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Interview: AMII STEWART - #RIEMPIAMOILSILENZIO, Progetto di solidarietà

By: May. 01, 2020
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Per promuovere il progetto #riempiamoilsilenzio incontriamo Amii Stewart che ha prestato la sua bellissima voce a questa iniziativa di solidarietà

Buongiorno Amii, come stai vivendo questa pandemia: ti pesa questo isolamento?

All'inizio è stata una cosa molto difficile perché non sono abituata a stare da sola o a non avere la mia libertà. Ora sono passati quasi due mesi e mi sto abituando a questo isolamento: è talmente strano di andare in giro con i guanti e con la mascherina che mi crea ansia. Quando esco non vedo l'ora di tornare a casa e questo mi preoccupa un po' perché se non finisce presto perderò l'abitudine di uscire e questo non è una bella cosa. A volte non mi pesa restare in casa perché anche se non mi piace stare a distanza dalle persone e mi manca poter abbracciare gli altri, adesso tutti hanno paura delle cose più banali e allora l'isolamento mi pesa meno, mentre soffro di più quando devo uscire dal cancello.

Entriamo subito nel vivo di questa bella iniziativa #riempiamoilsilenzio. Cosa ti ha spinto a partecipare.

Ho voluto partecipare perché penso sia un bellissimo progetto. È vero che ci sono migliaia di persone che stanno facendo progetti online anche perché è l'unica fonte di comunicazione che possiamo avere in questo momento, ma #riempiamoilsilenzio non è solamente mettere una canzone online per passare il tempo o per noia, ma per un vero progetto che ringrazia i silenziosi, le persone che fanno si che la nostra vita vada avanti nella maniera più liscia e semplice possibile. Queste persone veramente rischiano la loro vita, la loro salute ogni giorno ed è doveroso che noi come cittadini dobbiamo con tutto il cuore aprire le braccia ed alzare la voce per dire un grande grazie e per dare il nostro sostegno. Sostegno anche finanziario visto che tutti i proventi del progetto saranno devoluti alla Protezione Civile.

La canzone Essere Umani di Marco Mengoni scelta per questo progetto ha un significato molto profondo, carico di una umanità molto sensibile: ti sei riconosciuta in questo testo?

Si mi sono riconosciuta nel testo perché è quello che penso io. Tutti noi nel nostro piccolo facciamo parte di un grande quadro e ognuno di noi deve fare la propria parte per completare questo quadro, per farlo diventare un dipinto bellissimo. Essere umani non è una cosa così semplice ed è più importante di quello che si possa pensare perché significa dare il meglio di noi stessi agli altri. Esseri umani è non aver paura di cadere, non aver paura di piangere, non aver paura di essere feriti: è molto bello e importante di essere una persona umana e non esistere soltanto occupando uno spazio non facendo niente.

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La situazione degli artisti in questa pandemia è veramente tragica. Molti lavoratori del settore non hanno accesso ad aiuti perché spesso non rientrano nelle categorie riconosciute per accedere a contributi. I teatri sono chiusi, i concerti sospesi a data indefinita. Le vendite dei dischi, già ai minimi storici, sono ulteriormente crollate: come vedi il futuro della musica e della cultura. Ci sarà speranza di ricominciare?

Il futuro del mondo musicale e culturale è in un momento molto buio e anche triste perché da sempre quando nel mondo ci sono delle difficoltà, gli artisti sono sempre i primi ad essere chiamati per aiutare le diverse situazioni, per portare gioia, allegria, per riportare la leggerezza in situazioni pesanti: e sempre ci viene chiesto di farlo gratuitamente o con una bassa percentuale del nostro cachet. Quando come in questo momento tutto il mondo è in difficoltà e in particolare in Italia è in grave difficoltà, l'unica cosa che può alleggerire e nutrire il popolo italiano è la cultura e non solo la musica in televisione. La musica dal vivo è arte, è cultura a tutto tondo: eppure è il settore a cui nessuno pensa. È l'ultimo preso in considerazione e per questo rimangono sempre e solo le briciole al punto che non bastano per poter fare niente. Questo mi dispiace moltissimo perché è un'usanza bruttissima che c'è in questo paese: significa che non c'è rispetto per i musicisti, per gli artisti, persone che devono studiare anni e anni in conservatorio, all'università, persone che non smettono mai di studiare per rimanere sulla cresta dell'onda, per rimanere bravissimi musicisti. Non siamo artisti che nascono con una trasmissione televisiva o un reality che non ha arte ne parte: l'arte è un'altra cosa, i musicisti e l'arte della musica è una cosa seria come i pittori, come gli attori come tutte le persone che lavorano in questo settore e che devono avere una preparazione lunga e faticosa. Io il futuro lo vedo duro perché in Italia in questi ultimi anni non c'è rispetto per l'arte.

