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Feature: BROADWAY VS. HOLLYWOOD PART 6 Flops And Blockbusters- 2

By: May. 19, 2020
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Con questo articolo concludiamo la nostra carrellata sui musical di Broadway portati sul grande schermo con altri flop e dei blockbuster degli ultimi anni.

Uno dei più longevi e significativi musical di Broadway (detiene l'ottavo posto in questa classifica) è senz'altro Rent, opera prima e ultima di Johnatan Larson: il giovane compositore morì improvvisamente il giorno precedente della prima Off-Broadway. Il musical ebbe un immediato successo e si trasferì al Nederlander Theater nel 1996 dove rimase per 12 anni. Ispirato alla Bohème di Puccini rivisitata in chiave moderna nella Manhattan dei senza tetto e dei junkies, il musical affronta problematiche come l'AIDS, la droga, il sesso, l'omosessualità con una musica rock travolgente e accattivante. La famiglia Larson ha sempre cercato di valorizzare l'opera dello scomparso autore per tramandare il suo messaggio di amore e di fratellanza e inizialmente si erano rivolti a Spyke Lee per realizzare la versione cinematografica del suo musical che aveva vinto 4 Tony Award, 6 Drama desk Award e il Pulitzer Prize.

Spyke Lee abbandonò presto il progetto non riuscendo a trovare un accordo con la Miramax e la famiglia Larson sulla scelta del cast: nessuno dei nomi scelti da Lee, tra cui Justin Timberlake e Brittany Murphy, furono ben accolti. Il progetto passò alla Columbia con la direzione di Chris Columbus noto per film come Mrs.Doubtfire, Home Alone e un paio di Harry Potter.

Chris Columbus conosceva bene le atmosfere del Village di New York dove era cresciuto ai tempi dell'università e decise di utilizzare per il film lo stesso cast originale scelto da Johnatan Larson per la prima Off-Broadway. Degli otto ruoli principali solamente due attrici non risposero presente mentre gli altri, guidati da Anthony Rapp e Adam Pascal, ripresero con entusiasmo i loro ruoli. La necessità di ridurre la lunga trama e forse la scarsa dimestichezza di parecchi membri del cast con la macchina da presa non hanno dato la possibilità di ripetere sullo schermo la magia che Rent suscita sul palcoscenico. I critici non furono molto gentili con la regia di Columbus e come risultato Rent, con un costo di 40 milioni di dollari ne ha incassati solamente 30 negli Stati Uniti ed altrettanti con la distribuzione internazionale. Decisamente pochi rispetto al grande successo raggiunto a Broadway.

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Un altro notevole flop cinematografico di un musical che è rimasto ugualmente in scena a Broadway per 12 anni è la versione diretta da Clint Eastwood di Jersey Boys. Vincitore di 4 Tony Award e di 3 Drama Desk Award, Jersey Boys ripercorre le vicende del celebre gruppo musicale degli anni '60, The Four Season e del suo leader Frankie Valli. Considerato impropriamente un jukebox musical, deve il suo successo alle composizioni originali del gruppo che hanno scalato per molti anni le hit-parade di tutto il mondo, qui usate per quello che sono, le loro canzoni: a differenza di altri musical più propriamente chiamati jukebox musical dove i testi delle canzoni sono parte integrante della trama. Clint Eastwood un appassionato di musica jazz e blues, nella sua lunga carriera non aveva mai diretto un musical ma fu scelto dai due membri fondatori del gruppo originale Frankie Valli e Bob Gaudio, produttori esecutivi del film e autori delle musiche aggiunte per il film. Per il ruolo principale Eastwood dovette insistere molto per avere John Lloyd Young che aveva originato il ruolo a Broadway contrastando la produzione che voleva nomi più conosciuti.

Il budget iniziale su cui poteva contare Clint Eastwood era di 55 milioni di dollari: negli Stati Uniti gli incassi non raggiunsero i 50 milioni. Con la distribuzione internazionale il film ha incassato appena 20 milioni di dollari, abbastanza per recuperare l'investimento, ma non per essere considerato un successo. Molti critici insinuarono che se non fosse stato per le canzoni dei Four Season il film non avrebbe avuto alcun senso e che le troppe liti, comunque reali, nella storia del gruppo avevano reso noiosa la visione. Jersey Boys resta comunque una piacevole ricostruzione storica del panorama musicale degli anni '60.

