UNA TOCCANTE STORIA SUI SOGNI DISTRUTTI DALLA VIOLENZA
In un momento storico molto preoccupante in cui si torna a parlare troppo spesso di fascismo ecco arrivare come un monito una pièce ambientata cent’anni orsono e intitolata Quell’ultima parata, scritta e diretta da Fabrizio Bancale.
Per quattro serate alla Sala White dello Spazio Diamante, si è potuto assistere al racconto della breve vita di Mario Seghesio, soprannominato Gheghe, un giovane che fin da piccolo aveva l’aspirazione di divenire un calciatore. Nato nel 1903, Gheghe seguiva da bambino gli allenamenti della sua squadra del cuore, l'Andrea Doria di Genova da dietro la recinzione. In particolare osservava il suo idolo, Franz Calì che fu il primo capitano della nazionale italiana. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, il campionato viene sospeso. Dopo la fine della guerra Calì ha smesso di giocare: Gheghe viene invece notato e ingaggiato divenendo poi il portiere della squadra. E’ il 1921, periodo in cui nasce il fascismo in Italia. La sua esistenza si intreccia con le vicende storiche legate alla marcia su Roma, alla violenza legata alle camice nere, all’avvento di quel regime che tanta rovina ha portato al nostro paese. Gheghe si innamora di una giovane attivista apertamente di sinistra e attraverso lei vive in prima persona i drammi di quel periodo. Il suo sogno è però sempre il calcio e ora che lo ha realizzato, per lui tutto il resto non conta. Durante una partita, la sua ottantesima partita, resta tranquillo accanto alla sua porta. La sua squadra sta vincendo, è sempre all’attacco: lui quasi sente il bisogno di riposarsi. All’improvviso un attaccante ha conquistato il pallone e si dirige veloce e solitario verso la sua porta. Preso di sorpresa, Gheghe non è pronto. Riesce a parare il potente calcio del suo antagonista ma subisce un tremendo colpo al petto. Quel tiro così violento gli spacca i polmoni. Morirà dopo poche settimane da quell’incontro.
Il parallelismo magistralmente creato da Fabrizio Bancale tra il sogno di un giovane, spezzato nel fiore degli anni e quello di tanti giovani italiani i cui ideali sono stati spezzati dal regime fascista è evidente e fortunatamente sfacciato. La tragedia di Gheghe rci rammenta la tragedia che hanno vissuto i nostri nonni, i nostri padri così speranzosi in un futuro migliore dopo la distruzione fisica e psicologica della grande guerra. I loro sogni e le loro speranze sono stati repressi e distrutti dal fascismo che ha li colpiti esattamente come quella pallonata fatale. Solamente che li ha colpiti con i manganelli, con gli stoccafissi, con le fucilate, con la repressione.
In scena il giovane attore Giuseppe Franchina impersona con tenerezza l’ingenuità del giovane aspirante portiere e allo stesso modo la gioia vissuta nel vedere realizzato il suo sogno. La sua recitazione è intensa, è partecipata riuscendo a coinvolgere lo spettatore fin nei suoi più intimi racconti. Accanto a lui Urbano Lione interpreta il doppio ruolo dell’idolo del giovane, il giocatore Franz Calì e quello di narratore incaricato di illustrare quei drammatici momenti che hanno segnato il ventennio mussoliniano. L’attore è seduto su una pila di giornali, una rappresentazione visiva della cultura oppressa. Gaia Riposati interpreta invece il triplo ruolo della madre del giovane calciatore, quello della giovane attivista e quello più simbolico della “storia”. I momenti in cui l’attrice sale su di un podio ricordando i dolorosi momenti storici, illuminata da immagini d’epoca, ci fa rendere conto, assieme alle frasi pronunciate da Urbano Lione, di quante spaventose similitudini ci siano tra quel ventennio del secolo scorso e quello in corso in questo secolo. In una semplice scenografia creata da Massimiliano Persio, e le luci e proiezioni curate da Alessandro Iannattone e Giovanni Marolla, questa produzione ha il merito di schiaffeggiare lo spettatore in una maniera gentile ma allo stesso tempo energica. La storia dovrebbe insegnarci molto. Ma l’essere umano dimentica, nega, o è portato a dimenticare e negare sotto la spinta di falsità urlate e per questo la storia è purtroppo destinata a ripetersi. Spetta ad ognuno di noi far si che questo non succeda.
Spazio Diamante
presenta
una produzione
Emotions in Music e Stellarfim
QUELL’ULTIMA PARATA
la storia verosimile di Mario Seghesio e del suo sogno
scritto e diretto da Fabrizio Bancale
Musiche: Pericle Odierna
Scene: Massimiliano Persio
Costumi: Antonietta Rendina
Disegno luci: Alessandro Iannattone
Creazioni video: Giovanni Marolla
Ufficio stampa: Andrea Cavazzini
CAST
MARIO SEGHESIO detto GHEGHE – Giuseppe Franchina
UOMO – FRANZ CALI’ – Urbano Lione
MADRE – STORIA – Gaia Riposati
Videos