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Feature: BROADWAY VS. HOLLYWOOD Parte 5° FLOP & BLOCKBUSTER

By: Apr. 10, 2020
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Non sempre un successo sulle scene di Broadway si è trasformato in un successo al cinema. Negli articoli precedenti abbiamo già nominato successi ed insuccessi dei movie musical di Andrew Lloyd Webber e Stephen Sondheim. Facciamo una panoramica sulle altre trasposizioni cinematografiche degli ultimi anni.

In questo primo articolo su flop e blockbuster ci soffermeremo sul simile destino capitato a tre registi che sono passati dal grande successo del loro primo musical al notevole flop del successivo.

Cominciamo con Rob Marshall e le sue versioni per il grande schermo di Chicago e Nine.

Chicago è il secondo musical più longevo sulle scene di Broadway: debuttò nel 1975 con due protagoniste d'eccezione, Gwen Verdon e Chita Rivera con le coregrafie di Bob Fosse e le musiche e liriche di John Kander e Fred Ebb. Rimase in scena per circa 900 performances ma senza raggiungere il successo sperato. Non vinse nessun Tony, battuto su tutta la linea da A Chorus Line che quell'anno ne vinse 9. Il revival messo in scena nel 1996 è ancora in scena all'Ambassador Theater. La Miramax acquisì i diritti cinematografici affidando la sceneggiatura a Bill Condon e la regia e coreografie a Rob Marshall. Un cast stellare assicurò la buona riuscita del film la cui ambientazione cupa e allo stesso tempo umoristica venne messa in risalto da un sapiente montaggio soprattutto delle scene cantate: in particolare la scena di apertura sulle note di All That Jazz cattura subito lo spettatore con la sua atmosfera altamente "fossiana". Renée Zellweger e Catherine Zeta-Jones erano al meglio della loro carriera affiancate da un sempre affascinante Richard Gere, non il miglior cantante sulla piazza, ma efficace e perfetto per il ruolo del cinico avvocato Billy Flynn. John C. Really, Queen Latifah e Christine Baranski ottimi negli altri ruoli principali. Chicago divenne il movie musical più visto al mondo con incassi superiori a 300 milioni di dollari (mai fino ad allora un musical aveva incassato tanto) e si aggiudicò 6 premi Oscar tra cui miglior film e migliore attrice non protagonista per la Zeta-Jones.

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Con questo grande successo nel suo curriculum, Rob Marshall era in prima linea per dirigere un altro importante movie musical ma qualcosa andò storto.

La Weinstein Company acquisì i diritti cinematografici di Nine, il musical con un libretto di Mario Fratti e Arthur Kopit, liberamente ispirato al film 8 e ½ di Federico Fellini, con le musiche e testi di Maury Yeston. Debuttò a Broadway nel 1982, e rimase in scena per più di 700 rappresentazioni aggiudicandosi 5 Tony Awards e 7 Drama Desk Awards. Diretto da Tommy Tune e con Raul Julia nel ruolo del regista italiano Guido Contini, Nine ha poi avuto un acclamato revival nel 2003 con Antonio Banderas, Chita Rivera, Laura Benanti, Jane Krakowsky. Chi meglio di Rob Marshall poteva dirigere un film che si presentava come un sicuro successo visto anche il cast chiamato ad interpretare il tenebroso Contini e tutte le sue donne: dopo il rifiuto di Antonio Banderas il ruolo venne affidato a Daniel Day-Lewis con attorno a lui, Penelope Cruz, Marion Cotillard, Fergie, Nicole Kidman, Judy Dench, Kate Hudson e Sophia Loren. La sceneggiatura fu affidata a Michael Tolkin e Anthony Minghella, in quello che fu il suo ultimo impegno prima della sua prematura scomparsa. Girato interamente in Italia, a Roma, Anzio e Sutri, il film ha avuto un budget di 80 milioni di dollari e ne incassò solamente 14 negli Stati Uniti. Ad oggi, dopo 11 anni dalla sua uscita, il totale degli incassi con le vendite del dvd e noleggi, è salito a poco più di 50 milioni: decisamente un grosso fiasco per un film che invece si presenta molto elegante, raffinato e con numeri musicali molto ben coreografati. Forse fu proprio quello il problema perché molti critici lo inquadrarono più come una compilation di clip musicali senza un vero filo conduttore. Dopo questo flop, Rob Marshall si è rifatto con il movie musical di Into The Woods di cui abbiamo già parlato in un articolo precedente.