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Quello stesso panorama musicale è stato alla base di un grande successo cinematografico di un altro grande musical di Broadway: la versione per il grande schermo di Dreamgirls. Ispirato dalle vicende delle Supremes e della loro leader Diana Ross, Dreamgirls rimase in scena a Broadway per quattro anni vincendo 6 Tony Award e 5 Drama Desk Award. Gli autori Henry Krieger per le musiche e Tom Eyen per il libretto e testi hanno sempre negato di aver avuto in mente le Supremes e la Motown mentre scrivevano il musical, ma i riferimenti, le situazioni e le musiche dicono l'esatto contrario: nessuna canzone del gruppo venne comunque usata nel musical. Probabilmente le loro dichiarazioni erano volte ad evitare ripercussioni legali da parte delle dirette interessate, soprattutto da parte di Diana Ross che negli anni '80 era una delle star più importanti e potenti dello show business americano. Sheryl Lee Raph che originò il ruolo di Deena Jones (come non pensare a Diana Ross) dichiarò in una intervista rilasciata parecchi anni dopo che regista e produttori le ripetevano in continuazione di non ispirarsi alla Ross nella sua interpretazione. Il film tratto da questo musical arrivò finalmente in produzione ben 19 anni dopo l'ultima rappresentazione a Broadway. Bill Condon se ne assicura la regia e ad interpretare il sensazionale trio e tutti gli altri ruoli, punta principalmente sulle voci. Jamie Foxx, Beyoncé Knowles, Eddie Murphy, Anika Noni Rose, Keith Robinson e la debuttante Jennifer Hudson invadono le sale cinematografiche con poderose interpretazioni che incantano critici e pubblico. Nel film viene più apertamente "copiato" lo stile delle Supremes con evidenti riferimenti a costumi, partecipazioni televisive e altri eventi della storia del gruppo che senz'altro hanno contribuito ad incantare il pubblico. Dreamgirls ha ricevuto 8 nomination ai premi Oscar vincendone solamente due: Jennifer Hudson si aggiudicò la preziosa statuetta come migliore attrice non protagonista, andandosi ad aggiungere alla lista di attrici vincitrici di un Oscar al loro primo film, prestigiosa lista che include, tra le altre, Julie Andrews e Barbra Streisand anche loro premiate per un musical. A fronte di un budget di 70 milioni di dollari Dreamgirls ha ne incassati complessivamente 155 milioni. Un bel risultato dovuto principalmente ad una regia pulita, scene e costumi di ottima qualità e numeri musicali molto ben coreografati.

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Il movie musical campione di incassi di tutti i tempi è però senza alcun dubbio Mamma Mia! basato su un libretto di Catherine Johnson e le canzoni di Benny Andersson e Björn Ulvaeus, i mitici ABBA. Il debutto londinese avvenuto nel 1999 è ancora in scena al Prince Edward Theater: con una durata di 21 anni è al momento al settimo posto tra i musical più longevi del West End. A Broadway arriva nel 2001 e rimarrà al Winter Garden fino al 2015 divenendo il nono musical più longevo sulla Great White Way.

Il film viene prodotto nel 2008 dalla Universal in coproduzione con la Playtone, la compagnia di Tom Hanks e altre produzioni. La regia, per la prima volta in un musical a grosso budget, viene affidata ad una regista donna, Phillyda Lloyd con la produzione di Judy Cramer. Un film tutto al femminile che si incentra principalmente su un cast femminile di non poco peso: Meryl Streep, Amanda Seyfried, Christine Baranski e Julie Walters. Accanto a loro Dominic Cooper, Pierce Brosnan, Colin Firth e Stellan Skarsgård. A parte qualche piccola eccezione nessuno dei componenti di questo cast può essere considerato un vero cantante: per i numerosissimi fan degli ABBA abituati ad ascoltare queste immortali canzoni dalle splendide voci di Anni-Frid Lyngstadt e Agnetha Fältskog, fu inizialmente uno choc abituarsi a queste nuove versioni un po' "trasandate". L'intramontabile successo delle canzoni degli ABBA, l'ambientazione solare delle magiche isole greche, senza dimenticare una sceneggiatura semplice e divertente hanno fatto si che Mamma Mia! sia comunque diventato il musical numero uno, per incassi, di tutta la storia del cinema superando i 650 milioni di dollari. Pur ricevendo critiche spesso negative e nessuna considerazione dai maggiori premi, Mamma Mia! ha avuto il grande merito di attirare una notevole nuova onda di attenzione per i film musicali tanto da meritare un sequel che pur piacevole e con lo stesso cast, non ha raggiunto gli stessi livelli, pur raggiungendo un più che rispettabile incasso globale di 395 milioni di dollari. Nel caso di Mamma Mia! e del suo sequel il segreto del successo rimane nelle canzoni degli ABBA, brani che tutti conoscono e che hanno venduto più di 400 milioni di dischi, piazzando il gruppo svedese al 5° posto nella classifica di vendita di tutti i tempi dietro a Elvis Presley, Beatles, Madonna e Michael Jackson. Con questi traguardi è stato facile accaparrarsi il titolo del movie musical più visto e più amato di tutti i tempi.

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Nel ringraziare chi ha seguito con attenzione questa serie di articoli, auguriamoci tutti che Broadway torni presto a riempire i suoi teatri e che Hollywood produca molti altri movie musical.

Ora più che mai abbiamo bisogno di arte, di ritmo, di musica, di entertainment: flop o blockbuster che siano.



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