questo brano e di interpretarlo a loro modo?
Si, l'idea è che possano farlo tutti. Amici, colleghi, semplici appassionati. La finalità è quella della sensibilizzazione dell'opinione pubblica e della politica a quello che sembra essere un "problema teatro". Tutto è nato prima della crisi Covid-19. Eravamo in tournée con Murder Ballad e abbiamo ricevuto la notizia del fallimento di alcune grandi compagnie nazionali. Così Fabrizio Voghera scrisse questo pezzo proponendo ad Arianna, a Myriam Somma e al sottoscritto di aiutarlo nella realizzazione. Dopo un mese circa è arrivata la pandemia, e così tutto ci è sembrato ancor più attuale e necessario.
Quindi chiunque potrebbe riarrangiare, risuonare, ricantare il pezzo.
Diciamo che l'intento è quello di semplificare il lavoro a tutti. Infatti c'è un link YouTube dove si può ascoltare la base di un estratto e vedere il testo scorrere sul monitor. A questo punto basta riprendersi con un telefonino ed il gioco è fatto. E' possibile cantarla, recitarla, magari fare un assolo di chitarra o di qualsiasi strumento, o anche immaginare una ripresa o un montaggio, come farebbero i film-makers. L'importante è prestare la propria arte alla causa.
Come verranno utilizzate queste performance? Un canale dedicato su You tube? Verranno montate insieme in un video collettivo?
Ognuno dovrà condividere la propria performance sui propri canali social (Facebook, Instagram, YouTube) usando l'hashtag #ancoraunospettacolo. I video più interessanti saranno utilizzati per un montaggio sul canale ufficiale WorkinMusical Official. Ma la cosa più importante è che appena la sicurezza lo consentirà verrà realizzato un videoclip ufficiale con nomi importanti del teatro, del musical e della tv italiana cui parteciperanno anche gli utenti social più originali o preparati. Una grande jam-session per il teatro, per l'entertainment e per la cultura.
Come pensate di sensibilizzare il Ministero, con la quantità di messaggi e video ricevuti?
No. I video e la partecipazione è la chiave d'ingresso, il biglietto da visita. Ma stiamo lavorando alla creazione di un documento condiviso con proposte reali su come affrontare la lunga ripresa che ci aspetta, dando attenzione agli artisti, ma anche alle produzioni e alla distribuzione. Non penso che il nostro paese e il settore teatro in particolare possa permettersi di continuare con il sistema attuale di gestione teatrale nazionale. Serve maggior pluralismo. Serve dare spazio a più produzioni e compagnie che possano dare più lavoro ad artisti, tecnici, etc.
Cosa vi aspettate come risposta per una categoria così dimenticata rispetto ad altre? È ben noto che gli artisti sono una categoria che è sempre tra le prime ad essere chiamata a sensibilizzare l'opinione pubblica ogni volta che ce n'è bisogno: gli artisti sono sempre chiamati a fare concerti, presenze per beneficienza senza mai ricevere un compenso. E poi in situazioni come questa non vengono considerati come lavoratori. Oltre a questa frustrazione, cosa vorreste veramente potesse cambiare per gli artisti?
Il problema nasce anche dalla consapevolezza di esserci e di avere un peso. La categoria è spesso litigiosa. Si rinchiude in individualismi che non portano quasi mai a risultati positivi. Servirebbe un minimo di coordinamento nelle azioni e nelle tutele, che purtroppo mancano. Però sbaglia chi guarda alle produzioni come nemici dei lavoratori. Il problema è più a monte e spesso (non sempre) anche le produzioni sono vittime di un sistema da rifondare. Proprio in questa direzione si muove il nostro progetto e le proposte che verranno poi formulate saranno chiare, precise e decise. Per il bene di tutta la categoria.
A New York c'è una potente organizzazione, Broadway Cares, che si occupa di aiutare e sostenere gli artisti in momenti difficili, tanto per fare un esempio: come saprete organizzano spettacoli, serate e raccolte fondi in molti modi diversi. Qui da noi non esistono che piccole associazioni non molto bene organizzate. Auspicate la creazione di un qualcosa di più consistente, di più efficace: potrebbe "C'è ancora uno spettacolo" diventare un punto di partenza per un qualcosa che possa poi crescere anche oltre il Covid-19?
Esatto. Hai perfettamente colto la problematica. Sia in UK che in USA la tutela degli artisti e dei lavoratori dello spettacolo è ben strutturata. In Italia non abbiamo nulla del genere, e questo nasce anche dal fatto che il sistema di creazione/distribuzione/finanziamento/realizzazione degli spettacoli live è lì chiaro, preciso e spesso meritocratico. Serve partire da zero, dove il sostegno di chi è in difficoltà deve essere una parte importante del tutto. Ma è un problema che si auto risolve quando tutto il sistema funziona, grazie a contributi, sostegno, finanziamenti privati e pubblici finalmente ben distribuiti. Chi dice che i soldi non ci sono sbaglia. Il denaro non è ben distribuito, questa è la verità. Bisogna partire anche da questo nel nostro settore per realizzare qualcosa di grande e importante.
FABRIZIO VOGHERA ARIANNA BERGAMASCHI
Ringrazio Ario Avecone e mi unisco al suo invito fatto a tutti i colleghi e a tutti gli operatori culturali ad ogni livello di cercare di superare individualismi e gelosie e lottare uniti per lo scopo comune di vedere difesi diritti e dignità della categoria. Che è poi quello che ci auspichiamo accada a tutti i livelli e in tutti i settori in questo periodo in cui più che mai dobbiamo realizzare che siamo tutti uguali, che nessuno è superiore all'altro e che tutti siamo attaccabili nello stesso modo quando si presenta un nemico comune.
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