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Il secondo regista incappato in questo destino parallelo è Tom Hooper. Con al suo attivo 12 nomination all'Oscar e 4 vittorie per il suo film Il Discorso Del Re, Hooper si assunse la non facile responsabilità di portare sullo schermo uno dei più rappresentati e famosi musical di tutti i tempi Les Miserables. Scritto originariamente in francese da Claude-Michel Schönberg e Alain Boubill, Les Miz, come viene familiarmente chiamato, debuttò a Parigi nel 1980 con la direzione di Robert Hossein. La versione inglese con la traduzione di Herbert Kretzmer debuttò a Londra nel 1985 e arrivò a Broadway nel 1987 dove rimase in scena per 6 anni. Successivi Broadway revival hanno debuttato nel 2006 e nel 2014 entrambi per rimanere in scena due anni ciascuno. Molti i nomi noti che si sono avvicendati in scena nel complesso ruolo di Jean Valjean: Colm Wilkinson originò il ruolo nel West End e a Broadway e dopo di lui John Owen-Jones, Rarim Karimloo, Hugh Panaro, Alfie Boe, Simon Bowman solo per citarne alcuni. Cameron Mackintosh il produttore di tutte le versioni teatrali ha inseguito per molti anni il sogno di portare Les Miz sul grande schermo: dopo i primi tentativi degli anni '90 tutti falliti, finalmente nel 2011 il diritti vengono ceduti alla Universal in coproduzione con la Working Title e lo stesso Mackintosh. Molto delicata la scelta del cast. Gli esempi di Chicago e Nine avevano dimostrato che un cast di stelle può essere o non essere l'ingrediente essenziale per il successo di un movie musical. Ancora deluso di non aver potuto recitare in Phantom Of The Opera, Hugh Jackman non si lasciò scappare l'occasione di interpretare il secondo ruolo più iconico tra tutti i musical di Broadway. Dopo le ottime prove date in The Boy From Oz e nel suo One Man Show, Jackman era pronto ad affrontare Jean Valjean. Accanto a lui vennero scritturati Anne Hathaway, Russel Crowe, Eddy Redmayne, Amanda Seifried, Helena Bonham-Carter e Sacha Baron Cohen. Colm Wilkinson, ormai troppo avanti negli anni per il ruolo di Valjean ottenne da Mackintosh, come premio fedeltà, il ruolo del Vescovo di Digne. Per dare più realismo alle interpretazioni Tom Hooper volle che tutti gli attori cantassero dal vivo durante le riprese tranne alcuni brani corali pre-registrati. Questa scelta se da una parte è riuscita nel suo intento per la espressività raggiunta, dall'altra ha messo in evidenza alcune lacune dal punto di vista canoro, specialmente nel caso di Russel Crowe, pesantemente criticato. Il film fu nominato a 8 premi Oscar vincendone tre e raggiunse un incasso totale di 440 milioni di dollari. Come Tom Hooper sia potuto passare da un così grande successo al gigantesco flop del suo successivo musical, CATS, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, resta ancora un mistero.

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Il terzo regista incappato in questo simile percorso è Adam Shankman, anche lui passato in poco tempo da un grande successo ad un notevole flop.