Parliamo ora un po' di te: il tuo primo ingaggio professionale è stato a Broadway con il musical Bubbling Brown Sugar nel 1976.

Veramente con Bubbling Brown Sugar avevo debuttato due anni prima al Coconut Grove di Miami prima di arrivare a Broadway. Ero già una ballerina professionista e lavoravo nella mia città, Washingtong DC in spettacoli di danza classica, moderna e mi sono esibita al Kennedy Center in uno show intitolato Owen's song. Dopo Broadway ,Bubbling Brown Sugar è stato portato a Londra dove un produttore, Benny Leng, è venuto a vedere lo spettacolo e mi ha chiesto di andare in studio di registrazione per fare un provino di una canzone You Really Touched My Heart che è stato il mio primo singolo: poi registrammo Knock On Wood ed il resto è storia.

Knock On Wood ti ha fatto scalare le Hit Parade di tutto il mondo cambiando completamente le tue aspirazioni di una carriera teatrale.

Non ho mai perso la mia aspirazione di lavorare nel teatro, io adoro il teatro, solo che qui in Italia dove vivo da ormai tanti anni, il mondo teatrale è sempre stato difficile e per fare una cosa bella ci vuole un budget importante. E anche per una donna afro-americana in Italia serve un progetto ad hoc. Ho avuto la fortuna di lavorare in teatro in alcune bellissime produzioni: Jesus Christ Superstar con Carl Anderson, poi ho fatto Lady Day il musical su Billie Holiday. Shakespeare in Jazz con Giorgio Albertazzi, La Pietà di Nicola Piovani anche se è più canoro che non musical e poi La Via del successo ispirato a Dreamgirls. Magari ci fossero più progetti in Italia mi piacerebbe molto tornare in teatro ma deve essere una cosa ben pensata per la mia personalità e per il colore della mia pelle.

Nella tua carriera discografica hai collaborato con tantissimi grandi artisti. Vogliamo ricordare alcuni di loro?

Ho avuto il grande piacere di collaborare con tanti grandi compositori e arrangiatori. Qui in Italia un incontro che mi rimane nel cuore è stato quello con Mike Francis che è stato come un fratello per me e solo pronunciare il suo nome mi da un grande dolore e grande nostalgia perché Francesco mi manca tanto. Un altro grande amico è Narada Michael Walden con cui ho lavorato per il mio disco Magic: ancora oggi ci sentiamo e siamo rimasti molto uniti. Una delle emozioni più grandi che ho avuto e sempre resterà la più grande è stato lavorare con il Maestro Ennio Morricone perché non c'è nessuno più importante come compositore, come uomo, come essere umano. È veramente un maestro con la M maiuscola: Ennio è Ennio ed è giusto che tutti abbiamo questa grande ammirazione nei suoi confronti perché merita di tutto e di più, è un grande grande genio e sono stata molto fortunata di poter lavorare, di poter stare fianco a fianco con un artista come Ennio Morricone che posso chiamare al telefono e fare una lunga chiacchierata: ed è raro. È un uomo raro.

Quando si intervista un artista, la domanda conclusiva è sempre "quali sono i tuoi progetti futuri", domanda che con l'incertezza di questo tragico periodo cambia completamente il suo significato. C'è la forza e la voglia di fare progetti?

È molto difficile pensare a quali saranno i progetti futuri perché prima dell'inizio della pandemia ero in tour con Alessandro Quarta, un violinista incredibile: avevamo tanti progetti per l'estate per fare dei concerti nelle arene e poi in autunno nei teatri e avevamo in programma di registrare un disco. Avevo altri concerti programmati con Andrea Griminelli, un flautista eccezionale. Adesso che succederà non lo so. Spero che si trovi presto il vaccino per questo virus così potremo tornare ad una vita normale ma spero che quando torneremo a questa vita "normale", vi torneremo migliori, più dolci e con un consapevolezza che non avevamo prima: quella di riprenderci le cose essenziali per rimanere esseri umani e che avevamo lasciato abbandonate come immondizie lungo la strada. Spero che cambino tante cose e che ci rendiamo conto che possiamo fare a meno di tante e tante cose, che potremo tornare a guardarci negli occhi, di abbracciarci, di dare conforto e di essere più gentili l'uno con l'altro.

Grazie Amii Stewart per il tuo tempo e le tue sagge parole e concludiamo ricordando il progetto #riempiamoilsilenzio a cui tutti i musicisti e artisti possono partecipare.

Recandosi sul sito www.riempiamoilsilenzio.it si possono trovare le istruzioni per registrare il proprio contributo in audio/video da inviare entro il 4 maggio per poter essere inclusi nel montaggio finale del brano Essere Umani interpretato da Amii Stewart e gentilmente concesso per questo progetto da Marco Mengoni e dalla Sony Music.

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Al seguente link potete vedere il messaggio di Amii Stewart:

https://www.facebook.com/riempiamoilsilenzio/videos/2946138758946276/



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