Shankman viene chiamato a dirigere il movie musical del 2007 che superò Chicago per incassi al botteghino. Era il trionfatore della stagione teatrale del 2003 con ben 8 Tony Award all'attivo, il musical Hairspray, a sua volta ispirato al film omonimo del 1988. Dopo sei anni di ininterrotto successo newyorkese, il debutto nel West End, tour companies e traduzioni in 9 lingue, nel 2004 iniziò il processo di scrittura della sceneggiatura del nuovo film rimasta molto fedele all'adattamento per la scena. Alan Shankman con la sua esperienza come ballerino e coreografo per svariate edizioni dello show televisivo So You Think You Can Dance, diede una notevole priorità all'aspetto coreografico durante tutto il film. Con un montaggio molto curato di tutti i numeri musicali e delle ambientazioni primi anni '60, la sua regia ha contribuito a dare un'immagine fresca e coinvolgente fin dal numero di apertura, la canzone Good Morning Baltimore. Elemento di forza del film in questo caso è senza dubbio il cast formato da nomi molto noti e buoni cantanti. Christopher Walken, Michelle Pfeiffer, la giovane Nikky Blonsky, Queen Latifah, Zac Efron, James Marsden, per citare solo i ruoli principali, si sono tutti destreggiati in maniera eccellente negli scattanti brani della colonna sonora. Su tutti spicca John Travolta nel ruolo di Edna Turbland la corpulenta e reclusa mamma della giovane Tracy: in scena il ruolo era stato originato da Harvey Fenstein e nel fim originale, dall'attore e cantante Divine scomparso nel 1988. L'interpretazione di John Travolta ottenne il plauso di tutti i critici sia per il coraggio di voler interpretare un ruolo così ambiguo sia per la versatilità dimostrata. In quel periodo Travolta era accusato di sexual arrasment nei confronti di un pilota suo dipendente e nonostante non abbia mai ammesso pubblicamente la sua presunta omosessualità, interpretare questo ruolo contribuì a spiazzare e mettere a tacere molte malelingue. Hairspray divenne subito un box-office hit superando i 320 milioni di incassi: i critici ne sottolinearono l'energia positiva e la efficace semplicità con cui venne trattato il messaggio antirazziale verso qualunque tipo di discriminazione che è alla base di tutto il film. Nonostante questo Hairspray ed i suoi interpreti ottennero solamente tre nomination ai Golden Globe ma nessuna vincita.

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Con questo grande successo nel suo curriculum, Alan Shankan dopo 5 anni approcciò un altro musical di Broadway di grande successo, Rock Of Ages. Nato come un musical jukebox nel 2005 e arricchito da una copiosa selezione di brani rock degli anni '80, Rock Of Ages debutta a Broadway nel 2009. Scritto da Chris D'Arienzo e diretto da Khristin Hanggi, il musical racconta la love story tra due giovani, Sherrie e Drew che aspirano a diventare lui un rocker, lei un'attrice. Condito con successi degli Styx, Steve Perry, Europe, Bon Jovi, Pat Benatar e tanti altri, i due giovani vedranno trionfare il loro amore non senza numerosi colpi di scena. Con 6 nomination ma nessuna vincita ai Tony Award, rimase in scena per 6 anni. I diritti cinematografici furono acquisiti già nel 2011 dalla Warner Bros. e Shankam chiamato a dirigere. Per i due ruoli principali vennero scelti la cantante e ballerina Julianne Hough, recentemente vista in due (flop) film musicali, Burlesque e un inutile remake di Footloose: per il ruolo di Drew il cantante di origine messicana Diego Boneta alla sua prima esperienza sul grande schermo. A ulteriore prova che un buon cast non fa il successo di un musical, la presenza di nomi come Alec Baldwin, Catherine Zeta-Jones, Paul Giamatti, Brian Cranston, Russel Brand, Mary J. Blidge e nel ruolo del rocker Stacee Jaxx, per la prima volta in un ruolo cantato, Tom Cruise, non fu sufficiente ad attirare il pubblico nelle sale. Un errore fatale nella scrittura della sceneggiatura per il film è stato quello di non seguire la sequenza originale delle canzoni creata per la versione teatrale che aveva un suo senso narrativo. Nel film sono state omesse molte canzoni, aggiunte altre, alcune presentate con dei mash-up scombinando il filo conduttore originale. Alcuni personaggi furono eliminati o sostituiti come quello interpretato da Catherine Zeta-Jones che non era presente nel musical originale. Questi e altri cambiamenti hanno indebolito la coesione della storia e diminuito il suo interesse.

Budget iniziale 75 milioni di dollari. Rock Of Ages ne ha incassati poco più di 59 milioni con critiche appena sopra la sufficienza e nessuna menzione in alcun tipo di premio cinematografico. Nonostante sia stato piacevole riascoltare tutti questi grandi successi rock, comunque ben interpretati, tanto da meritare un Grammy Award per la migliore colonna sonora, Rock Of Ages rimane un considerevole flop.

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Appuntamento al prossimo articolo per riscoprire altri flop e altri blockbuster. Parleremo di Mamma Mia!, Dreamgirls e altri ancora.



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